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sabato 6 giugno 2020

5,6 giugno 2020 - la scuola è finita

Siamo arrivati all'ultimo giorno di scuola con tutta una serie di piccoli successi, fallimenti, sperimentazioni, fughe in avanti, che la tecnologia ci ha consentito. Non tutte le Regioni chiudono oggi 6 giugno, la maggior parte si, fra cui la Sardegna. Quest'anno di certo non passerà senza che venga ricordato per diversi lustri, nel bene e nel male, ma l'istruzione è un settore strategico e fondamentale di un Paese che deve raccogliere le sfide future e preparare i suoi cittadini a raccoglierle. Non a caso i diversi ministri che si sono succeduti, ma che secondo me hanno portato avanti l'idea della loro compagine politico/partitica di riferimento, non hanno fatto un buon lavoro, perchè pensavano ed hanno pensato di usare questo formidabile ministero per forgiare le menti dei discienti secondo le loro opinioni. Se penso alle riforme della scuola che in realtà si sono concretizzate in una destrutturazione della scuola pubblica, ci hanno portato ad una situazione non all'altezza dei tempi. Gli anni ottanta la nosta scuola, nei suoi ordini e gradi, era vista come punto di riferimento in Europa. Oggi siamo il fanalino di coda. Pensare che la scuola debba avere una struttura aziendalista, così come si evince nei suoi vari commi della Legge 107, ci ha portato ad un mezzo disastro. Ma non è certo questa legge la prima responsabile deil disastro; la nostra scuola, quella pubblica, libera laica e democratica, ha ricevuto diverse incursioni dalla normativa ordinaria andando a minare anche l'assetto e la composizione numerica del suo personale, sempre più demotivato senza strumenti e con uno stipendio non dignitoso, che fatica ad arrivare all'ultimo giorno perchè nonostante le varie sentenze della Corte di Giustizia Europea il ricorso al lavoro precario è atutt'oggi strutturale. Figuriamoci poi agire in questo perimetro nel pieno della pandemia costretti ad inventarsi una Didattica A Distanza che ha mostrato vistose falle e non all'altezza della situazione. Le famiglie si sono dovute attrezzare e barcamenare, al chiuso del lockdown, con device e il supporto ai figli in età scolare. I docenti dal canto loro si sono dovuti gettare a volo d'angelo in questo percorso formativo, senza alcuna formazione, nell'incertezza se il lockdown terminava a breve oppure se l'anno si concludeva in quella modalità, senza ritornare a scuola. I dirigenti scolastici si sono dovuti inventare in continuazione delle soluzionì, talvolta pasticciate e affastellate con l'idea che il coronavirus avesse consentito una sospensione dei diritti dei lavoratori, CCNL compreso, e che quindi quella modalità di didattica consentisse di "pretendere" l'attività, in concreto, di molte più ore previste per i vari ordini e gradi di scuola, usando il grimaldello del "senso di responsabilità". troppo comodo. I docenti ed il personale ATA non aveva e non ha una missione che va oltre i loro compiti perchè la situazione lo richiede. I periodio emergenziali non devono mai essere scudo di giri autoritari e di arretramento dei diritti. D'accordo i doveri, ma contro bilanciati. Dunque dal livello apicale, la ministra, fino al DS della scuola del più piccolo comune d'Italia si è andati avanti a tentoni in una scuola iperdimensionata perchè negli anni precedenti, ormai lustri, la scure del ministero delle finanze aveva, ed ha, operato tagli lineari che hanno determinato i danni che tutti sappiamo. Dopo di che, il diluvio, cioè il Covid19 ci ha fatto riscoprire che gli edifici sono inidonei, alcuni stanno letteralmente cadendo a pezzi, le classi inidonee, in diverse situazioni delle vere e proprie trappole e classi pollaio. E tanti altri mali che a elencarli fa venire il maldistomaco. Dunque si è riscoperto il concetto misterioso del lavorare in "sicurezza", ed ora pure nella garanzia del distanziamento. Ho sentito diverse soluzioni del come si dovrà iniziare a metà settembre che hanno del surreale, con intercapedini minimi di plexiglass mascherine e visiere etc., alunni e docenti che dovranno portare per l'intera mattinata delle lezioni, perchè a quanto pare l'idea è quella di riaprire le scuole e sbarazzarci di questa mortifera D.A.D.. Poco male. In questo quadro si è mosso il governo che in tutta fretta ha approvato il DL scuola con una maggiornza di 245 voti contro i 122 dell'opposizione. Nei giorni precedenti abbiamo assistito a momenti di bagarre e ostruzionismi dell'opposizione contro questo decreto che, a prescindere dagli schieramenti giochi di bottega et similia, non toglie che è pieno di falle e non risponde alle esigente reali, come la parte relativa al concorso dei docenti e le risposte sul personale. Tant'è che per lunedì 8 giugno, uno anche ieri 5 giugno, è stato indetto uno sciopero dei sindacati confederali per chiedere maggiore sicurezza e misure straordinarie che evidentemente questo DL non contempla in pieno. Detto questo speriamo di riprendere a settembre senza covid19 e in sicurezza, non sarebbe male anche pensare al rinnovo del CCNL già scaduto a pochi mesi dalla sigla, perchè sul tavolo ci sono molte questioni da dipanare, non ultima la retribuzione. Tutto questo, ripeto, perchè la scuola che chiediamo è quella all'altezza dei nostri tempi in grado di dare la formazione ai nostri giovani, della generazione Covid (o covid generation), che risponda ai ciò che Piero Calamandrei diceva sullo scopo della scuola: "Trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere". Ma anche la citazione di Malcolm X non è da meno, per cui "La scuola è il nostro passaporto per il futuro, poichè il domani appartiene a coloro che oggi si preparano ad affrontarlo"


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