Questo mese di giugno, che in Sardegna chiamiamo Làmpadas, a sottolineare un mese luminoso, è iniziato con tutto questo chiacchericcio e questa fregola di voler tornare subito alla normalità. Già ieri però ho visto che a Cagliari nella normalità già qualcuno c'è rientrato, forse non ne è mai uscito; giusto per indicare alcuni fatti mi limiterò a questi. Appena ho cercato di attraversare le strisce pedonali l'autista di una utilitaria di marca nazionale, che arrivava a velocità oltre il limite consentito nei centri urbani ha pigiato sull'acceleratore per dissuadermi a procedere ma, visto il mio piglio sicuro, ha dovuto desistere con una buona frenata per riprendere subito la corsa guadagnandosi il mio dito medio in bella vista, cosa che certamente non ha gradito dato che l'ho visto agitarsi, forse insultandomi, mentre il veicolo si allontanava. Così pure ho visto che altri sono tornati alla normalità perchè i dispositivi monouso, mascherine e guanti, si trovano in ogni dove come se si trattasse di rifiuti normali. Per il resto il traffico urbano non mi è parso così copioso ma, anzi, fluido e senza ingorghi. Così pure al rientro, il pomeriggio, sulla SS 131 a fronte di un numero di veicoli ben oltre quelli presenti fino a una settimana fa il traffico era più sostenuto. Mi sarei aspettato molte più macchine in giro, evidentemente non siamo ancora nel fatidico giorno 3 giugno, giorno tanto atteso come se si dovesse partecipare ad una nuova Liberazione. Ho l'impressione che in tanti non stanno facendo bene i calcolo. Si, è vero che da noi il virus pare abbia perso quella forza dei primi di marzo, ma da altre part, penso all'America Latina, sta prendendo una forza preoccupante. Giusto per dire, non per portare jella, che potrebbe esseerci una nuova ondata ma su questa direi che siamo preparati. Oggi mi pare una tranquilla giornata primaverile ma questi annuvolamenti a sprazzi e la temperatura dicono invece che l'estate non è ancora vicina. Per questo penso che chi vuole andare al mare dovrà fare i conti con questo clima incerto che potrebbe portare dei rovesci. Dico questo pensando che oggi sarebbe stata la giorana ideale per allestire la giornata che al mio paese è dedicata al tartufo, già da diversi anni la pro loco locale sta organizzando la Fiera del Tartufo che richiama sempre molti visitatori, anche attratti dal bosco di lecci, le cascate, il clima mite e la degustazione di piatti a base di tartufo a prezzi modici. Quest'anno niente di tutto questo. Anzi. Dove in genere si organizza la Fiera in bella mostra troviamo i cartelli sindacali che impediscono lo svolgersi di eventi o assembramenti, si può solo passeggiare e transitare. Davvero poco, ma su questo preferisco non soffermarmi, perchè dovrei prendere posizione sulla amministrazione e sulle sue eccessive precauzioni. Quello che invece mi addolora è che una iniziativa come questa della Fiera, che impegnava me e gli altri soci per diversi mesi, quest'anno dobbiamo stare fermi. Pazienza. la data era quella giusta, dopo i primi tentennamenti e sperimentazioni su una data mobile legata alla produzione del tartufo locale abbiamo individuato la data utile nel 2 giugno, festa della Repubblica. Sarà per il prossimo anno. Non è l'unico evento a dover segnare uno stop, penso anche al festival letterario "L'Isola delle Storie", che si tiene a Gavoi (NU), nel centro della barbagia di ollolai, ogni anno nella prima settimana di luglio ma per le vicende legate al coronavirus e le sue limitazioni Dpcm e Ordinanze regionale, non si terrà. Sul valore della festa del 2 giugno non ci sono dubbi perché segna il passaggio in Italia dalla monarchia alla repubblica e la data del referendum istituzionale del 1946 che fu la prima votazione a suffragio universale indetta in Italia. Tuttavia vedo dei comportamenti piuttosto schizofrenici, soprattutto da parte di chi a capo di una compagine sovranista e legaiola e di centro destra, essendo amante dei tweet, non rammenta cosa scrisse diversi anni fa, tipo "niente da festeggiare", mentre ora si ritrova con lunghi tricolori (con cui i registi ci si sarebbero puliti il didietro, come disse Bossi) a dover festeggiare con altri sostenitori non distanziati senza mascherire e dispositivi vari, a dichiarare il contrario nelle parole e nei fatti. va detto che la memoria nel nostro Paese è corta e labile, ma questo e chi lo accomagna dimostra di averne davvero poca, ovviamente memoria che viene usata strumentalmente e ad arte così come l'esposizione di simboli religiosi, rosari e simili, da ostentare e baciare davanti alle telecamere per ingraziarsi l'animo di quella parte cattolica, target elettorale. Lo stesso dicasi di quel reazionario di Trump che ieri si è fatto filmare con la bibbia stretta nella mano destra in procinto di andare in chiesa di fronte alla casa Bianca, mentre a poche centinaia di metri si sentono i cori e le urla dei manifestanti furiosi per i fatti accaduti lo scorso 25 maggio a Minneapolis. In quella città è accaduto che un agente di polizia Derek Chauvin, nel corso dell'arresto avvenuto nei confronti di George Floyd, diffronte al minimarket dove Floyd era cliente abituale e aveva appena acquistato un pacchetto di sigarette. Tutto è scaturito dalla denuncia di una banconota falsa. Floyd aveva pagato con una banconota di 20 dollari. Ritenendo che fosse contraffatta l'impiegato del negozio ha chiamato la polizia dopo che Floyd si era rifiutato di restituire il pacchetto di sigarette.
Durante l'arresto in seguito alla pressione del ginocchio dell'agente nel collo dell'afro americano per 8 minuti e 46 secondi lo stesso è morto per asfissia, nell'indifferenza degli altri tre agenti colleghi che non hanno fatto nulla per fermarlo. La diffusione del video che riprende la scena ha scatenato una situazione incandescente negli U.S.A. con proteste e rivolte generalizzate organizzate da diversi movimenti per i diritti civili come i Black Lives Matter e gli Antifa. La Cina, ormai in piena guerra fredda con gli U.S.A., tanto più bersaglio di Trump accusata di non aver evitato la pandemia, dichiara per bocca del suo portavoce che "il razzismo verso le minoranze è una malattia cronica della società americana".
Per il resto, i questa quasi tediosa giornata, tutto scorre normale a ranghi ridotti, senza la consueta parata militare, col discorso del Presidente della Repubblica, che si reca anche a Codogno, dove tutto è iniziato, con un piglio positivo nella frase "da qui ripartire per il futuro".
In questa cornice di inizio giugno si inserisce la notizia che domani, 3 giugno, si riparte con "libera" circolazione fra le Regioni, senza un nuovo Dpcm perchè quello in vigore lo prevede già, ma ancora, a quanto pare, non c'è unità di intenti fra i governatori con l'intento di limitare comunque i nuovi contagi che ci sarebbero nel liberare tutti.
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martedì 2 giugno 2020
1,2 giugno 2020 - liberi tutti, o quasi
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