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domenica 22 marzo 2020

21 marzo 2020 - la febbre del sabato sera

Bisogna attendere la tarda notte per sentire cosa succederà di noi nei prossimi giorni. Qualche minuto prime delle ore 23 i media ed i social ci notiziano che sono attese imminenti comunicazioni del Presidente del Consiglio Conte (a reti unificate? Sul suo profilo fb?).
Alle 23.20 tra una reclame, mozziconi di film datati e la noia che ti assale dopo un fine settimana in lockdown, ben pettinato si palesa, Conte, nei media.
Le esternazioni si possono agevolmente leggere nel sito del ministero della salute
"Governo decide chiusura attività produttive non essenziali o strategiche. Aperti alimentari, farmacie, negozi di generi di prima necessità e i servizi essenziali"
Conte: -
“Non abbiamo alternative, in questo momento dobbiamo tutelare noi stessi e le persone che amiamo. Per questo il Governo ha deciso di compiere un altro passo: chiudere sull’intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali”. Lo ha achunciato il premier Giuseppe Conte la sera del 21marzo in diretta, dopo una giornata di lavoro con sindacati e associazioni di categoria per stilare un elenco dettagliato delle attività essenziali.
“Continueranno a restare aperti, ha detto il Capo del Governo: tutti i supermercati e i negozi di generi di prima necessità, senza restrizioni di giorni e orari, dunque non c’è ragione di fare corse e code per gli acquisti farmacie e parafarmacie servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari tutti i servizi essenziali come i trasporti, le attività accessorie e funzionali a quelle essenziali le attività produttive rilevanti per la produzione nazionale al di fuori delle attività essenziali è consentito soltanto il lavoro in modalità smart working.
Rallentiamo il motore produttivo del Paese ma non lo fermiamo, per poter contenere quanto più possibile questa epidemia.
L’emergenza sanitaria si sta tramutando in emergenza economica. A tutti dico lo Stato c’è, il Governo interverrà con misure straordinarie che ci permetteranno di ripartire quanto prima”.

Che dire. Ce ne voleva tanto? Chiusura non era un termine facilmente digeribile dalla confindustria, nonostante le continue pressioni dei sindacati!
Le fabbriche fino ad oggi in Italia hanno continuato a produrre vestiti, macchine, mobili ed arredi, attrezzi vari, e ovviamente armi, le micidiali armi leggere weapons che al Nord tengono in piedi una parte importante dell'economia, in nome del profitto tanto caro agli industriali (cioè il padrone) e che nel mondo stanno spargendo  innumerevoli vittime, soprattutto fra i civili, nelle guerre volute e sostenute dall'industria delle armi.
Che dire, inoltre, dei profitti che si stanno realizzando con la RWM di Domusnovas che fabbrica bombe da scaricare nelle teste degli yemeniti.
Si, proprio questi sono stati il bastone fra le ruote e che non hanno lesinato sforzi per ritardare o bloccare la chiusura. Nelle fabbriche si lavora spesso in carenza di DIP dispositivi individuali di protezione, fabbriche che in produzione hanno una capacità formidabile di propagazione del covid19.
Questo scenario sarebbe stato impensabile fino alla settimana scorsa.
Chissà se gli strali di Greta Thunberg cominciano a produrre effetti. Chissà se all'indomani della fine di questa crisi, ma già da oggi, i governi non inizino a pensare che un altro mondo è possibile, senza fabbriche inquinanti e tutte le porcherie varie sempre in nome del dio denaro.
Dunque il mondo cambia e cambia la gestione del tempo. Il fine settimana è scandito dai proclami e bollettini sullo ststo di salute degli umani.
Se penso che oggi tiene banco, purtroppo,  la febbre, la mente non può che correre a quella famosa pellicola di Saturday Night Fever che ci parla della New York anni Settanta, dove il personaggio principale Tony Manero, diciannovenne di origini italiane che vive a Brooklyn, senza grandi progetti per il futuro, commesso in un negozio di vernici, trova il suo riscatto sulla pista da ballo. Beh da allora molta acqua è passata sotto i ponti.
Oggi abbiamo il dato di chi, come noi, nel mondo sta a casa: un miliardo.
Ultima nota dolente leggendo le ultime notizie dei giornali "In Sardegna è boom di contagi tra medici e infermieri: "Il 50%, il 90% a Sassari". Nieddu e Solinas? Hanno risolto il problema alla radice della mancanza delle mascherina per il personale sanitario. Gli mettono direttamente il bavaglio. (fonte AGI)
#iostoacasa



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