domenica 14 giugno 2020

13 e 14 giugno 2020 - un altro giorno è andato

Iniziare un post con l'idea del tempo che scorre e del giorno andato ovviamente non è una mia idea. Se questi mesi, sospesi nell'aria, nell'incertezza del tempo che verrà, del futuro, de su tempus benidore, si direbbe in sardo, del futuro gravido, ora più che mai, di incertezze, ci siamo spesso preoccupati di come passare le giornate al chiuso delle nostre case, nel lockdown forzato oltre che dalla legge dalla paura di contrarre il male, alla fine le giornate scorrono inesorabilmente e noi nel bene o nel male possiamo conteggiare questi segmenti della nostra vita. Dunque parlare del tempo che scorre, questo il senso del post, senza presunzione di affrontare o sviscerare l'essenza o le sensazioni, ma pour parler, per trovare un aggancio col mondo virtuale, magari di chi, forse, si affaccia nel mio blog e si sofferma, se mai lo farà, a leggerlo, per stimolare una interlocuzione.
Tanti sono i poeti scrittori ed artisti che ne hanno tratteggiato le sensazioni del tempo che corre, <<tempus fugit>>, preso alla lettera sta a significare il tempo che fugge, che corre, che ti scappa dalle mani. Nelle Georgiche Virgilio scriveva "Sed fugit interea fugit irreparabile tempus" (ma fugge intanto, fugge il tempo irreparabilmente). Mentre Orazio scriveva "Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem quam minima credula postero" (mentre parliamo il tempo sarà già fuggito, come se ci odiasse: cogli l'attimo confidando il meno possibile nel domani). Eraclito si esprimeva con un Panta Rei, tutto scorre. Attribuzione che Platone fa indirettamente di Eraclito, nel "non si può discendere due volte nello stesso fiume", nel considerare l'eterno divenire della realtà.Un'idea ripresa da Franco Battiato nel brano "Di Passaggio", dove ci dice che "Passano gli anni, i treni, i topi per le fogne, i pezzi in radio, le illusioni, le cicogne, passa la gioventù".
Questa idea, concetto e stato d'animo, in chi vede il tempo che scivola inesorabilmente dalle dita è chiaro e più volte affrontato da Francesco Guccini che oggi, 14 giugno, compie ottant'anni. Nell'album "L'isola non trovata" troviamo nella quinta traccia due versi che racchiudono lo stato d'animo, io credo, in questi giorni di pandemia che ci lasciano sospesi mentre il tempo fugge e va: "Giornate senza senso, come un mare senza vento, come perle di collane di tristezza... Le porte dell'estate dall' inverno son bagnate: fugge un cane come la tua giovinezza. Negli angoli di casa cerchi il mondo, nei libri e nei poeti cerchi te, ma il tuo poeta muore e l' alba non vedrà e dove corra il tempo chi lo sa?"
La domanda che si poneva Guccini in questa canzone del 1971, cinquant'anni fa, è proprio questa "... dove corra il tempo chi lo sa?". Chissà cosa direbbe oggi, magari lo ha già detto in una delle tante interviste fatte nel periodo imminente al compiere questa veneranda età. Ma il riferimento al tempo resta centrale, sempre in questo album, nel brano "Il Tema", dove Guccini canta "... soltanto il tempo...", come se fosse un dettaglio o un argomento da trattare così fra amici tra una amenità e l'altra, quasi a mascherare invece l'importanza che gli dava, allora, a poco più di trent'anni:"Un anno è andato via della mia vita, già vedo danzar l'altro che passerà. Cantare il tempo andato sarà il mio tema perchè negli anni uguale sempre è il problema: e dirò sempre le stesse cose viste sotto mille angoli diversi, cercherò i minuti, le ore, i giorni, i mesi, gli anni, i visi che si sono persi, canterò soltanto il tempo..."
Ed io che ho avuto da ragazzo una quasi venerazione per questo poeta oggi, anche io avanti nel tempo e nell'età, quasi mi commuovo a riascoltare i suoi brani e ricordare cosa facevo quegli anni che lui componeva e cantava preziose canzoni che mi hanno sempre accompagnato, senza che però mi aspettassi molto da Guccini, tanto meno che la pensassimno allo stesso modo. Leggevo giusto ieri alcuni post o twitt dove qualcuno lamentava che non si considerava comunista o chissà cosa destando una quasi tradimento da chi magari pensava che le loro idee fossero identiche alle sue. Per fortuna sono riuscito sempre a staccare l'uomo cantante, con le debolezze umane aspirazioni et similia, da quello che scriveva o cantava. Non me ne sono mai fatto una preoccupazione. Sapere che Guccini veniva considerato anarchico o comunista o semplicemente di sinistra decontestualizzandolo da cosa scriveva o cosa scrive non mi riguarda. Resta che, come dicevo, è stato e sarà uno dei miei cantautori preferiti. E di questo lo ringrazio.
Buon compleanno Francesco Guccini

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