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domenica 31 maggio 2020

30, 31 maggio 2020 - giardino sonoro e ... timeinjazz

Mentre proseguono incessantemente le polemiche fra il le istituzioni e alcuni governatori di Regione, fra cui ovviamente quello sardo, su modalità di riapertura fra regioni e mobilità, polemiche che, come dicevo nello scorso post, mi paiono dei mezzi di distrazione di massa, personalmente mi sto concentrando su via fare nei periodi di ferie "in sicurezza" e, ovviamente, in low cost.
Anzitutto approfitterò della riapertura del "Giardino Sonoro" di Pinuccio Sciola a San Sperate nella cintura di Cagliari. Lo scorso 22 marzo è stato riaperto e osserverà l'apertura al pubblico, su prenotazione, nei giorni venerdì sabato e domenica ore 10-19.
Di cosa si tratta? Pinuccio Sciola è stato uno scultore ed artista sardo.
Dal sito dell'artista www.psmuseum.it si legge che
《Giuseppe Sciola, noto Pinuccio, nasce a San Sperate(SU) in Sardegna nel 1942 in una famiglia di contadini. Frequenta “l’Università della Natura”, come lui stesso sosteneva con orgoglio, dalla quale riceve la più completa e approfondita delle formazioni. Inizia a scolpire fin dalla più tenera età e nel 1959 partecipa, come autodidatta, alla I Mostra d’arti figurative per gli studenti di ogni ordine e grado nel circolo de La Rinascente a Cagliari, aggiudicandosi una borsa di studio che gli permette di frequentare il Liceo Artistico di Cagliari, grazie all’Opera Prima, denominata successivamente Pietrino. Conseguito il diploma di maturità artistica, partecipa a numerose mostre collettive e non, frequenta il Magistero d’Arte di Porta Romana di Firenze e l’Accademia Internazionale di Salisburgo dove ha l’opportunità di seguire i corsi di Minguzzi, Kokoschka,Wotruba, Vedova e Marcuse. Durante i suoi numerosi viaggi di studio per l’Europa entra in contatto con diverse personalità artistiche come Giacomo Manzù, Aligi Sassu e Henry Moore.
(...)
La sua ricerca artistica apre, per il mondo dell’arte, agli inizi degli anni ’90, uno scenario nuovo ed inaspettato quando svela al mondo la magia del suono della pietra, una materia dura e statica, non più rilegata ad una sola funzionalità visiva e tattile, ma alla quale ha permesso di essere osservata attraverso un terzo senso: l’udito. Nascono le Pietre Sonore, suonate per la prima volta, nel 1996, dal percussionista Pierre Favre al Festival Time in Jazz di Berchidda, in Sardegna.
La pietra con Sciola è elastica, sonora e trasparente, un’immaterialità che, fisicamente, costituisce il dna timbrico della sua voce. Sono sculture che riprendono le forme del megalitismo sardo ma, se osservate da vicino parlano un linguaggio moderno, attraverso linee che si incrociano simmetricamente, forme geometriche, delicati ed eleganti segmenti e forme astratte che giocano con il rapporto arte e natura, forma e contenuto, idea e materia.》
(...)
Pinuccio Sciola muore il 13 maggio 2016. Il suo amato paese, San Sperate, si veste di bianco, lenzuola e drappi appesi alle finestre e balconi, per ricordare quella rivoluzione artistica che ha trasformato il paese in un paese museo, iniziando proprio dai muri candidi delle abitazioni.》
Il Giardino Sonoro è un museo a cielo aperto, è il luogo utilizzato da Pinuccio Sciola fin dagli anni ’60 come laboratorio, creando un’identità in pieno connubio con la natura sino a renderlo sito espositivo agli inizi del ventesimo secolo.
Nel sito vengono riportate alcune frasi di Pinuccio dove è racchiusa tutta la forza della sua arte.
Le mie sculture per ora sono qui, nei luoghi in cui le ho piantate
perché mettessero radici e tornassero a vivere.
Un giorno che non  conosco, spero tornino all’Universo che le ha generate

***
Altra incursione che spero di poter fare, visto che me lo sono ri-proposto per anni senza potervi partecipare è andare a Berchidda (SS) al Festival Time in Jazz . Pochi giorni fa, al Tg ho sentito le dichiarazioni di Paolo Fresu, ideatore e direttore dello stesso, che, nonostante molti Festival quest'anno avranno una pausa forzata dal covid19, la 33 edizione di Time In Jazz 
si farà a metà agosto nel rispetto delle regole e delle misure anticontagio. Il titolo dato al Festival sarà “Anima • Ànemos”. Di svolgerà a Berchidda nel suo paese natale Fresu e negli altri centri del nord Sardegna che aderiscono al suo circuito. Nel programma importanti artisti del panorama nazionale ma del calibro Internazionale, come Rita Marcotulli (con Ares Tavolazzi al contrabbasso e Israel Varela alla batteria), Cristina Zavalloni col quartetto, il gruppo Voodoo Sound Club di Guglielmo Pagnozzi con Roy Paci, lo stesso Paolo Fresu alla testa del Devil Quartet, (con Bebo Ferra alla chitarra, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria), oltre a Fabio Concato con il trio di Paolo Di Sabatino ad affiancare il cantautore milanese: tutti di scena sul “palco centrale” del festival, quello allestito nella Piazza del Popolo a Berchidda. Per la canzone d’autore nostrana, Daniele Silvestri. Ovviamente questo programma può essere aggiornato anche per via delle problematiche legate al periodo covid19. 



Pinuccio Sciola


venerdì 29 maggio 2020

28-29 maggio 2020 - lo stolto guarda il dito

Pensavo che ci fossero patenti per condurre veicoli a motore o natanti o simili. O patentini per caldaisti o tecnici industriali, chessò il cqc ed altre qualifiche. In tempo di covid19 spunta la patente di immunità per condurci verso luoghi altri o altri luoghi. Detto così niente di strano. Il governatore della Sardegna dopo ordinanze, anzi si anzi no, questo o quello, ma noi siamo autonomi, anzi ci pensi il governo, tutti liberi anzi no, col suo degno compare assessore alla sanità irrompe nella stagnante situazione italiana, fra tutti ancora frastornati da didattica a distanza, riaperture di coiffeurs, bar, ristoranti negozzi etc., autocertificazioni da dimenticare, con che cosa? col solito refrain. La nostra Isola da una settimana è covid-free quindi i turisti, fra cui si annoverano, immagino, sardi con famiglie al seguito, prima del loro arrivo in Sardegna devono dotarsi del patentino di sanità. Anche su questo da ricordare che il governatore sardo nei suoi ondivaghi ragionamenti pensava ad una autocertificazione, anzi no. Per farsi perdonare, io credo, dj tutto questo suo nulla foderato di niente ha rispolverato un rigurgito di orgoglio autonomista per cui su questa questione, il patentino salute, ha sollevato un polverone, in limba si dice "unu cuaddu de prùinu (un cavallo di polvere). Per cui, in sintesi, ha fatto il giro dei media dicendo che per entrare in Sardegna dopo il 3 giugno ci vorrà il "passaporto sanitario", per cui istituzionalizza la richiesta dei test sierologici per i turisti in arrivo nella imminente stagione estiva. Di contro, piuttosto piccato, il sindaco di Milano chiede che anche i lombardi possano viaggiare liberamente in tutto il territorio nazionale dato che il famoso rapporto RT è prossimo ad una situazione più tranquilla circa il contagio. Quindi, in replica al governatore sardoleghista se ne sortisce con la frase "C'è chi chiede il test, me ne ricorderò quando dovrò fare il weekend fuori". Questa provocazione è rimbalzata subito sulle tv, per cui la Sicilia con la Sardegna, regioni hanno chiesto il patentino, sono l'obiettivo principale della invettiva lombarda. il governatore sardo ha già pensato a rivolgersi alla Conferenza Stato Regione in programmazione per oggi 29 maggio, ma resta chiaro che la parola finale spetta al governo. La risposta sulla frase del sindaco Sala ovviamente non si è fatta attendere dal governatore sardo che con una frase poco conciliante ha replicato "Sala in materia di coronavirus dovrebbe usare la decenza del silenzio, dopo i suoi famigerati aperitivi pubblici in piena epidemia. Nessuno ha chiesto improbabili patenti di immunità, ma un semplice certificato di negatività". Dunque sono volati gli stracci, i media nazionali hanno colto l'occasione per montare il caso e gonfiare la notizia. La cosa sconcertante è che nei social anche chi osteggiava il governatore e la sua giunta, in salsa sarda leghista, me li ritrovo ora a tifare per lui perchè finalmente qualcuno si indigna contro questi nordici. Incredibile cosa è in grado di fare il lockdown, ottunde il cervello e recluta sempre più persone nel carro degli smemorati. Ma tant'è. Il governatore seguita sul filo della ospitalità e si rincresce che "Sala abbia innescato una polemica inutile". Intanto il caso si sgonfia, il campionato di calcio è alle porte perchè a quanto pare ricomincerà il 20 maggio, con un calendario fitto di incontri bisettimanali, pertanto immagino che di questo casus belli non se ne parli più.
Per ora, a quanto pare, il Popolo ha avuto soddisfazione, poco importa se sul versante sanità trasporti istruzione et similia la nostra Regione segni il passo e la giunta leghista sia davvero in basso nei sondaggi, non a caso il grande capo nazionale della lega si è premurato di inviare in Sardegna il suo Commissario Zoffili. A quanto pare questa marcatura stretta è per rimettere le cose in sesto e riprendere quota, lui dice "per far ripartire la Sardegna" e "al lavoro per far riartire in sicurezza tutta l'isola", sconfessando di fatto il governatore il quale invece per mesi rassicurava gli isolani che era tutto ok. Che dire dietro a questo chiacchericcio, scambi di battute, fra il governatore e il sindaco milanese, ribadisco che sono davvero rimasto meravigliato dei feedback positivi per questa sortita in favore dei sardi e della loro salute. E' proprio vero che come dice quel proverbio cinese, "Il saggio indica la luna e lo stolto guarda il dito". Di punto un bianco scoppiata la polemica ci si scorda delle regalie di questa giunta alla sanità privata, al Mater Olbia, alla composizione del comitato scientifico fra soci dei loro soci, per non parlare della quesione ancora irrisolta sul prezzo del latte che, secondo il fedele di Alberto da Giussano, baciatore di icone sacre, nonchè ras nazionale della Lega, si sarebbe dovuta risolvere entro 48 ore con il prezzo del latte portato oltre un euro al litro. Il ras dopo l'elezione del suo prode scudiero per i pastori con il decreto sicurezza bis, sono fioccate  denunce riguardo ai blocchi stradali e sversamento di ettolitri di latte sull'asfalto. Tanto i voti li aveva presi con le promesse da marinaio.
Non so se dobbiamo farcene una ragione ma i mezzi di distrazione di massa, come in questo caso, funzionano. Innescata la polemica ci si concentra su questa e il cervello va in walkabout, cioè la memoria svanisce. Io resto sempre dell'idea che, se la giunta precedente aveva deluso, questi sono davvero il peggio, anche se al peggio non c'è mai fine. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni. Il 3 giugno è vicino e fino ad allora immagino ci saranno più focolai di polemiche che di coronavirus. Non so cosa sia meglio. Per quanto mi riguarda, come diceva il mio vicino di casa, che ha ripreso a coltivare i suoi hobby, sto lontano dai social, se non con qualche incursione veloce, per dare più spazio alla meditazione, al pensiero, al recupero della memoria storica e al riordino delle idee. Quando ci ricapiterà nella nostra vita un altro periodo utile per poter leggere finalmente libri interessanti o ascoltare la tua musica prefeerita. Ovviamente non me ne vogliano coloro che in questi mesi  hanno avuto dei decessi fra i loro cari, in particolare fra coloro avanti negli anni, a cui va la mia solidarietà.



mercoledì 27 maggio 2020

26-27 maggio 2020 - donare il sangue

Sembra giusto ieri l'altro che quasi non potevi uscire di casa se non per tre o quattro validi motivi. Anzi la furia ostracista del vicino di casa che poteva spiarti funzionava talvolta quale deterrente per bloccare sul nascere l'idea di varcare la soglia di casa. In alcuni post ho evidenziato queste paranoie che sicuramente hanno funzionato in città, magari di più nelle periferie, mentre nei piccoli centri, in uno dei quali doce vivo, il cosiddetto controllo sociale funziona, anzi funzionava, fino a qualche anno fa. Da ragazzino mi capitava di andare poco lontano da casa mia, qualche cento metri, sistematicamente ti fermava un un anziano e ti chiedeva subito chi eri, cioè di chi eri figlio e se quindi eri del paese, la domanda a seconda della variante linguistica sarda era "fillu de chini sesi" (nella variante campidanese) a ricercare i tuoi genitori. Se eri parecchio lontano da casa tua prontamente ti beccavi una sciacquata di testa mettendoti in guardia sui pericoli a cui andavi incontro e, nel caso di atteggiamento riottoso, ti si minacciava di riferirlo a tuo padre per riscaldarti le orecchie a suon di sberle. Oggi è diverso. Se ti capita di rivolgere questa domanda rischi male parole. Parlo ovviamente del pre covid19, che dista ormai un'era geologica. Tant'è che il 18 maggio, mentre attraversava la strada principale del mio paese ho intravisto dei ragazzini in prossimità del parco, chiuso dall'ordinanza sindacale, seduti sul muretto perimetrale assiepati senza mascherina oppure calata o addirittura infilata sotto il gomito. Diciamo che gran parte li conoscevo, perché conosco i parenti. Per quei pochi di cui mi sfuggiva il nome o la provenienza non mi sono di certo azzardato a chiedere "fillu de chini sesi" giusto per evitare di essere deriso o rimediare la figura del matusa. Di certo un signore del paese di origine di mio padre, del centro Sardegna, sarebbe intervenuto. Rammento come se fosse ieri che, nel periodo estivo, le vacanze scolastiche, io in compagnia di mio cugino eravamo stati intravisti da questo signore, il ciabattino del luogo, famoso per confezionare ottime scarpe di campagna in pelle. Inizialmente ci sembrava proseguisse la strada senza che ci avesse notato, niente di più falso, invece aveva capito che stavano per accendere una sigaretta, probabilmente la prima della mia esistenza. D'improvviso ce lo siamo ritrovato davanti e, con un movimento veloce, aveva fatto partire un sberlone verso la testa di mio cugino che accortosi in tutta fretta cercò di pararsi col braccio facendo volare la sigaretta mezza spenta e dandosi alla fuga, io ovviamente ho iniziato a correre mentre quel signore ci diceva, "vi ho riconosciuto, stasera lo dico a vostro padre", facendoci venire una strizza per un paio di giorni.
Pensandoci oggi col senno di poi credo che il signore abbia funzionato da deterrente visto che fino alla maggior età non ho fumato. Tornando ai giorni nostri credo che essere troppo duri o controllori sociali, considerato che già da qualche giorno abbiamo zero contagi, sarebbe eccessivo o fuori tempo. I ragazzi si sa sono piuttosto restii alle regole e per spirito di contraddizione sfidano la sorte fregandosene dei rischi di contagio, quindi godiamoci questa situazione che migliora con l'auspicio che la Sardegna resti covid-free.
Per il resto, visto che i miei post sono davvero senza pretese, colgo l'occasione per lanciare un appello, ritengo importante e necessario in questo grave momento di generale vulnerabilità sensibilizzare tutti a donare il sangue. Un atto generoso importante per la collettività tanto più in questa terra dove si riscontra un un importante numero di talassemici. Prima della riapertura  verso la fase 2 mi ero riproposto di andare al centro di raccolta sangue più vicino. Ho preso l'appuntamento e stamattina ho fatto il mio dovere.
Anche tu cosa aspetti? se hai tra i 18 e 65 anni puoi donarlo.
Donare il sangue è un atto di civiltà. Donare organi e tessuti significa regalare una speranza di vita. Per tantissime persone la propria sopravvivenza dipende dalla disponibilità di sangue o di organi e tessuti.
Come si diventa donatori di sangue?
Per donare il sangue è sufficiente essere maggiorenni e in buona salute. La donazione è semplice e sicura. Il prelievo è eseguito da personale specializzato, si utilizzano materiali sterili e monouso, e avviene presso apposite strutture. Esiste infatti una rete capillare che coinvolge istituzioni e mondo dell'associazionismo a cui è possibile rivolgersi per diventare donatori. Si può anche diventare donatori abituali, donando periodicamente il sangue. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere ai Centri di raccolta, conservazione e distribuzione del sangue umano, operanti nel territorio della Regione Sardegna.》


lunedì 25 maggio 2020

24, 25 maggio 2020 - il gioco guardie e ladri

Dopo il giuoco dell'oca oggi parliamo del gioco a guardie e ladri (guards and thieves). Ovviamente visto il periodo pandemico e l'enorme giro di persone che, a vario titolo, non vanno a scuola o non lavorano li troviamo scatenati in ogni dove a passeggiare, prendere il sole e, di sera, a bere cocktail nelle movide cittadine. Quindi il gioco avrà una variante nominalistica in "Controllori e trasgressori". Potrebbe essere il gioco dei bambini di questa imminente estate; ma dicevo, anziché gioco per bambini potranno partecipare tutti, diciamo che i giovani sono i più quotati. Da un lato chi deve controllare in veste di "assistenti civici" dall'altra chi se ne frega delle regole del distanziamento e mascherina annessa. Vince chi vede più trasgressori o chi la fa franca?
Vediamo un po' le regole del gioco.
I giocatori di dividono in guardie (assistenti civili/controllori) e ladri ( trasgressori); la proporzione dovrebbe essere di una dozzina trasgressori per ogni controllore.
Prima che il gioco cominci, i trasgressori si sparpagliano lungo l’area di gioco e, se l’area di gioco lo consente, si nascondono. A questo punto si può andare al bar dell piazzetta oppure in gruppo al mare.
Al “VIA!” i controllori cominciano ad inseguire quelli che credono si stiano trasferendo in gruppo attaccati con l’obiettivo di toccarli o bloccarli per redarguirli.
Se un trasgressore viene toccato, la "guardia" che lo ha preso lo porta all’interno del cerchio; dovrà aspettare che un altro trasgressore amico lo liberi toccandolo.
Due o più ladri trasgressori possono prendersi per mano formando una catena: è sufficiente che uno di loro venga liberato perché tutti gli altri possano uscire dal cerchio.
In questo gioco, i trasgressori non possono vincere in alcun modo: solo i controllori se riescono ad imprigionare tutti i trasgressori, ottengono la vittoria. Per questa ragione, di solito, dopo qualche minuto si invertono i ruoli dei giocatori.
A parte questo quadretto ludico appena ho sentito la notizia, che dopo spiegherò, ho aguzzato le orecchie alla ricerca di capire in cosa consistesse questa nuova trovata governativa. Cioè siccome non siamo in grado di controllare i nostri istinti, parlo soprattutto dei giovani, meglio che ci sia lo Stato nel ruolo di gendarme a redarguirmi in ogni momento che si riterrà opportune intervenire: mancato distanziamento, nessuna mascherina, e nei casi più gravi schiamazzi.
Questo post parte appunto, dalla notizia con cui il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia e il presidente dell’Anci Antonio Decaro hanno annunciato che in settimana la Protezione Civile lancerà un bando per reclutare 60 mila volontari che i comuni italiani potranno utilizzare per far rispettare le norme sul distanziamento sociale
Questo fine settimana di riapertura dopo il lockdown è coinciso anche con tanti assembramenti in diverse città italiane. E proprio per evitare la movida incontrollata o il sovraffollamento nelle spiagge e nelle città d'arte, a quanto pare, verranno "arruolati" 60 mila "assistenti civici", che avranno il compito di vigilare sulla FaseDue. Verranno reclutati con un bando rivolto "a inoccupati, a chi non ha lavoro, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori sociali". Questo è quello che di apprende nei media. Subito dopo la notizia si è scatenato l'inferno.
Il paradosso è che i contrari a questa squadra di volontari sono proprio coloro che tifano per le ronde padane o sono per l'uomo forte, o per il Capitano. Ultimamente in calo nei sondaggi, che invece vedrebbero meglio ronde anti immigrati o spacciatori. Io che non tifo per nessuno di questi penso che se fossimo nel caldo Ferragostano penserei a un colpo di sole. Invece a sentire certi commenti la ritengono cosa giusta. La domanda sorge spontanea: dopo due mesi di semilibertà ci manca solo che controllino pure cosa facciamo come se fossimo dei minus habens?
Sarà che un po' mi ricordano la compagnia barracellare anti abigeato e di controllo del territorio che di recente hanno comunque svolto un ruolo importante antincendio e anche nell'emergenza Covid19, ma in passato a sentire mio padre o gli anziani del paese fra questi c'erano pendagli da forca che taglieggiavano gli allevatori minacciando ritorsioni se non versavano derrate alimentari o animali da arrostire. Non vorrei davvero che qualcuno di questi volontari troppo zelante o calato nel ruolo ecceda nel suo compito, per questo ci bastano gli agenti che talvolta...
Ebbene sono contrario a milizie di parte di qualsiasi colore, anche se volontari col solo compito di dissuasori o deterrenti. Un pochino di libertà ce la meritiamo, in particolare in terra sarda dove anche oggi abbiamo segnato zero contagi e zero vittime. Non ho sentito ancora cosa ne pensa il governatore. Ma già immagino.
Per ora sta sfogliando la margherita: test per turisti o certificato di negatività. Taddannu sempri prus.




sabato 23 maggio 2020

22, 23 maggio 2020 - tre giugno al mare

In questi due giorni in rete ho letto di tutto. Passate in secondo piano le notizie sul numero dei decessi Covid, quelle sul resto del pianeta passano veloci, si prosegue in questa FaseDue nelle prove tecniche di normalità. Come more solito nei media si punta il dito contro chi, dopo due mesi di lockdown, consuma una bevanda insieme ad amici come se di punto in bianco fossero diventati tutti pazzi, le immagini e i filmati mostrano assembramenti nelle zone cittadine deputate alla movida anche prima della pandemia, mentre nel resto della Nazione mi pare che tutti si muovano come soldatini disciplinati, che magari un poco si sentono in colpa per chi eccede o non si attiene alle prescrizioni della "fase". L'impressione, magari esagero, è che pian piano si voglia far sparire dalle notizie quella parte spiacevole della pandemia cioè chi decede a prescindere dal censo. Oppure che non si parli di come sono stati usati i quattrini delle nostre tasse per la sanità, magari per il nuovo ospedale lombardo che ha scatenato la bagarre alla Camera. Magari queste notizie urlate, che di solito generano spavento o paura, sono strumentali per nascondere altre che a quanto pare non esistono; non si parla di morti sul lavoro, di inquinamento, di frodi, di traffici illegali di ogni sorta, ovvero se ne parla ma la notizia principale resta il covid19 e i suoi effetti, i dati vengono snocciolati in cifre percentuali ma le altre notizie non hanno l'eco che si meritano. Dicevo l'impressione è quella di caricare di enfasi alcune notizie per sgonfiare l'attenzione sulle altre. Quello che conta è ripartire. E' quello che tutti vogliono, che vogliamo. Poi ti imbatti in quello che è il quotidiano più letto in Sardegna, L'Unione Sarda, e ti ritrovi a caratteri cubitali la notizia in prima pagina "Cagliari, è di nuovo allarme virus". Poco sotto la foto del'isolotto in mezzo al mare e una turista che prende il sole, sotto la foto, di spalla "L'assessore: Niente Quarantena dopo il 3 giugno". Complimenti ai titolisti al direttore e compagnia cantante. Se volete scommettere sul turismo cambiate strategia. Dal sommario si apprende che la notizia allarmistica riguarda un lavoratore, tecnico dei macchinari di industrie alimentari, del continente che scopre di essere positivo dopo lo sbarco. Già da ieri ci informano che una dozzina di soggetti che hanno avuto contatti con questo sono in quarantena. Mentre circa la notizia rassicurante, almeno per i turisti che dovrebbero venire nell'Isola, ci sarebbe un "passaporto di immunità", secondo il governatore "certificazione sanitaria", che si ottiene dopo aver fatto un test o prima del viaggio o all'arrivo, come e dove non si capisce bene, da esibire all'arrivo che darebbe diritto (si parla della somma sostenuta per averlo) a sconti abbuoni e pacchetti vari in vacanza. Riassumendo, notizia n° 1: panico, paura; notizia n°2: rassicurazione, smile. Bastone e carota. Insomma se avessero avuto le idee chiare, parlo della giunta regionale e di chi riporta le notizie, cioè i quotidiani che la sostengono come l'Unione, la notizia in prima pagina sarebbe dovuta essere <<Niente Quarantena dopo il 3 giugno>>. Invece no, si mantengono cauti perchè vorrebbero i turisti ma disciplinati, magari da sparire una volta preso il sole e consumato i prodotti tipici dei ristoranti debitamente distanziati, poi tutti a nanna. La verità non sanno che pesci pigliare, il Comitato scelto dal Governatore è evanescente, quindi non se ne capisce niente. Mia madre, che è della vecchia generazione, mi ha chiesto che cosa dovrebbero fare i turisti, ma penso si stesse riferendo ai parenti che ritornerebbero questa estate, per arrivare in Sardegna in sicurezza, per loro e per noi, e che tipo di procedure dovrebbero seguire. Le ho risposto che c'era molta confusione fra chi "ci comanda". Ha replicato che l'aveva capito benissimo e che non siamo in mani buone. Quello che ci può consolare è che nelle nostre, piccole, comunità puoi tenere davvero il distanziamento considerando che a due passi dall'abitato sei già fuori in campagna in mezzo al verde. Magra consolazione perchè al termine di questa Fase al ritorno in servizio, non in smart working, dovrò stare particolarmente attento. Per ora una cosa è sicura, il giornale che ho sopra indicato non merita neppure un minuto di attenzione. Se non fosse che il campionato di calcio non riprende ancora, su questo vediamo cosa ci dirà a breve (si parla del 28) il ministro Spadafora, mi sarei rifugiato nelle notizie calcistiche, visto che neppure dal barbiere si potrà sfogliare il giornale, quindi lo farò in rete. Che dire, buona partita di Fase a tutti noi, perchè credo sarà lunga. Intanto mi è venuta voglia di ascoltare "La leva calcistica del 68"di De Gregori, l'album Titanic del 1985, mi ricorda gli anni dell'università; sapete com'è quando si ha tempo lo si trova pure per rispolverare ricordi, persone che frequentavi, amici che ora non ci sono più, come Emanuele morto di sla appena pochi anni fa, con cui si cantavano le canzoni di De Andrè e De Gregori prima di iniziare a studiare; questo brano lo cantava spesso.


giovedì 21 maggio 2020

20 e 21 maggio 2020 - lavoro e covid19

A cinquant'anni dal varo dello statuto dei Lavoratori ci ritroviamo, in era pandemica, a festeggiare questo strumento legislativo frutto di lotte e sangue delle lavoratrici e dei lavoratori. Numerose incursioni da parte legislativa ne hanno depotenziato e stravolto l'impianto che rischia di diventare una mera dichiarazione di principi. L'assalto alla diligenza allo statuto di governi sempre più schiacciati sulle richieste della confindustria e delle pulsioni liberali ci stanno riportando indietro al 1970. Il Jobs act, voluto e sostenuto da chi andava a braccetto col defunto Marchionne, gli ha dato delle poderose mazzate con l'idea che per la sua presunta rigidità ha rappresentato un freno ed un ostacolo all'accesso nel mondo del lavoro. Invece nulla di tutto questo. A fronte di sbandierate vittorie sul fronte dell'occupazione in realtà si è trattato di un aumento dei lavoratori a tempo determinato con diritti sempre di più al ribasso. Ci sarebbe da scrivere e commentare tanto, ma su questi argomenti si sono versati fiumi di inchiostro senza intaccare la sostanza che siamo e viviamo in una economia di mercato globalizzata. Non è che i problemi sul fronte lavoro si siano acuiti con l'arrivo del Covid19, casomai ne ha messo a nudo quegli elementi che da più parti venivano individuati; il lavoro dei riders e lo smart working è la parte che emerge, ma sotto c'è di tutto, dai lavoratori che reclamano più sicurezza, si muore sul lavoro con o senza il Covid, a quelli che non esistono, i cosiddetti invisibili. Per cominciare una piccola, ma importante, elencazione possiamo individuare i lavoratori stagionali, quelli con partita IVA che in realtà mascherano un lavoro subordinato sottopagato e senza diritti, i lavoratori dei call center che lavorano con orari massacranti, i lavoratori sempre connessi perchè l'algoritmo li controlla. Questi ed altri lavoratrici e lavoratori qualche giorno prima che si dichiarasse la pandemia affrontavano quotidianamente importanti sacrifici a fronte di diritti negati ed un salario, anzi una remunerazione, che consentiva giusto di sopravvivere. Dopo di che arriva lo tzunami della pandemia. Guardavo ieri un programma dove si rimarcava che il numero di chi si rivolge alla Caritas in questi giorni è aumentato vertiginosamente, in un altro canale televisivo invece si parlava dei cantieri navali dove si costruiscono yacht, un settore che non conosce crisi, neppure con la pandemia. Anzi! Dentro questi confortevoli natanti ti consentono di superare questo periodo al riparo dai contagi, nel mondo dorato di chi può permetterselo. Al contrario nelle favelas, nelle bidonville, si muore cento volte tanto rispetto ai quartieri "in", ma questo mi pare di averlo già scritto in un altro posto. Dunque ieri festeggiammo i 50 anni dello Statuto dei Lavoratori. Oggi invece, manco a farlo apposta, lo sciopero degli invisibili, lanciato dal sindacalista Aboubakar Soumahoro, da sempre impegnato nelle lotte dei braccianti agricoli, cioè quel lavoro che molti connazionali non vogliono fare, perche è un lavoro che spacca la schiena ed è sottopagato, svolto spesso da immigrati e irregolari, un lavoro controllato in parecchie parti del centro sud dal caporalato mafioso locale. Dunque se da una parte c'è chi ha versato lacrime dopo quel provvedimento (non aggiungo nulla su questa ministra,per le giravolte politiche da ragazza bracciante a ministra) che regolarizza i lavoratori stagionali ma che non tiene conto di tutta la platea degli irregolari, che non potrebbe avere quel documento che gli consentirebbe di lavorare, perché queste norme mentre sembrano arrivare nella direzione auspicata da questi lavoratori, ma osteggiata da quella parte che della paura degli immigrati ne ha fatto una bandiera, in realtà nasconde un mero calcolo di mercato, cioè consentire di poter raccogliere almento una parte della verdura e della frutta che marcirebbe nella terra. In sintesi un mero calcolo di mercato. In piena pandemia, direte che strano?! La prima cosa da salvare è sempre il profitto ed il mercato, non la salute dei lavoratori o l'occupazione. Ci sarebbero altre considerazioni che ci porterebbero lontano. Per oggi, senza altri giri di questioni, dunque aderisco allo sciopero della spesa a sostegno della battaglia di civiltà portato avanti dai lavoratori invisibili.
In tutto questo mare magno di sofferenze c'è da registrare la richiesta dell'FCA (il colosso automobilistico) che chiede aiuti di Stato per 6,3 miliardi di euro per le attività che svolge in Italia. Una richiesta incredibile per una società, multinazionale, che ormai di italiano ha ben poco, vista la sede legale in Olanda, se non il vecchio ed antico vezzo già dal ventennio di chiedere e reclamare soldi allo Stato con il ricatto dell'occupazione. Insomma i capitalisti non cambiano neanche nel vortice della morte Covid, perchè devono fare i soldi, gli sghei, alla faccia di chi fa la fila al monte dei pegni o chi per mangiare si rivolge alla caritas. Per restare a casa nostra, sembra che ci siamo abituati alla situazione, ho visto che riprendono le infrazioni degli automobilisti, il rispetto degli stop sembra un optional, si riprende a buttare la spazzatura per le strade con l'aggravante che ora ci sono anche elementi di contagio, non è inusuale vedere nei marciapiedi guanti o mascherine in bella mostra appena buttati all'uscita di un market. Com'era quella questione, ne usciremo migliori? Non credo.
Dopo questo finale poco ottimistico non mi resta che augurare un miglioramento nelle mani delle nuve generazioni. Non so esattamente cosa volesse dire lo scrittore Erri De Luca con la frase "oggi la parola "rivoluzione" è scaduta, si è esaurita nel novecento (un altro che mette in soffitta quel secolo, e non me lo sarei mai aspettato). Prosegue dicendo che La nuova è "una generazione profetica", parlando dei tredicenni-quindicenni. Non so che dire su questa fiducia che ripone in questa generazione. So che tutte le volte si ripropone una speranza nelle giovani leve. Vedremo.
Mi verrebbe da dire alla Rino Gaetano... ma il cielo è sempre più blu...

Chi vive in baracca, chi suda il salario
Chi ama l'amore e i sogni di gloria
Chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria
Chi mangia una volta, chi tira al bersaglio
Chi vuole l'aumento, chi gioca a Sanremo

martedì 19 maggio 2020

18 e 19 maggio 2020 - Fase 2 nei NonLuoghi

Ed ecco che hanno riaperto quasi tutto, i negozi erano quelli più attesi, tanto più se si tratta di centri commerciali. Ma non solo questi, in quegli spazi che ci erano interdetti possiamo annoverare anche le strade o autostrade, o mezzi di trasporto, oppure aeroporti, il nonluogo reso famoso dal film Terminal, che è anche una parte annessa a questi. La possibilità di transitare oppure stare in questi luoghi (nonluoghi) probabilmente ha fatto andare di matto un sacco di persone. Immagino a livello planetario, nelle megalopoli, dove si vive in grattacieli di dozzine di piani dove in ogni piano si trovano persino lavanderie o negozi o centri commerciali. Dunque l’idea di non passare liberamente nei luoghi altri, quei non luoghi inteernetiani ad un nonluogo (come direbbe chi ha coniato il termine, Marc Augé, non-lieu), o nonluoghi, stavano creando non pochi problemi interiori perché non era tanto la sospesa libertà, di circolazione, quanto la impossibilità di raggiungere a seconda della voglia questi luoghi, almeno per una parte importante dell’umanità. Si lasciano quindi con la fine del lockdown queste schermature personali, i device, che ci fanno collegare col mondo, ma che ovviamente e contestualmente di distraggono e ti impediscono di interagire con chi ti sta a fianco, a casa tua, o nell’ufficio. Appare dunque strano se non spaventoso che in questi mesi di simil-prigionia nelle proprie case, in cui ognuno a suo modo doveva o avrebbe dovuto riprendere una dimensione personale si ritrovi a desiderare la tanto agognata situazione dei nonluoghi da passare con gli amici. Non ci sembri strano, quindi, se non allucinante, nei giornali ne hanno dato poco risalto ma nei social è stata fonte di ilarità, vedere le foto di adolescenti in fila al MacDonald per due ore in attesa del junkfood, non tanto per esso, credo, ma per la socialità che ci sta intorno. In rete (Wikipedia) alla voce non luogo si legge che da <<una ricerca effettuata in Italia su un vasto campione di studenti delle scuole superiori (Lazzari &Jacono, 2010) ha mostrato come i centri commerciali siano uno dei punti di ritrovo d'elezione per gli adolescenti, che li pongono al terzo posto delle proprie preferenze d'incontro dopo casa e bar. Secondo Marco Lazzari (2012) i "nativi digitali" sono nativi anche rispetto ai centri commerciali, nel senso che non li percepiscono come una cosa altra da sé: i ragazzi sentono il centro commerciale come un luogo vero e proprio, di frequentazione non casuale e non orientata soltanto all'acquisto, dove si può esprimere la socialità, incontrare gli amici e praticare con loro attività divertenti e interessanti.>>. Ebbene questa percezione penso che non sia aliena a chi non è più adolescente. A questo proposito, e non sto saltando di palo in frasca, poi capirete perché, di recente ho ri-scoperto un album del 1992, CSAR (Cosa succederà alla ragazza) di Lucio Battisti, poco apprezzato dalla critica ma ricco di spunti musicali e culturali, che a tratti va addirittura in avanti rispetto a quei tempi. Il quarto album di Battisti in collaborazione con Pasquale Panella, insolito nel genere, almeno per chi apprezzava Battisti, con quelle canzoni stra famose da cantare in gruppo, anche squarciagola, le canzoni che tutti, allora, conoscevano e conoscevamo. Insolito anche nei generi musicali, ma anche nella stesura del testo e nella ritmica fra testi e musica, che spazia dal funk-dance al rap, al dub, con tappeti di drum machine e basi ritmiche piuttosto interessanti ed accattivanti. Dicevo in questo album c’è un rincorrere, nei testi, nelle parole, o nei giochi linguistici verso una ricerca a quei luoghi, anzi non luoghi. Questo album ha accompagnato le mie brevi passeggiate, intorno a casa o nel giardino, talvolta anche andando a passo col ritmo della batteria. Mi è piaciuto al punto di cercare in rete quanto più possibile su questo lavoro, per cui in rete ho scoperto che l’album esce lo stesso anno, il 1992, del libro dall'antropologo francese Marc Augé, “Non-lieux. Introduction à une anthropologie de la surmodernité”, tradotto in italiano nel 1996, con il titolo Nonluoghi. Non so se Panella ne abbia tratto spunto ma nei pezzi ci sono ovvi e tanti riferimenti ai non luoghi. Quello che a mio parere è più evidente è la terza traccia “Ecco i negozi”. L’album sembra tutto tagliato sulla dimensione femminile, in questo brano, però, ancora più al femminile. La donna che va nei negozi, direi il centro commerciale, e non è più quella che era prima di entrare ma qualcos’altro, di diverso in questo non luogo, in cui piace smarrirsi e magari dimenticare cosa si stava facendo o cosa si vorrebbe fare; si resta, in questo spazio sospesi, anche se si deve giusto fare la spesa ma si approfitta per provare un vestito o un paio di scarpe, o sfogliare un libro. La parte più interessante, che ci consegna una raffigurazione di questa donna in un non luogo sono queste strofe: “E non le sembra più di stare a casa, Ecco cammina nell'uno e l'altro senso, Non avendo al fianco chi l'accompagnerebbe, Nelle minime e le massime escursioni. Ecco i negozi Che ingoiano tutti i fracassi, Non affliggono né stomaco né cuore, eccola Qui dov'è la padrona del proprio giro vita, Del proprio girocollo, del proprio giro periplo del Corpo. E lo spazio non è quella questione, Ecco i negozi, si può tacere senza Dare il silenzio come spiegazione: Ecco qui, tra le creature scisse.” Già “tra le creature scisse” che abitano un nonluogo, dove per definizione non si può abitare, ma lo si abita seppure per poco. Altro non luogo, per eccellenza, la metro. La quarta traccia di CSAR è “La metro eccetera”. Anche qui, sebbene sia rispetto alle altre tracce un brano piuttosto orecchiabile, un po’ alla 883, parla di nonluoghi. Nel testo … “La metro, i seduti di fronte sono semplicemente gli avanzati, dal viaggio precedente, che andava dove vanno tutti i presentimenti , eccetera. In un soffio di porta, fa l’ingresso, la bella incatenata a testa alta; invece i viaggiatori sono entrati col capo chino e l’umiltà dei frati”. In questi non luoghi dunque dal 18 maggio, almeno in Italia, siamo liberi di recarci, ovviamente tenendo conto di tutte le prescrizioni, mascherine e di stanziamenti compresi, recuperando una “normalità” persa dai primi di marzo. Vediamo se davvero ne è valsa la pena, vedremo se questa Fase Due durerà per aprire la fase tutti liberi. Chissà. Per ora godiamoci il ritorno ad una certa normalità in condivisione col virus. Grazie al covid19, nel senso che la costrizione in casa e nei pochi passi più in là, come cani alla catena, ho avuto il tempo di scoprire e riscoprire un Battisti inedito. Buona fase Due a tutti


domenica 17 maggio 2020

16 e 17maggio 2020 - Fase Due , si viaggiare

Dopo timidi avanzamenti e retromarce ci siamo. Lunedì 18 è imminente e la riapertura della maggior parte degli esercizi commerciali apriranno. A sentire i tg c'è da sorridere. A quanto pare, almeno secondo gli intervistati, non riapriranno perché tanti e tali sono le misure di sicurezza da adottare che saranno costretti a chiudere definitivamente. Non so se sono gli stessi che volevano riaprire subito o quelli che non erano favorevoli a riaperture anticipate dei sindaci. Ricordo però i flash mob dove simbolicamente consegnavano le chiavi del proprio esercizio commerciale. Ora dicono che non riapriranno perché non riescono a predisporre le misure ma sopratutto perché le norme sul distanziamento non consentono una presenta sufficiente ad un guadagno che consenta di coprire le spese. Dunque prepariamoci ad uscire senza corredarci di autocertificazione perché il 18 va in soffitta. Non oso pensare ai 5 o 6 tipi di modulo implementati a volte anche si una sola riga. Io ne ho stampati diversi e messi in macchina da esibire e firmare agli agenti, ma non ho avuto questo piacere. Mi restano una decina di copie che volentieri butterò nella differenziata senza rendermene una copia a memento del periodo.
Si potrà andare al bar o ristorante, tagliarsi i capelli, portarsi nelle seconde de case, mentre per i viaggi fuori regione dovremo aspettare al e giugno. Tutto questo ed altro dopo l'apparizione di Conte venerdì sera che, come al solito, ha scatenato il polverone in rete fra le opposte tifoserie. Occasione ghiotta per i 60 milioni d'italiani che dopo essersi cimentati nella virologi allenatori di calcio ed altro da venerdì anche presidenti del consiglio.
Per quanto mi riguarda non lancio.urla di gioia perché, senza averlo mai nascosto, non mi fido del governatore sardo e del suo entourage che vorrebbero l'Isola Covid Free, forti del fatto che in Sardegna l'indice Rt è il più basso del Paese, con tre Regioni "osservate speciali".
Non mi fido perché non mi risulta che siano stati fatti tamponi a sufficienza tali e tanti da poter stimare una statistica attendibile. Facendo un po' di dietrologia mi verrebbe in mente che non sono stati fatti apposta per non alzare l'asticella del contagio ufficiale. Penso invece che obtorto collo l'immunità di gregge da noi stia funzionando o l'abbiamo subito. Per questo non dico di andarci cauti ma il problema del contagio di ritorno è sempre dietro l'angolo se non imminente. Per ora, abbiamo aspettato quasi due giorni, dal governatore non è ancora arrivata l'ordinanza o le precauzioni da tenere in questa cosiddetta Fase Due.
Lasciate queste pseudo paranoie, dettate forse dal periodo e frutto di notizie sedimentate ed affastellate dall'inizio della pandemia che hanno detto tutto e il suo contrario, riprendiamo una vita almeno che possa somigliare al normale; riemergendo alla luce come quei detenuti in isolamento privati delle più elementari attività, che vengono abbagliati dal sole. Già vi vedo scatenati in giro riprendervi il tempo perduto, che però non può tornare. Occhio, diceva Don Milani, fate i bravi se potete. Il virus è li che ci osserva come quei marziani che vi tengono d'occhio come in quei film avveniristici. Non pensiate che le immagini nei navigli milanesi siano dimenticate, d'accordo che sono state anche esagerate e distorte dai gendarmi internetiani che ci vogliono chiusi in casa, però occhio perché in Sardegna si dice di chi ritorna alla libertà esagera in tutto, "parinti canis scapaus de cadena" , sembrano cani liberati dalla catena. Personalmente non credo che andrò subito al bar o chissà quali desideri, a me basta andare a trovare amici che non vedo da mesi per via del lockdown, per il resto c'e tempo, compreso andare al Poetto, il bel tempo da noi c'è quasi tutto l'anno. Concludo, last but no least, con il motivetto in testa da alcuni giorni di Lucio Battisti, Si Viaggiare, come un buon auspicio della mobilità "quasi libera" ritrovata, speriamo per molto e di non incappare in quella porcheria di ritorno, ci tengo alla mia salute.





venerdì 15 maggio 2020

14,15 maggio 2020 - fate silenzio, Ezio Bosso ci ha lasciato

Passare una giornata diversa come se tutto quanto ci sta accadendo non esista sembra facile. Ma lo è davvero quando il tuo stato d'animo il tuo atteggiamento è positivo e tale per cui qualsiasi situazione la prendi col peso che merita. Considerando tutto una prova ed una possibilità che hai, in più, di provare e tentare cosicché le cose si affrontano e si risolvono; come dire che se non c'è soluzione al problema il problema non esiste. Come una contraddizione in termini.
Quindi ieri mi sono fatto la mia ormai consueta e quotidiana passeggiata utilizzando lo Smart working dal cellulare, riuscendo nel contempo a fare e risolvere diverse questioni con agilità immerso nel verde. Su questo posso dire di essere fortunato perché non vivo in mezzo ai palazzi ma in un piccolo comune sardo immerso nel verde e senza inquinamento urbano. Tutto questo ovviamente deve essere accompagnato da buona musica, che porto con me nel cellulare come un buon e antico rimedio per ogni malattia. La musica ha la sua cura per ogni patologia, parlo dell'anima; per le altre può essere un buon conforto. Ciò detto, la mente va a quella puntata di PropagandaLive, credo del 10 aprile, poco più di un mese fa. Mentre facevo zapping sono capitato nei momenti in cui parlava Ezio Bosso. Se ci penso ho ancora la commozione per le sensazioni positive che era in grado di trasmettermi. In quella puntata fra le varie questioni, su come ad esempio stava affrontando a casa in piena lockdown, ha detto che la musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare. Una verità ed una constatazione semplice ma folgorante. Io che mal sopporto quelle trasmissioni dove tutti parlano e nessuno ascolta o si ascolta, dove tutti non rispettano nessun interlocutore perché, segno dei tempi, stiamo assistendo all'imbarbarimento dei costumi e della morale e questi sono figli di questi tempi.
Si Ezio Bosso ci mancherai, per come affrontava ogni giorno la sua disabilità con ottimismo e sorriso, ci mancherà. Uno che ha convissuto dal 2011 con una malattia neurodegenerativa, diagnosticata subito l'intervento per un tumore al cervello a cui fu sottoposto lo stesso anno, non si è mai fermato, continuando a suonare e dirigere nonostante le difficoltà e il dolore del suo male. Non pensavo affatto che vi avesse lasciato così presto. In quella puntata ho apprezzato ed ho ascoltato la musica delle due parole, come diceva lui, in un silenzio attivo. Perché amava dire che «Oggi tutti parlano e nessuno sta a sentire. Bisogna fare silenzio per poter ascoltare.Un silenzio attivo, che ti aiuta a percepire non solo il suono ma anche te stesso, la tua anima.》
Forse quel suono del silenzio del 1952 di John Cage, four, thirty-three oppure four minutes, thirty-three, 4'33'' , un brano nonsuonato di 3 movimenti , in silenzio.
Ed oggi ho appreso la triste notizia.
Che la terra ti sia lieve Ezio.
Gli dei se ne vanno e gli arrabbiati restano.





mercoledì 13 maggio 2020

12,13 maggio 2020 - Un'estate al mare

Dunque ci avevo visto giusto. La pandemia non ci avrebbe reso migliori. Anzi. L'isolamento in alcune persone è servito da detonatore per le peggiori pulsioni fascistoidi ed intolleranti. Pensare che al Camera si pronunciano frasi allucinanti, come quelle del fascioleghisti del Carroccio all'indirizzo di Silvia Romano, per cui sarebbe una neo terrorista è roba da codice penale, come spero che venga querelato. A questo di aggiunge che è stata lanciata una bottiglia di vetro contro muro della sua abitazione. Complimenti per questi cosiddetti sovranisti che hanno soffiato sul fuoco della intolleranza per anni contabilizzando risultati elettorali a impressionanti. Complimenti per aver reso l'Italia un paese invivibile incivile ed intollerante. I giornalisti hanno tenuto il bordone vomitando ettolitri di fiele. Sono anni che ci preoccupa il montare di questa situazione. Per questo dico non ne usciremo migliori. Questi arroganti andrebbero perseguiti penalmente con la loro schiera di seguaci e accoliti nel verminaio dei social. Detto questo ribadisco il Bentornata Silvia, abbiamo bisogno di persone, di donne come te, coraggiose e forti. Alla lunga questa feccia verrà sconfitta.
Per passare di palo in frasca lunedì 18 ci saranno prove tecniche di ritorno alla normalità. Ma già una serie di segnali mi preoccupano. Vorrebbero contingentare le presenze in spiaggia, si parla di una apertura ai bagnanti limitata, quindi una chiusura del Poetto col controllo della spiaggia da parte degli stabilimenti balneari. Dopodiché, dice l'Unione, "dopo il polverone sollevatosi in rete" la Confesercenti ha ritirato la richiesta. Come a diremo tirata la pietra, hanno visto l'effetto, e hanno ritirato la mano. Ci mancherebbe altro che i sardi possano vedere il mare da lontano perché solo i più ricchi potranno permettersi il bagno al Poetto. Meno male che l'attuale giunta regionale si vanta di avere autonomia perché sardista, io aggiungo a trazione leghista, e non aggiungo altro. Per ora visto il caldo e la temperatura che comincia a salire godiamoci questi giorni ultimi di semilibertà, per dire, perché col rapporto R con T stiamo messi a pareggio. I casi di contagio, registrati, sono 0 (zero) con decessi pressoché terminati.
L'apertura dei voli dal continente si pensa possano iniziare a metà giugno. Non so se però siamo preparati ad accogliere i turisti nell'imminente assalto alle spiagge, mi pare vada la confusione regna sovrana e la RAS no ci dà fiducia. Come diceva il gobbo, a pensar male ci si azzecca.
Come diceva quella canzone di Giuni Russo, in Un'estate al mare,
"Un'estate al mare
Voglia di remare
Fare il bagno al largo
Per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni"

Infatti se non stiamo attenti rischiamo di vedere da lontano gli ombrelloni, ma non dalla parte del mare


lunedì 11 maggio 2020

10,11 maggio 2020 - bentornata Silvia Romano

Questo fine settimana doveva essere quello precedente la riapertura di altre categorie commerciali e verso una maggiore libertà. Dopo una serie di valutazioni dei sindaci, parlo dei sardi, e non solo, con confuse retromarce del governatore, oggi lunedì 11, uno degli step agognati dai più, i sindaci non se la sono sentita di assumersi la responsabilità di riaprire. Quindi arriviamo alla domenica delle aspettative deluse ed eluse per ritrovarci questo lunedì con in mano una circolare della RAS che spiega ed allarga il campo di azione/libertà della ultima ordinanza.
Nel frattempo il mondo, anche se impantanato, va avanti e ci regala l'emozione del rilascio di Silvia Romano, la cooperante rapita in Kenya nel 2018. Le immagini della tv non lasciano spazio a grosse interpretazioni, l'abito di Silvia corredato con l'hijab danno un connotato nuovo alla sua storia personale. Questo periodo di restrizione, le traversie del caso, le sue esperienze sul campo in un punto della terra martoriato da diverse piaghe, l'idea di porsi al servizio degli ultimi, la frequenza a scuola in un quartiere multietnico milanese l'hanno dotata di una visione del mondo proiettata alla multiculturalità. Quindi Silvia ha abbracciato l'islam così come poteva abbracciare qualsiasi altra fede.
Scrivevo l'altro giorno che la pandemia non cambia e non cambierà tutta quella schiena di fascioleghisti che mal sopportano gli altri, nella dicotomia post coloniale islamofoba di questa Italietta provinciale dove esistono il "noi" e gli "altri", in mezzo niente. Chiaro poi che i commenti in rete di Silvia denotano schizofrenia e atteggiamenti di coloro che, mentalmente disturbati, mal sopportano che gli "altri" e la loro cultura possano intaccare la loro (il "noi"), intrisa di carità pelosa e infarcita con le peggiori pulsioni imperialiste e coloniali. Quando poi ci si mettono i giornalisti, se si può usare questo termine per inquadrarli, ma a questo punto andrebbero radiati, che in una frase ci mettono il peggio del repertorio, ti ritrovi a leggere che la conversione di Silvia suona come chi all fine del conflitto in prigionia della grande guerra si sia messo la divisa nazista, nell'idea che sia affetta dalla sindrome di Stoccolma. Io credo che questa feccia di pennivendoli uniscano all'odio razziale il maschilismo più becero, per cui una donna non sarebbe neppure libera di aderire a questa o quella religione o ad alcuna, in libertà o in restrizione. In quanto donna. Scusate lo sfogo ma ho lasciato da parte insulti ed altro agli odiatori dei social laddove, inoltre, aggiungono che ci sarebbe pure costata parecchio nel riscatto per cui sarebbe un un affronto insopportabile la sua, addirittura, conversione. Detto questo non possiamo solo che gioire della liberazione di Silvia, mentre per gli haters per ora sembra una partita persa. Direi che c'e molto da lavorare nelle scuole a partire dalla primaria perché si formi una società nuova all'altezza dei tempi.
Tornando ad ieri, ieri notte, siamo entrati in pieno nel periodo delle cosiddette acque di maggio. Già da tarda serata nuvoloni minacciosi e gravidi di acqua sorvolavano il cielo isolano per scaricarsi dopo cena. Mentre ero rapito dal dio Morfeo verso l'una di notte uno spaventoso tuono mi ha svegliato immergendomi in una atmosfera di suoni e lampi impressionanti. Lo spegnimento del led luminoso della ciabatta mi ha convinto che la luce elettrica si era interrotta destandomi non poca preoccupazione, perché alcuni anni fa in una situazione del genere un fusibile ci ha lasciato al buio per molte ore quindi già mi preparavo a chiamare il numero verde dell'enel. Mentre pensavo questo mi sono ricordato l'album di Fabrizio De André Le Nuvole, e pian piano mi sono riaddormentato tranquillo, dopo che è tornata la luce.

Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio

Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell'airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri

Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore

Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai

Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.


sabato 9 maggio 2020

8,9 maggio 2020 - insegnare la bellezza

Così tutto scorre, scorrono i minuti le ore i giorni. Viaggiano le sensazioni le parole gli sguardi. E tu che pensavi non ci si potesse abituare a questa situazione, da una fase all'altra. In questa fase ci siamo caduti come si dice con tutte le scarpe, facendo a gara chi è più virologo dell'altro o chi ha la soluzione pronta all'uso tipica di chi ha voglia di mandare aria ai denti senza nulla concludere. In questa fase ritornano gli antichi ed usati refrain elettoralistici di chi non perde occasione per dichiarare e dichiararsi che non cambia, anche col nuovo paio di occhiali, restando fedele a sestesso/a. Dunque nel tritacarne emozionale ci butti, ci buttano dentro, tutto l'armamentario classico di slogan e vuota demagogia, gli immigrati i comunisti il papa il 41bis il MES lockdown, tutto in salsa primaverile, ma sempre col solito acredine. Tutto intorno gli altri, a mano a mano. Dai sindaci di ogni di schieramento che, così come in Sardegna, si ritrovano a decidere aperture o prosecuzione dal lockdown, ma che poi alla fine, decidono di non decidere. Micasonoscemi direte. La frase magica è, c'e di messo la salute dei cittadini. Ma come alcuni parevano tarantolati tanto si dimenavano per aprire questa piuttosto che quella categoria, ed ora?, per ora niente tagli di capelli, per dirne una. Eppure li ho sentiti ieri e oggi che per questo lunedì 11 avevano già pronte le ordinanze, mancava giusto la data e la firma.
Invece no. Per ora siamo Fuori Fase. Si aspetta il 18 maggio per la Fase 3, perché il rapporto R con T non convince. Intanto stamattina ho fatto un giro a piedi nelle campagne circostanti che ti fanno ricordare da dove vieni e chi sei, lontano dal chiacchiericcio televisivo che ha stufato, con i suoi tuttologi pronti per ogni discussione ma che alla fine non gli daresti manco un condominio da amministrare figuriamoci seguire le loro soluzioni o ricette.
Voi dite di riapre il 18? Che sarà mai, in Cina sono rimasti bloccati per 100 giorni, ancora pochi giorni e li voglio vedere con birra in mano in gruppo, niente dispositivi di protezione, come nei navigli, sembravano canis scapaus de cadena, cani slegati. Eppure questi sono o devono essere gli stessi che pubblicavano nelle loro bacheche i camion militari che trasportavano le bare della bergamasca.
Dicevo ancora pochi giorni e non questo lunedì? Passerà, tutto scorre 《il tempo scorre lungo i bordi》, cantavano i Massimo Volume.
Eppure sembra non passare il tempo. Perché tutto resta uguale, la pandemia non è vero che ci cambia positivamente. Continuano a fare affari anche in mezzo ai casini più grossi perché gli affaristi hanno trovato occasioni per arricchirsi anche durante il terremoto, come Piscicelli che al telefono diceva "io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto», rideva mentre gli altri già contavano i morti del terremoto. Non cambiano, troppi soldi in ballo tra mascherine dispositivi e meccanismi economici europei, non cambiano perché le merde fanno affari, sempre. Ieri come oggi tanto più se fanno parte di cosche mafiose. E sembra che ogni volta sia diverso. Invece credo che anche stavolta troveranno modo di fare i soldi, ste merde.
Tutto cambia e non cambia niente. E noi a ricordare, per non dimenticare il passato. Ricordiamo i morti ammazzati dalla mafia, e dallo Stato, giusto oggi ricordiamo Peppino Impastato ucciso da una bomba il 9 maggio 1978. Si, ricordiamo Peppino e la sua ostinata e coraggiosa resistenza alla mafia, da casa sua a quella del boss Badalamenti giusto 100 passi, la sua pungente ironia dalle onde radiofoniche gli costò la vita. I giornali di allora scrissero che era saltato in aria con la bomba fabbricata per un atto terroristico, o di un suicidio. Quando di dice che la stampa va sempre in soccorso ai più forti, quando non è addirittura il megafono di quei poteri o le mafie
Peppino disse "Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà", qui è racchiuso tutta, credo, la bellezza del suo pensiero, prospettiva compresa.
A si biri



giovedì 7 maggio 2020

6,7 maggio 2020 - come è profondo il mare

Apri il quotidiano, in rete, e senza giri di parole ti sbattono in faccia una notizia che fa preoccupare. Ogni giorno ci viene detto che nell'Isola i contagi sono prossimi allo zero ma poi ti ritrovi quinto nella classifica nazionale contagi. Qualcosa non torna. Concretamente accade che il numero dei contagi è in rapporto ai tamponi fatti. La notizia dunque è questa, a fronte di oltre 60 mila tamponi nazionali sono ancora pochi per affrontare la Fase Due. L'Unione riferisce che"Si va dai 222 al giorno ogni 100mila abitanti della Provincia Autonoma di Trento ai 37 della Puglia, in mezzo i 99 della Lombardia. E la Sardegna si piazza, in questa speciale classifica, in ultima fascia con una media di appena 53 tamponi al giorno ogni 100mila abitanti. Da un lato di dice a tutte le Regioni a implementare l'estensione dei tamponi diagnostici", dall'altro "chiede al ministero della Salute di inserire tra gli indicatori di monitoraggio della fase 2 un minimo di almeno 250 tamponi diagnostici al giorno per 100mila abitanti." Insomma ci dobbiamo aspettare amare sorprese da questa classe dirigente regionale che aveva vinto le elezioni proprio sul tema sanità. Invece. Slogan, chiacchiere, retromarcia su ordinanze che prevedevano fughe in avanti, poi anzi no, o ni, per cui grande è la confusione sotto il cielo, come disse il Timoniere, ma la situazione non è eccellente. L'informazione da parte della RAS è criptica o langue. A suo tempo l'assessore regionale della sanità aveva minacciato il personale sanitario che tenessero noche cucite. A bellu puntu seus torraus! L'unico problema cui teneva questo governo regionale era quello della partecipazione alla messa? Il resto. Niente? 
Le giornate sono sempre più calde e si va verso una stagione ottima, almeno per il clima. Il mare però, a due passi, lo possiamo vedere in binocolo. A quanto pare ieri al litorale di Cagliari giusto in 4 facevano il bagno nonostante i divieti dpcm e ordinanze covid19. I media riportano che siamo responsabili. Noi?! Non so se invece il governatore e il suo staff lo siano. Non riescono a dare una strategia per un settore strategico qual è il turismo. Non credo che la stagione estiva si possa salvare, tanto più se al vuoto slogan del Sardegna free-covid acchiappa turisti non segue una seria campagna di test per misurare la circolazione del virus. Diciamolo, navigano a vista e questo problema dei tamponi va risolto in fretta o almeno che di apra una campagna massiccia di test. Per non parlare dei dispositivi di protezione che a distanza di due mesi scarseggiano. Giusto due mascherine per famiglia nel mio Comune, meno male che rispettiamo il distanziamento e curiamo l'igiene personale. Se no. 
Ho l'impressione che chi ci sta osservando, immagino i pesci, non avrà una opinione positiva di come stanno le cose.


《Frattanto i pesci

Dai quali discendiamo tutti

Assistettero curiosi
Al dramma collettivo
Di questo mondo
Che a loro indubbiamente
Doveva sembrar cattivo
E cominciarono a pensare
Nel loro grande mare
Com'è profondo il mare
Nel loro grande mare
Com'è profondo il mare》




martedì 5 maggio 2020

4,5 maggio 2020 - prove tecniche di allentamento

Capita molto spesso, ultimamente, che questo o quel personaggio pubblico, attore scrittore ecc, difronte alla domanda che sensazioni si prova in questo periodo si usì il termine "sospeso". In rete la Treccani dà una serie di spunti in senso figurato su questa situazione o stato d'animo :《 Interrotto, revocato temporaneamente: tutte le licenze, dato lo stato di emergenza, sono s.; sono s. le entrate di favore, nei teatri per spettacoli di eccezionale interesse, e nei cinema nei primi giorni di programmazione di un film. Trattenuto: restare col fiato s., per emozione o trepidazione; Che si trova in uno stato d’incertezza, di attesa ansiosa: stare con l’animo s.; parla, non mi tenere in s.; Io era tra color che son sospesi (Dante), cioè nel Limbo, dove le anime vivono nel desiderio, che non sarà mai esaudito, di vedere Dio》
Dunque questa che stiamo attraversando è, credo per tutti, una situazione di incertezza che genera ansia. È chiaro che un rimedio per evitare questo stato d'animo è pensare ad altro, tenere la mente impegnata, proseguire con un cronoprogramma che ti consenta di operare al meglio per proseguire un lavoro iniziato, finché possibile con gli strumenti consentiti, anche in Smart working, oppure scrivere ordinando le idee. Io, per esempio, scrivo anche per questo e, anche, a futura memoria.
Stamane mentre percorrevo la SS 554 proveniente dalla SS131 vivevo in una situazione che pareva normale. Il traffico fluiva regolarmente, l'onda verde funzionava perfettamente con l'andatura regolare. L'idea di poter andare a trovare "i congiunti" ti carica di positività. Pensi che gli sforzi fatti ci stanno consentendo di tornare alla normalità. Credo però che sarà una strada densa di privazioni.
Stavo giusto pensando che ieri giorno 4 maggio il lockdown è stato allentato e che sono riuscito a passeggiare per le strade del paese e in campagna con una certa euforia. Ho persino raccolto asparagi, pochi. Segnali che ti allentano questa situazione di sospensione e quindi di ansia, anche se misurata ed attenuata come un piccolo disturbo, noise, in sottofondo.
Quello che ci manca è il contatto umano. Pensavate, in un certo senso, di poter sostituire il rapporto umano il calore umano con il virtuale. Questo società ci ha abituati a pensare in solitudine senza pensare che la parola "condivisione" è rivoluzionaria. Tutto ciò che facciamo va condiviso con gli altri. Quando abbiamo bisogno di essere rassicurati rasserenati un abbraccio è una medicina eccezionale che libera emozioni e scatena una serie di elementi chimici che "curano" il nostro stato d'animo.
Diceva Roland Barthes che "Nell’abbraccio tutto rimane sospeso: il tempo, la legge, la proibizione: niente si esaurisce, niente si desidera: tutti i desideri sono aboliti perché sembrano essere definitivamente appagati."
Dicevo che la strada è in salita e che non ci libereremo facilmente di questa bestia. Non vorrei che per colpa di comportamenti dissennati si debba ricominciare da zero bruciando questi due mesi di blocco. Per ora siamo in trincea. Anche il 18 si avvicina. A piccoli passi verso una maggiore libertà di movimento, verso la liberazione
“La liberazione, avvicinandosi, aveva un volto in cui si mescolavano lacrime e risa”.(La Peste - A. Camus)

domenica 3 maggio 2020

2,3 maggio 2020 - aspettando la fase2 con lunghi capelli

Nel turbinio delle aspettative sulle esternazioni del governatore della Regione Sardegna una volta comunicate, in streaming, ha lasciato più delusi che soddisfatti. Dal 4 si può andare a pescare ma le spiagge sono chiuse, il nucleo familiare può andare nelle seconde case ma non pernottarvi, si possono tosare gli ovini ma per i parrucchieri si aspetta l'11, fare attività sportiva ma distanziati. A nessuno è sfuggito il piglio pilatesco del governatore per cui ok all'apertura di cimiteri parchi giardini e ville però con libertà di gestione da parte dei sindaci lasciando a loro responsabilità conseguenze e specificazioni sul come e quando. Su questo il presidente dell'ANCI sarda Emiliano Deiana nel comunicato stampa non può fare a meno di sottolineare che《Purtroppo, e non per responsabilità dei sindaci sardi, siamo costretti a fare le nostre annotazioni a posteriori non essendo stati consultati preliminarmente all’adozione dell’Ordinanza da parte della Regione.》
Non solo ma in un colpo solo il governatore è riuscito pure a scontentare anche la Chiesa sarda. Nel comunicato stampa mons. Antonello Mura, Presidente della Conferenza Episcopale Sarda in seguito alle dichiarazioni del Presidente della Regione Sardegna, dichiara "I Vescovi sardi, pur apprezzando l'attenzione che il Presidente Solinas ha rimarcato nella conferenza stampa di oggi verso l'apertura delle chiese alle 'celebrazioni eucaristiche', si riservano di leggere e valutare il testo dell'ordinanza regionale che verrà firmata, tenendo conto che non sono stati consultati precedentemente e che decisioni di questo tipo - precisa mons. Mura - competono unicamente all'Autorità ecclesiastica". Inoltre. Nella pagina fb di NewsChorusChorus, vicina alla diocesi di Cagliari, è stato pubblicato un post a gamba tesa dove si sbugiarda il reale intento del governatore, senza giri di parole lo si accusa di voler strumentalizzare la situazione per tornaconto elettorale, degno dei suoi compari leghisti. Si dice...《 L’autorizzazione delle messe da parte della Regione Sardegna dal 4 maggio non fa altro che mettere in difficoltà i vescovi sardi che aspettavano indicazioni a livello nazionale per predisporre in sicurezza il ritorno in chiesa dei fedeli. C’è un forte odore di strumentalizzare i cattolici per ragioni di consenso politico》
Insomma, volano gli stracci e il governatore annaspa. Dopo settimane di suoi proclami del "liberitutti" la nuova ordinanza ieri, del 2 maggio, crea sgomento e reazioni scomposte fra i sardi, suo amici o nemici. Tanto più che anche il suo Comitato tecnico perde pezzi dopo le dimissioni del prof. Luca Pani (
"Deliri da incompetenza" il titolo di un post che ha scritto su Facebook, che sintetizza con forza perché lascia); il resto del Comitato oltre mere dichiarazioni di stile, per ora pare nulla di concreto. 
Consoliamoci perché si può uscire un po' di più quanto meno nel proprio comune oltre i 200 metri. Per i viaggi oltre il numero chiuso dei motivi e qualcosa di più nell'ordinanza si viaggia, almeno fino all'11 davvero poco e restiamo con l'illusione di essere moderatamente liberi in questo gioco a step dove la Fase 2 ha più ombre che luci. 
Per ora chi viaggia, come in quella strofa dei CSI è la natura, come sempre ha fatto anche senza gli uomini, 《Viaggia la polvere viaggia il vento viaggia l'acqua sorgente》.
Intanto i capelli crescono e immagino che questo anno ci sarà un ritorno alla moda beat con i "capelloni" della contestazione giovanile in controtendenza al taglio raso e dei calciatori.
Ora che ci penso dovrò contattare il mio barbiere per evitare di attendere le calende greche. Il mio barbiere dove mi reco da oltre 30 anni, Il tonsor nell’antica Roma, non ama fissare appuntamenti, ti sbriga in ordine di arrivo, se hai fretta, dice, torna quando ti è passata. 
Il vento maestrale di oggi ci ricorda che siamo in Sardegna, la patria dei venti. Se questo vento dovesse proseguire, in genere con una durata a giorni dispari, ne avremo per almeno 3 o 5 giorni, anche volendo pesca attività sportive passeggiare e andare per parchi et similia dovranno attendere. Tanto giorni più giorni meno ci si abitua al lockdown col paradosso che ci saranno più pantofolai che salutisti amanti del movimento. Questo fine settimana con questa prima domenica di maggio mi sa che segnano attese deluse. 
Per ora il mio Comune è fra i circa 250 con rapporto R con 0 pari a zero. Speriamo di proseguire nella striscia ottimale. Non scrivo "positiva" perché non di buon auspicio.
A si biri luego.


venerdì 1 maggio 2020

1 maggio 2020 - festa de sos traballadores

Primo maggio a Cagliari. Primo maggio nel capoluogo. Non solo festa del lavoro, anzi, a Cagliari di festeggia intensamente altro. Da 364 anni festa di Sant'Efisio. Figura importante di questa festa l'AlterNos: rappresentante della tradizione religiosa e civile
"Una serie di cerimonie fanno scivolare Cagliari ai tempi del Viceré, ai tempi della Spagna, quando lo scioglimento del voto ebbe inizio. Ed ancora oggi la giornata dell'Alter Nos inizia all'alba nel giorno della Festa di Sant'Efisio fino a scortare, in prima fila e per tutta la durata, la statua del Santo durante la Processione.
rappresentazione dagli alti valori popolari e simbolici. Oggi l'Alter Nos è un rappresentante del Comune di Cagliari, designato dal Sindaco
Dopo la vestizione dell'Alternos Semplice ed intuitivo il suo coinvolgimento: la mattina del primo Maggio, il giorno della processione, i Mazzieri si radunano all'alba, sotto la sua abitazione per accompagnarlo in Comune, dal Sindaco, il quale procede all'investitura ufficiale di fronte alla Guardiania. Davanti a lui le classi sociali della città, le personalità, i militari. Al collo, dell'Alter Nos viene messo il "Toson d’oro", un gioiello antichissimo, il simbolo dei cagliaritani e del territorio della fedeltà alla monarchia spagnola. A loro l'aveva donato Carlo Secondo nel Seicento, preferendoli a sassaresi, che l'agognavano. Ma la mattinata dell'Alter Nos non è ancora finita: alla undici nella chiesa di sant'Efisio, deve assistere alla messa cantata, in latino, e prima dell'Offertorio, vedersi consacrato per la funzione che l’aspetta. All'uscita è formalmente la persona più importante dell’intera manifestazione, e seguirà il cocchio che trasporta il simulacro del Santo in tutto il pellegrinaggio dello scioglimento del voto. Le sue funzioni terminano il quattro maggio, al ritorno da Nora, nella stessa chiesa di sant'Efisio.
Così descritta, come si è sempre svolta. Cone oggi invece non di vedeva da almeno settant'anni. A ranghi così ridotti a memoria solo durante i bombardamenti della seconda guerra. Oggi come allora a ranghi ridotti. l'Alternos qualcuno della confraternita e pochi altri. Intorno niente folla festante, niente gruppi folk a rappresentare le varie comunità isolane, niente cavallo, né traccas trainate dal giogo di buoi, niente launeddas, neppure sa ramadura, il tappeto di petali, nulla. Solo l'incedere del santo fino alla chiesetta di Pula.
Però a mezzogiorno tutte le navi del porto hanno azionato le sirene, come quando ogni volta usciva S.Efisio dalla sua chiesa di Stampace. Per usare una parola ormai troppo abusata, Surreale!
Il mio Primo Maggio quasi sempre al paesello. Poche volte ho seguito la festa di Sant'Efisio. Come ho scritto in un post recente non mi ha mai interessato, questione di devozione o fede di cui evidentemente difetto.
Preferisco quello canonico della festa del lavoro. Alcuni anni ho partecipato attivamente all'allestimento di appuntamenti come Sa festa de Sos Traballadores, a foresta Burgos a Ingurtosu a Norbello o Barumini. Un appuntamento che stava diventando fisso ed importante, alternativo a Sant'Efisio che monopolizzava tutta l'attenzione regionale. Questo fino a 11 anni fa, a Cossoine. Dopo nulla, troppo faticoso troppo dispendioso. Inoltre si trattava di mettere d'accordo le varie associazioni e componenti politiche con le loro specificità. Il resto, sporadiche partecipazioni a celebrazioni dei confederali e altro legato alle iniziative della pro loco. 
Quest'anno avevo programmato di andare al concerto del 1°maggio a Roma. Lasciamo perdere, sarà il caso che archivi questa che è diventata una velleità. 
Niente comizi dei confederali, niente feste, niente sagre.
Lockdown rule. 
Da lunedì si riprende step by step. Qualche visita a parenti, Conte ha detto però No Party.
Giusto in tempo per poter festeggiare, l'opposizione che occupava alla Camera ha ordinato sciogliete le righe, tutti a casa. Forse non sono tempi di occupazioni, troppo onerose con scarsa visibilità, oggi ancora di più conta la visibilità, che non hanno avuto. La TV e i mass media sono impegnati sul contingente quotidiano e gli utenti a sfornare dolci pizze e pane, che già non si trovano più farina semola e lievito. 
Termino con una frase detta oggi da Landini, comunque la pensiate, oggi per me unica degna di nota.
«Il lavoro sconfiggerà questo virus. Abbiamo bisogno di essere uniti di rimettere al centro un'idea di società che sia fondata sulla giustizia sociale”
Ai posteri l'ardua sentenza.
BUON PRIMO MAGGIO