Tutte le volte che mi capita di fare un viaggio, o pecorrere strade non conosciute, o in città e comuni che non conosco o che non visito da tanto, la prima cosa che noto sono i murales o graffiti, realizzati a seconda della tecnica, spray o pennello. A Cagliari questi ultimi anni è cresciuto tantissimo questo fenomeno, o arte urbana o street art, che ci sta regalando delle bellissime ed interessanti opere dal punto di vista delle immagini dei contenuti e della tecnica. Anche nelle strade, o arterie principali, della nostra Isola di tanto in tanto si intravvedono, in un cavalcavia o in un muro di contenimento o nelle pareti di case di campagna, dei graffiti firmati (taggati) da autori ormai quotati anche a livello internazionale. Giusto l'altro ieri a circa dieci chilometri da Cagliari direzione Sanluri ho intravvisto un nuovo murale, o graffito, del writer Manu Invisible. Lui è uno dei pionieri di questa arte della filosofia hip hop che ha abbracciato un genere chiamato lettering e che si caratterizza per l'uso di un font o di una tag, la firma, ma nel suo caso nello scrivere in maniera artistica e colorata una parola, magari di interesse sociale o di tipo positivo o propositivo. Una delle più note è quello che si trova sotto un cavalcavia con la scritta "Brilla di luce propria" a poca distanza dall'altro "Piccolo come un universo". Ma una delle più famose, riportato anche in serigrafia e tela, è "Resilienza", un termine che sta andando per la maggiore, quasi un tormentone, cioè quella capacità che ha un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Il riferimento a questo periodo di covid19, di questa pandemia, è chiaro, ma ovviamente questo graffito è stato realizzato da diversi anni, quando al limite si parlava di sars ma non in queste proporzioni. Questo autore è noto perchè nessuno conosce il volto, in quanto realizza le opere e si fa vedere in giro con una maschera particolare che ricorda vagamente quella di BatMan. Altro artista che lavora su pareti, che come altri realizza opere con l'intento di regalare emozioni e colore in realtà urbane dove il cemento invade tutto e il verde scarseggia, è Crisa. Nick name di Federico Carta, fratello del cantante pop Marco Carta, noto già da alcuni lustri per le sue opere che ritraggono animali e in particolare delle gigantesche balene con occhi di sembianze umane ma anche per le sue opere, anche su tela o supporti polimaterici, che ritraggono città antenne e occhi che camminano nelle forme più svariate. Dicevo appunto che inizialmente il fenomeno, sopratutto urbano del cagliaritano, del graffitismo è stato caratterizzato da timide espressioni poco artistiche secondo l'idea del bombing o delle tags a poco a poco è stato, poi, sostituito da graffiti multicolorati e soggetti interessanti che riescono a caratterizzare e recuperare aree dove, talvolta, il degrado sociale ha anche bisogno di elementi ed azioni di riscatto e di colore. Nelle Galleria del Sale, cioè quel tragitto che parte dalla zona dello stadio di sant'Elia fino al quartiere La Palma, in particolare i muri che sostengono il canale navigabile che parte, appunto, dalle saline è ricco di graffiti realizzati da ottimi artisti a cui si aggiungono Casciu, noto per i visi barbuti, la FilleBertha, per le sue opere che richiamano visi femminili di bamboline con occhioni. Molti di questi ed altri interessanti autori, come Kofa NinaCastle e Skan, si trovano a Cagliari anche nella zona Terrapieno, vicino al bastione San Remy, una sorta dilaboratorio a cielo aperto. Ma ovviamente i graffiti non si trovano solo nel capoluogo. A San Sperate, paese natale di Pinuccio Sciola, queste nuove forme d'arte si avvicendano ai murales un po' sbiaditi di vari decenni, così pure a Villamar, San Gavino M. Ovviamente anche nelle altre città, Sassari e Oristano, a cui aggiungo l'ormai famosa Orgosolo, non solo terra del ricercato bandito Grazianeddu, dove i graffiti e murales, in particolare, raccontano oltre alle tematiche socio culturali, una storia di resistenza del popolo sardo e della cacciata dei militari da Pratobello a furor di popolo, nel lontano 1969 quando lo Stato decise che in quei territori, comunali, dove nascevano gli armenti degli orgolese dalla notte dei tempi, doveva installarsi un campo permanente di addestramento militare. Dunque questo post, questi spunti, sono necessari per chi viene in Sardegna, ormai Covid Free, con una importante informazione: la Sardegna non è solo mare ma anche sapori colori e graffiti. Ovviamente questo post non ha la minima presunzione di completezza visto che non ho neppure nomitato i tanti comuni, spesso di poche centinaia di abitanti, come Nureci, dove nei giorni di ferragosto si svolte da tanti anni la manifestazione musicale Mama Blues che richiama importanti nomi internazionali. Detto questo, buona visione.