Disclaimer

Disclaimer
“CoronDiario” è un blog personale e non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.

Verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy

Cookie Policy
Comunico ai lettori che questo blog utilizza cookie. Se si prosegue nella lettura senza disattivarli dal proprio browser o cliccando “ok” dal banner inserita dalla piattaforma di Blogger equivale ad acconsentire al loro utilizzo. Per maggiori informazioni consultare l'apposita pagina "Disclaimer, Privacy & Cookie”, oppure clicca “ulteriori informazioni” dal banner di Google.

martedì 5 maggio 2020

4,5 maggio 2020 - prove tecniche di allentamento

Capita molto spesso, ultimamente, che questo o quel personaggio pubblico, attore scrittore ecc, difronte alla domanda che sensazioni si prova in questo periodo si usì il termine "sospeso". In rete la Treccani dà una serie di spunti in senso figurato su questa situazione o stato d'animo :《 Interrotto, revocato temporaneamente: tutte le licenze, dato lo stato di emergenza, sono s.; sono s. le entrate di favore, nei teatri per spettacoli di eccezionale interesse, e nei cinema nei primi giorni di programmazione di un film. Trattenuto: restare col fiato s., per emozione o trepidazione; Che si trova in uno stato d’incertezza, di attesa ansiosa: stare con l’animo s.; parla, non mi tenere in s.; Io era tra color che son sospesi (Dante), cioè nel Limbo, dove le anime vivono nel desiderio, che non sarà mai esaudito, di vedere Dio》
Dunque questa che stiamo attraversando è, credo per tutti, una situazione di incertezza che genera ansia. È chiaro che un rimedio per evitare questo stato d'animo è pensare ad altro, tenere la mente impegnata, proseguire con un cronoprogramma che ti consenta di operare al meglio per proseguire un lavoro iniziato, finché possibile con gli strumenti consentiti, anche in Smart working, oppure scrivere ordinando le idee. Io, per esempio, scrivo anche per questo e, anche, a futura memoria.
Stamane mentre percorrevo la SS 554 proveniente dalla SS131 vivevo in una situazione che pareva normale. Il traffico fluiva regolarmente, l'onda verde funzionava perfettamente con l'andatura regolare. L'idea di poter andare a trovare "i congiunti" ti carica di positività. Pensi che gli sforzi fatti ci stanno consentendo di tornare alla normalità. Credo però che sarà una strada densa di privazioni.
Stavo giusto pensando che ieri giorno 4 maggio il lockdown è stato allentato e che sono riuscito a passeggiare per le strade del paese e in campagna con una certa euforia. Ho persino raccolto asparagi, pochi. Segnali che ti allentano questa situazione di sospensione e quindi di ansia, anche se misurata ed attenuata come un piccolo disturbo, noise, in sottofondo.
Quello che ci manca è il contatto umano. Pensavate, in un certo senso, di poter sostituire il rapporto umano il calore umano con il virtuale. Questo società ci ha abituati a pensare in solitudine senza pensare che la parola "condivisione" è rivoluzionaria. Tutto ciò che facciamo va condiviso con gli altri. Quando abbiamo bisogno di essere rassicurati rasserenati un abbraccio è una medicina eccezionale che libera emozioni e scatena una serie di elementi chimici che "curano" il nostro stato d'animo.
Diceva Roland Barthes che "Nell’abbraccio tutto rimane sospeso: il tempo, la legge, la proibizione: niente si esaurisce, niente si desidera: tutti i desideri sono aboliti perché sembrano essere definitivamente appagati."
Dicevo che la strada è in salita e che non ci libereremo facilmente di questa bestia. Non vorrei che per colpa di comportamenti dissennati si debba ricominciare da zero bruciando questi due mesi di blocco. Per ora siamo in trincea. Anche il 18 si avvicina. A piccoli passi verso una maggiore libertà di movimento, verso la liberazione
“La liberazione, avvicinandosi, aveva un volto in cui si mescolavano lacrime e risa”.(La Peste - A. Camus)

Nessun commento:

Posta un commento