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mercoledì 24 giugno 2020

23,24 giugno 2020 - bad dream

Se ti trovi a viaggiare verso il capoluogo e non pensi a quello che è accaduto da marzo in poi, ti sembra di aver vissuto dentro una bolla come nel film The Truman Show. Il traffico sembra aumentato, quasi di botto, a qualsiasi ora un via vai di macchine e mezzi. Meno male che siamo in Sardegna e che la popolazione è di 1,6 milioni, distribuita nel territorio ma, per la maggior parte dei 377 comuni  mi pare di ricordare, per la metà circa su Cagliari e hinterland il resto non superano i 1.500 abitanti, eccezion fatta per quelli a capo della provincia, e qualcun altro intorno ai diecimila abitanti. Dunque, dicevo, viaggi nella arteria principale, la SS 131, ed il via vai del traffico, in diverse ore della giornata ti impressiona. Certo, direte, ci hanno rinchiuso nelle nostre case durante il lockdown forzato e un sacco di cose sono rimaste ferme o inconcluse. Non solo, ma anche negli uffici si riprende a poco a poco in presenza. A questo proposito leggevo stamane sul quotidiano locale che molti baristi rischiano la chiusura in quanto la loro clientela, prima del covid19, era formata, per lo più, da dipendenti della P.A. o dei servizi del terziario. Ma questi sono stati costretti a seguitare il lavoro, come ho più volte sottolineato nei presedenti post, in modalità lavoro agile, in realtà si tratta di telelavoro, perchè tutti costretti a svolgere l'attività da casa propria con aggravio sui propri mezzi in quanto connessione e device per la gran parte non sono stati forniti dal datore di lavoro. Mi duole rimarcare che se negli scorsi decenni ci si lamentava per il datore di lavoro privato, per cui diritti e stipendi erano ridotti rispetto al pubblico, ora ci ritroviamo che nella P.A., lo dico a ragion veduta, il peggior datore nazionale di lavoro è lo Stato che utilizza ancora oggi e più che nel privato, lavoratori precari e in tutte quelle forme di lavoro parasubordinato che appunto difetta sui diritti e sulla paga. Dunque, chiusa parentesi, queste lavoratrici e lavoratori da un lato non stanno andando al bar perchè ancora in tanti sono in telelavoro e gli altri si sono disabituati, ma anche per paura del contagio, a recarsi la mattina nel bar di fiducia per consumare un capuccino una pasta e una mezza d'acqua. Ritorniamo a noi. Non so se qualche sindaco, per esempio quello di Milano, che nonostante le scuse postume disse che in vacanza da noi non ci sarebbe venuto in seguito alla diatriba col governatore isolano, facendo zapping in tv, giusto ieri, diceva che era ora di tornare a lavorare negli uffici con un tono che sottendeva, non lo dico per dietrologia, l'idea per cui chi ha lavorato e continuia a farlo a casa propria sia in vacanza e il telelavoro sia una sorta di hobby con quello della cura delle piante, cucinare, fare le passeggiate. Non so se inveire contro questo signore; ricordo che durante la campagna elettorale in tanti che si dichiaravano di sinistra dissero che non l'avrebbero votato perchè a destra. Con queste ultime uscite credo che i contorni ed il perimetro del suo pensiero si possa davveero far rientrare in quella parte politica. In questa categoria di vacanzieri in casa rientrano a pieno titolo i lavoratori della scuola. parlo dei docenti catapultati in questa maldestra ed arraffazzonata didattica a distanza e quelli che mandano avanti le questioni amministrative in telelavoro, mascherato con un termine inglese, smart working, ma che in realtà poco ha a che vedere. Io credo che questo esercito di pseudovacanzieri, almeno neella testa di elementi come questo sindaco o nei discorsi da bettola,  non veda l'ora di tornare nelle scrivanie o cattedre per svolgere appieno il loro lavoro. Secondo le linee guida del Ministero si dovrebbe ricominciare l'anno scolastico dando ampia discrezionalità ai dirigenti scolastici. Non mi pare dica nulla sul numero del personale da impiegare, sul numero degli alunni da inserire in classe e su tutta una gamma di questioni che attengono alla sicurezza. Giusto oggi sentivo alla TGR un dirigente scolastico che al di là delle frasi d'occasione per il ruolo che riveste, non è però riuscito a mascherare la preoccupazione su come affrontare l'anno prossimo che dovrebbe partire dal 14 settembre, quasi che fosse un esame gravoso da affrontare. Si, gli esami non finiscono mai, e non parlo solo del diploma o dell'università. Parlo ovviamente degli esami sullo stato delle cose presenti da  gestire in una situazione, ripeto, opaca poco chiara e con linee nazionali che talvolta paiono le centurie di Nostradamus. Questo per quanto riguarda la  parte dirigenziale. E che dire dell'esame che hanno fatto i docenti in d.a.d. e il resto del personale con una normativa fluviale e secondaria che di rimando in rimando da circolare a circolare hanno svuotato i contratti dei diritti basilari perchè chi deve indicare le direttive va a sentimento per non dire che abusa del proprio ruolo. Non so se ci dovesse essere una ripresa dei contagi in autunno e quindi un ritorno alla modalità on line si possa seguitare senza regole certe. Credo ed ho paura che stia per montare una vertenzialità, tra dipendenti e dirigenti, che investirebbe la scuola ed i ministeri. Io credo  che la misura per certi versi sia colma, ne dico giusto una per esempio, sta accadendo che stiano mettendo in ferie d'uffico i dipendenti della scuola. Non so se questo stia accadendo anche negli altri comparti. Chiusa, per ora, questa annosa questione posso dire che arrivare a pochi giorni da luglio senza che la calura estiva sia opprimente fa ben sperare per il resto dell'estate. In passato è accaduto che , parlo ovviamente della parte cagliaritana, l'estate torrida abbia fatto inizio già dal primo maggio, festa del lavoro ma anche di sant'Efisio, il caldo e la presenza delle zanzare non ci abbia abbandonato fino ad ottobre. Il caldo non lo sopporto, forse sarei dovuto nascere in Norvegia, anche se a sentire le ultime notizie anche lì il caldo preoccupa. In ogni caso l'estate non dura sei mesi come da noi. Il paradosso dei sardi, che lavorano, è vivere in una terra deputata alle vacanze per cui devi affrontare solo il peggio del periodo, l'afa. Non so se quanto ho scritto sia il risultato di colpi di sole presi stamane in città ma potrebe anche essere tutto incubo per cui il coronavirus non è mai apparso e io sto semplicemente in preda a un bad dream, un brutto sogno. Chi vivrà vedrà. Per ora preferisco un bel sogno, Nice dream, magari con le note dei Radiohead 




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