Così tutto scorre, scorrono i minuti le ore i giorni. Viaggiano le sensazioni le parole gli sguardi. E tu che pensavi non ci si potesse abituare a questa situazione, da una fase all'altra. In questa fase ci siamo caduti come si dice con tutte le scarpe, facendo a gara chi è più virologo dell'altro o chi ha la soluzione pronta all'uso tipica di chi ha voglia di mandare aria ai denti senza nulla concludere. In questa fase ritornano gli antichi ed usati refrain elettoralistici di chi non perde occasione per dichiarare e dichiararsi che non cambia, anche col nuovo paio di occhiali, restando fedele a sestesso/a. Dunque nel tritacarne emozionale ci butti, ci buttano dentro, tutto l'armamentario classico di slogan e vuota demagogia, gli immigrati i comunisti il papa il 41bis il MES lockdown, tutto in salsa primaverile, ma sempre col solito acredine. Tutto intorno gli altri, a mano a mano. Dai sindaci di ogni di schieramento che, così come in Sardegna, si ritrovano a decidere aperture o prosecuzione dal lockdown, ma che poi alla fine, decidono di non decidere. Micasonoscemi direte. La frase magica è, c'e di messo la salute dei cittadini. Ma come alcuni parevano tarantolati tanto si dimenavano per aprire questa piuttosto che quella categoria, ed ora?, per ora niente tagli di capelli, per dirne una. Eppure li ho sentiti ieri e oggi che per questo lunedì 11 avevano già pronte le ordinanze, mancava giusto la data e la firma.
Invece no. Per ora siamo Fuori Fase. Si aspetta il 18 maggio per la Fase 3, perché il rapporto R con T non convince. Intanto stamattina ho fatto un giro a piedi nelle campagne circostanti che ti fanno ricordare da dove vieni e chi sei, lontano dal chiacchiericcio televisivo che ha stufato, con i suoi tuttologi pronti per ogni discussione ma che alla fine non gli daresti manco un condominio da amministrare figuriamoci seguire le loro soluzioni o ricette.
Voi dite di riapre il 18? Che sarà mai, in Cina sono rimasti bloccati per 100 giorni, ancora pochi giorni e li voglio vedere con birra in mano in gruppo, niente dispositivi di protezione, come nei navigli, sembravano canis scapaus de cadena, cani slegati. Eppure questi sono o devono essere gli stessi che pubblicavano nelle loro bacheche i camion militari che trasportavano le bare della bergamasca.
Dicevo ancora pochi giorni e non questo lunedì? Passerà, tutto scorre 《il tempo scorre lungo i bordi》, cantavano i Massimo Volume.
Eppure sembra non passare il tempo. Perché tutto resta uguale, la pandemia non è vero che ci cambia positivamente. Continuano a fare affari anche in mezzo ai casini più grossi perché gli affaristi hanno trovato occasioni per arricchirsi anche durante il terremoto, come Piscicelli che al telefono diceva "io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto», rideva mentre gli altri già contavano i morti del terremoto. Non cambiano, troppi soldi in ballo tra mascherine dispositivi e meccanismi economici europei, non cambiano perché le merde fanno affari, sempre. Ieri come oggi tanto più se fanno parte di cosche mafiose. E sembra che ogni volta sia diverso. Invece credo che anche stavolta troveranno modo di fare i soldi, ste merde.
Tutto cambia e non cambia niente. E noi a ricordare, per non dimenticare il passato. Ricordiamo i morti ammazzati dalla mafia, e dallo Stato, giusto oggi ricordiamo Peppino Impastato ucciso da una bomba il 9 maggio 1978. Si, ricordiamo Peppino e la sua ostinata e coraggiosa resistenza alla mafia, da casa sua a quella del boss Badalamenti giusto 100 passi, la sua pungente ironia dalle onde radiofoniche gli costò la vita. I giornali di allora scrissero che era saltato in aria con la bomba fabbricata per un atto terroristico, o di un suicidio. Quando di dice che la stampa va sempre in soccorso ai più forti, quando non è addirittura il megafono di quei poteri o le mafie
Peppino disse "Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà", qui è racchiuso tutta, credo, la bellezza del suo pensiero, prospettiva compresa.
A si biri
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