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mercoledì 5 agosto 2020

4,5 agosto 2020 - explosion

Se pensi che il coronavirus sia il male per eccellenza capace di mettere in ginocchio un Paese forse non hai fatto i conti con tutta una serie di bombe ad orologeria capaci di devastare l'ambiente e renderlo invivibile per decenni, o per secoli. Penso alle porcherie e veleni che la bestia umana è capace di spargere nel terreno investendo falde acquifere quindi la vita. Chi fa queste cose è ispirato da un Dio, il denaro, il profitto. Fosse anche a costo di avvelenare casa sua la sua terra e tale da coinvolgere anche i propri cari per gli effetti devastanti sulla salute. Niente, questi delinquenti non cambiamo. E non c'è solo la Terra dei fuochi, ma anche gli incendi sono tali da distruggere tutto ciò che trovano nella loro strada. Poi però la natura riesce più rigogliosa e ci tenta nuovamente. Con i veleni no. Eppure l'uomo è talmente bestia e dissennato da arrivare a stoccare quantità enormi di acidi ed elementi altamente esplosivi senza che possa però essere un problema da risolvere subito senza che arrivi la catastrofe la tragedia la strage. Così accade che una città bellissima come Beirut accolga fra le sue mura, in particolare nel suo porto, 2.750 tonnellate di nitrato d'ammonio. Dopo accade l'inevitabile. Una esplosione capace di togliere la casa a trecentomila persone e cancellare la storia di quei luoghi. Non capisco davvero come si possa accettare di vivere seduti su una pentola a pressione senza preoccuparsi delle conseguenze che verosimilmente possono verificarsi. Poi accade. Succede che migliaia di persone rimangano ferite e centinaia muoiano. Fatalità? Calcolo utilitaristico? Imprudenza? Lasciamo questi argomenti ai campioni di dietrologia e complottarda. Il risultato è che il Libano oggi è in ginocchio, già attraversato da una tremenda crisi economica, che deve fare i conti coi nemici vicini di casa sionisti, alle prese col covid19, ieri come se non bastasse quella terribile esplosione, che rischia di annientare qualsiasi velleità di un futuro migliore e positivo. Per colpa di chi? Poco importa se si trovano i responsabili che per incuria non hanno fatto nulla perché quella sostanza restasse concentrata li nel porto. Il danno è fatto. Massima solidarietà per questo popolo in una Regione che non conosce pace.


martedì 4 agosto 2020

2,3 agosto 2020 - memoria storica

Dopo le ferie per fortuna non troppo afose, se si escludono le ultime giornate di luglio, arriva il tanto reclamato, presente per quasi tutto l'anno nell'isola, su bentu estu, il maestrale. La temperatura è ritornata apprezzabile e si possono fare nuovamente le passeggiate. Giusto ieri, che ho ripreso il lavoro in presenza, timidamente si è fatto largo tra lo scirocco e venti minori spazzando via quella aria ferma e mefitica dell'afa del fine settimana che ci ha messo di malumore tanta era la calura e i disagi connessi. Oggi passeggiare è possibile e piacevole. Nella zona "Canali", fra l'agro di Nuragus e Gesturi, il vento è meno forte perché appunto di tratta di un canalone chiuso, fra una collina e l'altra. Proprio per questa morfologia ma anche per la particolarità del terreno è zona deputata a vigne ed uliveti. Se non ci fosse stato l'uliveto di mio fratello le giornate interminabili di lockdown sarebbero state terribili. Giusta l'ordinanza regionale ci ha consentito di coltivare l'hobby della coltura dell'ulivo e rilassarci all'aperto. Unico limite, non più di un familiare per volta. Siamo sopravvissuti col piacere della campagna, raccogliendo nel periodo asparagi, che diversamente non ne avremmo trovato visto che la zona è battuta dai raccoglitori per venderli nel mercato. Ovviamente prosegue il lavoro agile e per fortuna non è zona d'ombra e il segnale anche se non al massimo ti consente di entrare nella segreteria digitale e verificare gli incombenti. Questo luogo è adatto, per i suoi colori profumi e suoni, alla riflessione. Una di queste corre alla strage di Bologna che al 2 agosto ci ha riportato a quarant'anni fa. Una strage terribile in seguito all'esplosione fi una bomba piazzata nella stazione che ha causato 85 morti e 200 feriti. Questa strage dopo le lungaggini processuali depistaggi et similia ci ha consegnato un quadro dalle tinte fosche dove i mandanti, oggi tutti deceduti, appartenevano a servizi segreti deviati con infiltrazioni piduista e con la manovalanza dei neofascisti, gli autori hanno scontato la pena. Chiaro è che la riprovazione morale e la condanna della società civile prosegue a divinis. Questo attentato arriva in modo anomalo quasi al termine della strategia della tensione. Tante teorie e supposizioni sul tavolo poche certezze. Si è scritto tanto, tanta è stata l'indignazione ed il ricordo è ancora vivo.
L'allora presidente della repubblica Presidente della Repubblica Sandro Pertini, giunto con un elicottero a Bologna alle 17:30 del giorno della strage, in lacrime affermò di fronte ai giornalisti: «Non ho parole, siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia». Questa terribile strage è stata fonte di ispirazione per artisti musicisti e registi. Alcuni hanno fatto chiaro riferimento nelle pellicole, come nel film Romanzo Criminale dell'omonimo libro di Giancarlo DeCataldo; mentre Fabrizio De André,  nel brano Se ti tagliassero a pezzetti, si comprende il riferimento alla strage: T'ho incrociata alla stazione / che inseguivi il tuo profumo / presa in trappola da un tailleur grigio fumo / i giornali in una mano e nell'altra il tuo destino / camminavi fianco a fianco al tuo assassino. Francesco Guccini ne fa riferimento in Bologna, così altri autori come Ligabue, Gaber, Dalla e Bertoli. Il rapper Frankie HiNrg ancora più esplicito in Fight Da Faida.
Giusto per terminare queste riflessioni nelle mie passeggiate dico che la memoria storica è importante e mi rammarica il fatto che la Storia in particolare quella contemporanea non sia studiata come merita dalle nuove generazioni, che tendono a dimenticare presto e spesso sono attratti dalle sirene dei negazionisti di ogni specie o da chi tenta di sminuire questi gravi fatti della nostra recente storia. 


domenica 2 agosto 2020

31 luglio e 1 agosto 20 - piccoli viaggi

L'afa di questi giorni ha davvero bruciato qualsiasi velleità di organizzarti un giro nelle mete turistiche dato che la temperatura ha superato abbondantemente i 40 gradi. In alcune zone dell'isola ha toccato i 45. Davvero troppo se si considera che in queste condizioni non è pensabile neppure una passeggiata prima del calar del sole. Se a questo si aggiungono le restrizioni covid19 di cui al Dpcm anche tutte le sagre concerti o appuntamenti culturali, se ci sono, sono stati ridimensionati. Per cui ti ritrovi in eventi con poche decine di partecipanti quando in genere quasi non trovavi posti a sedere. E così succede che, con l'idea che Sardegna non è solo mare, ti proietti su eventi a kilometri zero. Per cui una mostra di quadri o la presentazione di un libro se non risolvono le tue ferie almeno trovi qualcosa sa fare. Uno di questi eventi è quello dedicato allo scrittore  inglese D.H. Lawrence che nel suo “Mare e Sardegna” descrisse l’Isola. Giunti a quasi cento anni da quel viaggio siamo giunti alla 13ma edizione del "D.H. LAWRENCE - Festival della letteratura di viaggio" che da questo anno si è dato corso ad una veste rinnovata con una Rete di Comuni - Mandas, Laconi, Isili, Serri e Nurallao. Giusto un piccola parte dei comuni dove saetta il  trenino verde. Il programma dal 31 luglio al 2 agosto consente piccoli spostamenti da un comune all'altro per assistere a spettacoli per bimbi, laboratori o attività ludiche, e per i più grandi presentazioni di libri di autori isolani e ja possibilità di vedere e conoscere due artisti del panorama street art sardi na che sono noti anche oltre oceano. Avevo già parlato in un post precedente della scena muralistica sarda. Nel festival citato Crisa e Tellas hanno realizzato delle opere di muralismo che riescono a coniugare la tradizione sarda con gli elementi locali nei colori sapori arte e lavori di un tempo, che ricordano la terra l'agricoltura e ciò che gira intorno. Ieri ho assistito alla presentazione dell'opera di Crisa con grande interesse dei partecipanti ovviamente non è durata tanto perché il caldo era infernale e il sole implacabile. Questo per dire, ripeto, che non c'è solo il mare. Per chi vuole dare uno sguardo all'evento può visitare il sito
https://www.dhlawrencefestival.com/