mercoledì 25 marzo 2020

24, 25 marzo 2020 - aspettando il picco, che ancora non arriva

Ieri ed oggi il tempo non è stato di certo primaverile. Oggi in diverse località sarde centro orientali è caduta la neve. Dalla finestra del primo piano di casa mia, da dove si vede il tavolato della Giara e parte del Medio Campidano, verso le 13 timidi fiocchi di neve hanno fatto capolino sotto un cielo cupo. Per tutto il giorno grande freddo. Si resiste mettendo legna al caminetto accompagnato da leggère amenità.
Dunque si prosegue il nostro cammino, isolati, in mezzo alla peste con l'ansia di non essere contagiati e, nel caso di non conoscenza del proprio stato di eventualmente asintomatico, di non contagiare. Una quistione squisitamente etica e morale. Poi, chiaro, ci sono anche coloro che a costo di supplizi sanzioni e galera non seguono le indicazioni e prescrizioni normative per cui, in sintesi, devi restare a casa. Questa battaglia la si combatte così. Togliendo aria terreno o quel che si vuole al virus, dunque interrompendo la catena del contagio.
La Cina docet. Lì  si stanno riprendendo secondo quanto si apprende dai media quasi normalmente. Quello è il nostro obiettivo. Se l'Europa, in particolare il Regno Unito per bocca di Boris Johnson, inizialmente rideva di noi, nella insana idea dell'immunità di gregge, per non dire di quell'arrogante di Trump, ora sono tutti per la dottrina filocinese, adottata dall'Italia già da subito.
L'India da oggi ha chiuso dentro i propri confini i suoi abitanti a loro volta in lockdown presso casa loro. Parliamo di 1,3 miliardi di individui, che sommati al resto del pianeta ammontano a tre miliardi chiusi in casa.
Perché di questa lunga introduzione, perché credo sia cresciuto sempre più convintamente nelle persone a livello planetario la necessità di seguire pedissequamente le norme che impongono restrizioni alla circolazione per vincere la battaglia. La scommessa è alta. Vale la pena giocarcela.
Per questi giorni pare si stia avvicinando il picco del contagio, dopo un timido ma costante rallentamento che rappresenta il trend positivo, possiamo iniziare a vedere la discesa del male, della peste. Almeno in Italia.
Fino a ieri in Sardegna i positivi erano 421 di cui 64 nella città metropolitana di Cagliari. Ebbene la situazione da noi non è eccellente ma non così grave. A Cagliari i suoi abitanti si stanno comportando con responsabilità nella convinzione che stare a casa comporta si dei sacrifici ma che verranno ripagati col risultato positivo sperato. Non dobbiamo allentare la guardia.
Dico questo perché i cittadini cagliaritani non meritano quei cartelloni 6x3 a caratteri cubitali dal contenuto terroristico fatti affiggere dal neo sindaco Truzzu di FdI che tendono a colpevolizzare chi, ormai davvero pochi in una città, a tratti spettrale, seppure di rado esce di casa per fare la spesa o due passi. Questo sindaco così come  l'amministrazione regionale si è contraddistinto per aver fatto poco o niente se non riempirsi di slogan ed andare a traino della Giorgia o dei fedeli di Giussano, cioè in perenne campagna elettorale anche dopo eletti. Questi cartelloni vanno rimossi. La cittadinanza non merita queste offese da chi si è contraddistinto per essere in modo pervicace una sentinella in piedi e per le sue idee che rimandano a molto lontano, prima dell'epoca dei Lumi.

Bisogna sorvegliarsi senza tregua per non essere spinti, in un minuto di distrazione, a respirare sulla faccia d’un altro e a trasmettergli il contagio. Il microbo, è cosa naturale. Il resto, la salute, l’integrità, la purezza, se lei vuole, sono un effetto della volontà e d’una volontà che non si deve mai fermare. L’uomo onesto, colui che non infetta quasi nessuno, è colui che ha distrazioni il meno possibile. E ce ne vuole di volontà e tensione per non essere mai distratti; sì, Rieux, essere appestati è molto faticoso.
(Albert Camus, La peste)


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