I nuvoloni che ci hanno accompagnato questi ultimi giorni, con frequenti piogge improvvise, che hanno certamente scoraggiato i patiti della camminata quotidiana, anche a costo di sfidare la sorte sanzionatoria, ieri ci hanno dato una tregua. Il tardo pomeriggio, verso le 17, alla stessa ora del giorno precedente, un fronte di nuvoloni scuri e tersi minacciavano un temporale. Il gallo del vicino con la cresta rosso sangue continuava tranquillo a razzolare e, di tanto in tanto, fra un verso improvviso e l'altro si divertiva a disturbare con incursioni mirate questa o quella gallinella che capitava a tiro. Io immerso nel verde intorno a casa intento a rispettare la tabella di marcia di almeno 8.000 passi quotidiani ripassavo a memoria testi della Resistenza racchiusi nella title track del CD "Materiale Resistente 1945-1995" edito da Il Manifesto, skipando le varie tracce anche a random inserite nello smartphone. Fra una telefonata e l'altra la giornata mi e passata liscia e serena. Facendo quasi finta che l'indomani non sarebbe stata una giornata importante e che, poco male, se c'è il lockdown. Tutte cazzate. Se penso che il mio 25 aprile ho sempre partecipato, se non erro da almeni 6 lustri senza soluzione di continuità, alla manifestazione per la Liberazione a Cagliari, beh questa situazione mi crea forte disagio. Ricordo che una decina d'anni fa, puntuale come sempre al punto di raccolta in piazza Garibaldi, sceso dal n.1 CTM nella fermata di via Paoli, da dove si scorge la piazza, notai che non c'era quasi nessuno. Ero arrivato in largo anticipo e gli altri alla spicciolata con striscioni e bandiere sarebbero arrivati non prima delle 9.30. Il mio cell segnava però le 8.40. Troppo presto. Un capuccino al bar una lettura veloce al quotidiano locale. Il tempo di distrarmi un attimo e, fuori dal bar, stava venendo giù il temporale. Per fortuna mi ero attrezzato con un ombrello. Alle 9.30 non c'era alcun miglioramento. Anzi la pioggia aumentava. I pochi arrivati, srotolati gli striscioni e pogiati a terra si riparavano intorno all'edicola dei giornali e sotto le piante, coi loro ombrelli e impermeabili e la maggior parte vestiti rossocolore. Verso le 10 l'Anpi e la banda cittadina, approfittando di una piccola tregua meteo, si incaminavano verso via Sonnino e dietro tutti inzaccherati noi pochi sparuti con bandiere che intonavamo, non troppo convinti, un canto partigiano. Giunti all'altezza del milite ignoto diffronte a piazza Gramsci mentre la banda intonava le prime note di Bella Ciao veniva giù il cielo. Col collega e coinquilino decidemmo, comunque, che la nostra manifestazione sarebbe finita all'inizio di via Roma e che arrivare al termine in piazza Carmine ci sarebbe costato un bel mal di gola. Il nostro dovere comunque pur nelle avverse condizioni era stato assolto. Oggi, invece, splende un bel sole degno di questa stagione. Tuttavia la manifestazione, così come tante altre in tutta la Nazione, non ci sarà. Non mi consola questo flash mob internetiano perché io sono della vecchia generazione che ha bisogno di cose reali, la camminata con amici e compagni del circolo "Gramsci" che tutti insieme cantiamo "Una mattina mi son svegliato, bella ciao..." con bandiere rosse e della Palestiba che sventolano.
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