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mercoledì 5 agosto 2020
4,5 agosto 2020 - explosion
Se pensi che il coronavirus sia il male per eccellenza capace di mettere in ginocchio un Paese forse non hai fatto i conti con tutta una serie di bombe ad orologeria capaci di devastare l'ambiente e renderlo invivibile per decenni, o per secoli. Penso alle porcherie e veleni che la bestia umana è capace di spargere nel terreno investendo falde acquifere quindi la vita. Chi fa queste cose è ispirato da un Dio, il denaro, il profitto. Fosse anche a costo di avvelenare casa sua la sua terra e tale da coinvolgere anche i propri cari per gli effetti devastanti sulla salute. Niente, questi delinquenti non cambiamo. E non c'è solo la Terra dei fuochi, ma anche gli incendi sono tali da distruggere tutto ciò che trovano nella loro strada. Poi però la natura riesce più rigogliosa e ci tenta nuovamente. Con i veleni no. Eppure l'uomo è talmente bestia e dissennato da arrivare a stoccare quantità enormi di acidi ed elementi altamente esplosivi senza che possa però essere un problema da risolvere subito senza che arrivi la catastrofe la tragedia la strage. Così accade che una città bellissima come Beirut accolga fra le sue mura, in particolare nel suo porto, 2.750 tonnellate di nitrato d'ammonio. Dopo accade l'inevitabile. Una esplosione capace di togliere la casa a trecentomila persone e cancellare la storia di quei luoghi. Non capisco davvero come si possa accettare di vivere seduti su una pentola a pressione senza preoccuparsi delle conseguenze che verosimilmente possono verificarsi. Poi accade. Succede che migliaia di persone rimangano ferite e centinaia muoiano. Fatalità? Calcolo utilitaristico? Imprudenza? Lasciamo questi argomenti ai campioni di dietrologia e complottarda. Il risultato è che il Libano oggi è in ginocchio, già attraversato da una tremenda crisi economica, che deve fare i conti coi nemici vicini di casa sionisti, alle prese col covid19, ieri come se non bastasse quella terribile esplosione, che rischia di annientare qualsiasi velleità di un futuro migliore e positivo. Per colpa di chi? Poco importa se si trovano i responsabili che per incuria non hanno fatto nulla perché quella sostanza restasse concentrata li nel porto. Il danno è fatto. Massima solidarietà per questo popolo in una Regione che non conosce pace.
martedì 4 agosto 2020
2,3 agosto 2020 - memoria storica
Dopo le ferie per fortuna non troppo afose, se si escludono le ultime giornate di luglio, arriva il tanto reclamato, presente per quasi tutto l'anno nell'isola, su bentu estu, il maestrale. La temperatura è ritornata apprezzabile e si possono fare nuovamente le passeggiate. Giusto ieri, che ho ripreso il lavoro in presenza, timidamente si è fatto largo tra lo scirocco e venti minori spazzando via quella aria ferma e mefitica dell'afa del fine settimana che ci ha messo di malumore tanta era la calura e i disagi connessi. Oggi passeggiare è possibile e piacevole. Nella zona "Canali", fra l'agro di Nuragus e Gesturi, il vento è meno forte perché appunto di tratta di un canalone chiuso, fra una collina e l'altra. Proprio per questa morfologia ma anche per la particolarità del terreno è zona deputata a vigne ed uliveti. Se non ci fosse stato l'uliveto di mio fratello le giornate interminabili di lockdown sarebbero state terribili. Giusta l'ordinanza regionale ci ha consentito di coltivare l'hobby della coltura dell'ulivo e rilassarci all'aperto. Unico limite, non più di un familiare per volta. Siamo sopravvissuti col piacere della campagna, raccogliendo nel periodo asparagi, che diversamente non ne avremmo trovato visto che la zona è battuta dai raccoglitori per venderli nel mercato. Ovviamente prosegue il lavoro agile e per fortuna non è zona d'ombra e il segnale anche se non al massimo ti consente di entrare nella segreteria digitale e verificare gli incombenti. Questo luogo è adatto, per i suoi colori profumi e suoni, alla riflessione. Una di queste corre alla strage di Bologna che al 2 agosto ci ha riportato a quarant'anni fa. Una strage terribile in seguito all'esplosione fi una bomba piazzata nella stazione che ha causato 85 morti e 200 feriti. Questa strage dopo le lungaggini processuali depistaggi et similia ci ha consegnato un quadro dalle tinte fosche dove i mandanti, oggi tutti deceduti, appartenevano a servizi segreti deviati con infiltrazioni piduista e con la manovalanza dei neofascisti, gli autori hanno scontato la pena. Chiaro è che la riprovazione morale e la condanna della società civile prosegue a divinis. Questo attentato arriva in modo anomalo quasi al termine della strategia della tensione. Tante teorie e supposizioni sul tavolo poche certezze. Si è scritto tanto, tanta è stata l'indignazione ed il ricordo è ancora vivo.
L'allora presidente della repubblica Presidente della Repubblica Sandro Pertini, giunto con un elicottero a Bologna alle 17:30 del giorno della strage, in lacrime affermò di fronte ai giornalisti: «Non ho parole, siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia». Questa terribile strage è stata fonte di ispirazione per artisti musicisti e registi. Alcuni hanno fatto chiaro riferimento nelle pellicole, come nel film Romanzo Criminale dell'omonimo libro di Giancarlo DeCataldo; mentre Fabrizio De André, nel brano Se ti tagliassero a pezzetti, si comprende il riferimento alla strage: T'ho incrociata alla stazione / che inseguivi il tuo profumo / presa in trappola da un tailleur grigio fumo / i giornali in una mano e nell'altra il tuo destino / camminavi fianco a fianco al tuo assassino. Francesco Guccini ne fa riferimento in Bologna, così altri autori come Ligabue, Gaber, Dalla e Bertoli. Il rapper Frankie HiNrg ancora più esplicito in Fight Da Faida.
Giusto per terminare queste riflessioni nelle mie passeggiate dico che la memoria storica è importante e mi rammarica il fatto che la Storia in particolare quella contemporanea non sia studiata come merita dalle nuove generazioni, che tendono a dimenticare presto e spesso sono attratti dalle sirene dei negazionisti di ogni specie o da chi tenta di sminuire questi gravi fatti della nostra recente storia.
L'allora presidente della repubblica Presidente della Repubblica Sandro Pertini, giunto con un elicottero a Bologna alle 17:30 del giorno della strage, in lacrime affermò di fronte ai giornalisti: «Non ho parole, siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia». Questa terribile strage è stata fonte di ispirazione per artisti musicisti e registi. Alcuni hanno fatto chiaro riferimento nelle pellicole, come nel film Romanzo Criminale dell'omonimo libro di Giancarlo DeCataldo; mentre Fabrizio De André, nel brano Se ti tagliassero a pezzetti, si comprende il riferimento alla strage: T'ho incrociata alla stazione / che inseguivi il tuo profumo / presa in trappola da un tailleur grigio fumo / i giornali in una mano e nell'altra il tuo destino / camminavi fianco a fianco al tuo assassino. Francesco Guccini ne fa riferimento in Bologna, così altri autori come Ligabue, Gaber, Dalla e Bertoli. Il rapper Frankie HiNrg ancora più esplicito in Fight Da Faida.
Giusto per terminare queste riflessioni nelle mie passeggiate dico che la memoria storica è importante e mi rammarica il fatto che la Storia in particolare quella contemporanea non sia studiata come merita dalle nuove generazioni, che tendono a dimenticare presto e spesso sono attratti dalle sirene dei negazionisti di ogni specie o da chi tenta di sminuire questi gravi fatti della nostra recente storia.
domenica 2 agosto 2020
31 luglio e 1 agosto 20 - piccoli viaggi
L'afa di questi giorni ha davvero bruciato qualsiasi velleità di organizzarti un giro nelle mete turistiche dato che la temperatura ha superato abbondantemente i 40 gradi. In alcune zone dell'isola ha toccato i 45. Davvero troppo se si considera che in queste condizioni non è pensabile neppure una passeggiata prima del calar del sole. Se a questo si aggiungono le restrizioni covid19 di cui al Dpcm anche tutte le sagre concerti o appuntamenti culturali, se ci sono, sono stati ridimensionati. Per cui ti ritrovi in eventi con poche decine di partecipanti quando in genere quasi non trovavi posti a sedere. E così succede che, con l'idea che Sardegna non è solo mare, ti proietti su eventi a kilometri zero. Per cui una mostra di quadri o la presentazione di un libro se non risolvono le tue ferie almeno trovi qualcosa sa fare. Uno di questi eventi è quello dedicato allo scrittore inglese D.H. Lawrence che nel suo “Mare e Sardegna” descrisse l’Isola. Giunti a quasi cento anni da quel viaggio siamo giunti alla 13ma edizione del "D.H. LAWRENCE - Festival della letteratura di viaggio" che da questo anno si è dato corso ad una veste rinnovata con una Rete di Comuni - Mandas, Laconi, Isili, Serri e Nurallao. Giusto un piccola parte dei comuni dove saetta il trenino verde. Il programma dal 31 luglio al 2 agosto consente piccoli spostamenti da un comune all'altro per assistere a spettacoli per bimbi, laboratori o attività ludiche, e per i più grandi presentazioni di libri di autori isolani e ja possibilità di vedere e conoscere due artisti del panorama street art sardi na che sono noti anche oltre oceano. Avevo già parlato in un post precedente della scena muralistica sarda. Nel festival citato Crisa e Tellas hanno realizzato delle opere di muralismo che riescono a coniugare la tradizione sarda con gli elementi locali nei colori sapori arte e lavori di un tempo, che ricordano la terra l'agricoltura e ciò che gira intorno. Ieri ho assistito alla presentazione dell'opera di Crisa con grande interesse dei partecipanti ovviamente non è durata tanto perché il caldo era infernale e il sole implacabile. Questo per dire, ripeto, che non c'è solo il mare. Per chi vuole dare uno sguardo all'evento può visitare il sito
https://www.dhlawrencefestival.com/
https://www.dhlawrencefestival.com/
venerdì 31 luglio 2020
29 30 luglio 2020 - voglio l'inverno
L’estate è quel momento in cui fa troppo caldo per fare quelle cose per cui faceva troppo freddo d’inverno (Mark Twain).
Sembra tagliato giusto per chi ha una impresa edile. Un mio amico mi dice sempre che quando contrattano un lavoro che ha una durata di qualche mese verificano il calendario, la meteo e tutte le attività che vanno svolte al coperto o fuori all'aperto. Giusto ieri dopo una giornata di caldo torrido a Cagliari dove avevo ben programmato le attività da svolgere al coperto, cioè al fresco, alla fine, tardi pomeriggio mi restavano da fare due cosette. Anche queste al coperto. Non avevo fatto i conti col caldo afoso. Il gas per l'aria condizionata dell'auto mi ha lasciato. Ha trovato un tempismo direi sospetto, luglio. Dovevo recarmi un po' fuori città in un centro commerciale dove trovi tutto sulla casa e attività a 360 gradi. Non vi dico. In coda nei semafori con il sole in faccia. Si sopporta tutto, tanto più che da marzo siamo stati costretti in casa e l'idea di uscire anche per una scusa banale che ti consentiva di inserirla nella casistica consentita dal Dpcm per l'autocertificazione. Però si dimentica presto. Allora avevamo voglia di uscire anche con la pioggia o il caldo. Oggi gli eventi atmosferici ci urtano oltremodo. Comunque. Alla fine mascheromunito camicia sudata nel caldo torrido sono riuscito a varcare la soglia del centro commerciale subito investito dal fresco. Dopo mezz'ora di ricerche, non trovando quello che mi occorreva, senza pensarci troppo sono uscito ritrovandomi difronte alla furia realta: l'afa. Lo so. Non siamo mai contenti. Vi assicuro però che quella breve parentesi fra attrezzi Trapani vernici e guanti mi ha rifocillato. Il quadro successivo mi vede alle prese nel traffico. Caldo afoso. E qualche scemo che non rispetta il codice della strada. No, decisamente meglio al mio paesello, per gli ultimi giorni di ferie. Al fresco sotto le piante senza quella umidità cittadina.
Basca meda
Sembra tagliato giusto per chi ha una impresa edile. Un mio amico mi dice sempre che quando contrattano un lavoro che ha una durata di qualche mese verificano il calendario, la meteo e tutte le attività che vanno svolte al coperto o fuori all'aperto. Giusto ieri dopo una giornata di caldo torrido a Cagliari dove avevo ben programmato le attività da svolgere al coperto, cioè al fresco, alla fine, tardi pomeriggio mi restavano da fare due cosette. Anche queste al coperto. Non avevo fatto i conti col caldo afoso. Il gas per l'aria condizionata dell'auto mi ha lasciato. Ha trovato un tempismo direi sospetto, luglio. Dovevo recarmi un po' fuori città in un centro commerciale dove trovi tutto sulla casa e attività a 360 gradi. Non vi dico. In coda nei semafori con il sole in faccia. Si sopporta tutto, tanto più che da marzo siamo stati costretti in casa e l'idea di uscire anche per una scusa banale che ti consentiva di inserirla nella casistica consentita dal Dpcm per l'autocertificazione. Però si dimentica presto. Allora avevamo voglia di uscire anche con la pioggia o il caldo. Oggi gli eventi atmosferici ci urtano oltremodo. Comunque. Alla fine mascheromunito camicia sudata nel caldo torrido sono riuscito a varcare la soglia del centro commerciale subito investito dal fresco. Dopo mezz'ora di ricerche, non trovando quello che mi occorreva, senza pensarci troppo sono uscito ritrovandomi difronte alla furia realta: l'afa. Lo so. Non siamo mai contenti. Vi assicuro però che quella breve parentesi fra attrezzi Trapani vernici e guanti mi ha rifocillato. Il quadro successivo mi vede alle prese nel traffico. Caldo afoso. E qualche scemo che non rispetta il codice della strada. No, decisamente meglio al mio paesello, per gli ultimi giorni di ferie. Al fresco sotto le piante senza quella umidità cittadina.
Basca meda
martedì 28 luglio 2020
27 e 28 luglio 2020 - era il 38 luglio
"Era il 38 luglio e faceva molto caldo. Ed era scoppiata l'afa" questo è un estratto del brano "38 luglio" degli Squallor, del 1973, nello specifico la voce narrante di Alfredo Cerruti, produttore discografico e attore. Questo gruppo, attivo dal 1969, famoso per l'uso di testi satirici espliciti e pure grotteschi. Per anni si rincorrevano le voci di chi ne facesse parte. Oggi abbiamo il quadro praticamente completo dei componenti.
Ho scelto questo brano, con un incipit che sa di epico se non fantasticato, che un po'rivorda le scene di Sergio Leone, "Là dove finisce il fiume comincia il film. La storia tremenda di un elettrotecnico che seppe inventare la pila..." perché da ragazzino questo gruppo era in auge e mi fa ricordare tante storie e ovviamente di come ci su divertiva alla fine degli anni 70, con sale da ballo improvvisate e impianto stereo di fortuna. Ricordo che mio cugino aveva in macchina un autoradio stereo8 con cassette giganti, veri e propri contenitori di plastica chiamati cartucce con all'interno una bobina registrata, in confronto le musicassette erano minuscole, e fra queste "Troia" degli Squallor contenente il brano 38 luglio.
Considerato che oggi la colonnina di Mercurio segnala 41 gradi e che ho dovuto interrompere la passeggiata del pomeriggio per via dell'alfa terribile, appena di ritorno a casa ho ricercato in rete il brano. Siamo nell'epoca della musica liquida digitale per cui questo reperto stereo8 ricorda davvero qualcosa di arcaico e da archeologia industriale. Oggi in fase3 dove sembra, almeno da noi, che il covid19 stia allenando la presa possiamo anche rilassarci facendo un flashback su come eravamo, tempo permettendo, ma a ristoro possiamo anche idratarsi con bibite fresche.
Ieri mentre rientravo dal capoluogo isolano verso le 23 ho pensato che un sacco di gente, vista la calura del giorno, abbia preferito viaggiare la sera perché davvero è stata una giornata difficile per la temperatura. Oggi ancora più alta. Prima di partire mi sono fermato in piazza San Domenico, nel quartiere Villanova, e non si muoveva una foglia degli alberi della piazzetta. Ho notato che i distanziamento erano rispettati e che per la maggior parte, in particolare i passanti, indossavano la mascherina. Speriamo davvero di ritornare alla normalità e che un eventuale ritorno ci trovi preparati e più tranquilli. Sulla calura di questo periodo noto che ha obnubilato la testa del noto tenore e cantante pop italiano, non vedente, visto che secondo alcune sue dichiarazioni avrebbe sostanzialmente sostenuto le tesi dei negazionisti sul covid19, a quanto pare si è affrettato a rettificate dicendo (classica ciambella di salvataggio) che era stato frainteso. Certo la frase preferita non è per nulla apprezzabile, 《«umiliato e offeso (durante il lockdown) per la privazione della libertà di uscire di casa senza aver commesso un crimine». Se si pensa che abita a Forte dei Marmi in una villa dentro 140 ettari, con vigne e bosco, pensare ad un privazione di libertà farebbe girare i cabasisi a chiunque, maggiormente a chi vive in città in condominio. Totò avrebbe detto "ma mi facci il piacere"
Questi sono tempi difficili per chi riveste una immagine pubblica per cui ciò che dice viene rimbalzato nei social con la velocità della luce. Apprezzo la sua retromarcia. Continuo però a non apprezzarlo musicalmente. Si sa, de gustibus non disputandum est. Ascolto diversi generi musicali ma, non se ne abbia a male, le romanze, cantate da lui, non mi piacciono.
A si biri
Ho scelto questo brano, con un incipit che sa di epico se non fantasticato, che un po'rivorda le scene di Sergio Leone, "Là dove finisce il fiume comincia il film. La storia tremenda di un elettrotecnico che seppe inventare la pila..." perché da ragazzino questo gruppo era in auge e mi fa ricordare tante storie e ovviamente di come ci su divertiva alla fine degli anni 70, con sale da ballo improvvisate e impianto stereo di fortuna. Ricordo che mio cugino aveva in macchina un autoradio stereo8 con cassette giganti, veri e propri contenitori di plastica chiamati cartucce con all'interno una bobina registrata, in confronto le musicassette erano minuscole, e fra queste "Troia" degli Squallor contenente il brano 38 luglio.
Considerato che oggi la colonnina di Mercurio segnala 41 gradi e che ho dovuto interrompere la passeggiata del pomeriggio per via dell'alfa terribile, appena di ritorno a casa ho ricercato in rete il brano. Siamo nell'epoca della musica liquida digitale per cui questo reperto stereo8 ricorda davvero qualcosa di arcaico e da archeologia industriale. Oggi in fase3 dove sembra, almeno da noi, che il covid19 stia allenando la presa possiamo anche rilassarci facendo un flashback su come eravamo, tempo permettendo, ma a ristoro possiamo anche idratarsi con bibite fresche.
Ieri mentre rientravo dal capoluogo isolano verso le 23 ho pensato che un sacco di gente, vista la calura del giorno, abbia preferito viaggiare la sera perché davvero è stata una giornata difficile per la temperatura. Oggi ancora più alta. Prima di partire mi sono fermato in piazza San Domenico, nel quartiere Villanova, e non si muoveva una foglia degli alberi della piazzetta. Ho notato che i distanziamento erano rispettati e che per la maggior parte, in particolare i passanti, indossavano la mascherina. Speriamo davvero di ritornare alla normalità e che un eventuale ritorno ci trovi preparati e più tranquilli. Sulla calura di questo periodo noto che ha obnubilato la testa del noto tenore e cantante pop italiano, non vedente, visto che secondo alcune sue dichiarazioni avrebbe sostanzialmente sostenuto le tesi dei negazionisti sul covid19, a quanto pare si è affrettato a rettificate dicendo (classica ciambella di salvataggio) che era stato frainteso. Certo la frase preferita non è per nulla apprezzabile, 《«umiliato e offeso (durante il lockdown) per la privazione della libertà di uscire di casa senza aver commesso un crimine». Se si pensa che abita a Forte dei Marmi in una villa dentro 140 ettari, con vigne e bosco, pensare ad un privazione di libertà farebbe girare i cabasisi a chiunque, maggiormente a chi vive in città in condominio. Totò avrebbe detto "ma mi facci il piacere"
Questi sono tempi difficili per chi riveste una immagine pubblica per cui ciò che dice viene rimbalzato nei social con la velocità della luce. Apprezzo la sua retromarcia. Continuo però a non apprezzarlo musicalmente. Si sa, de gustibus non disputandum est. Ascolto diversi generi musicali ma, non se ne abbia a male, le romanze, cantate da lui, non mi piacciono.
A si biri
domenica 26 luglio 2020
25 e 26 luglio 2020 - cultura della paura
"Comincio a pensare che sia più facile spaventare la gente che farla ridere", così disse Jim Morrison secondo una delle tante frasi attribuite. Se ha detto questo e se questo si può riferire a questi tempi di Covid19 posso dire che in parte ci ha azzeccato. Lo spavento, cioè la paura, o l'incutere la paura e promettere la sicureza è uno dei migliori elementi che possono contribuire a fare la fortuna di una formazine politica che vuole mietere consensi e scalare i vertici dell'amministrazione con qualsiasi sistema elettorale. Non sembea vero ma anche in questo periodo agitare lo spauracchio di chi viene da fuori, ovviamente parlo di immigrati poveri, i ricchi viaggiano in aereo, miete sempre consensi fra la gente. Se si leggono certi commenti, poi, ti fanno riflettere, quando dicono che il covid viene da fuori e viaggia con gli immigrati, dimenticando che il virus viaggia comodo in prima classe negli aerei di lusso. Il virus non è di certo portato dai migranti nei barconi. Però, nonostante queste bufale, le percentuali dei partiti che agitano queste paure viaggiano sempre ampiamente a due cifre. Poco importa cosa realmente hanno da dire in altre materie quale l'economia o il sociale o addirittura sul campo dei diritti, ed eventualmente sulla loro riduzione. Un'arma, questa dello spavento, che va bene anche ora per la maggioranza ce, nonostante l'abominio e l'incostituzionalità di buona parte dei decreti sicurezza varati dal precedente governo, di cui un pezzo attuale ne faceva parte, non pare sia nell'agenda di questo governo, nel senso di modifica sostanziale ovvero abrogazione. Quindi mi viene da pensare che anche a questo governo, composto da una consistente parte politica che si richiama ai principi progressisti, la paura serve per tenere a bada la gente, ovvero i cittadini. Magari questa paura può essere mitigata con iniezioni di spettacolo, panem et circenses, tanto caro all'impero romano, che possiamo per esempio individuare nel calcio, giocato e parlato, dunque al campionato di calcio che è alle battute finali. Mancano giusto partite, per alcune squadre solo due, e lo scudetto verrà assegnato. Non è che ci voglia tanto a capire a chi, vista la classifica, ma dovremo ancora spettare questa sera per vedere se la matematica dà ragione alla sqadra saldamente in vetta. Per quanto mi riguarda, il campionato della massima serie mi entusiasma poco perchè mi pare, così già da alcuni anni, di assistere ad un campionato fatto a due velocità, per cui il cagliari può aspirare a poco se non quello di galleggiare e permanere in serie A. per il resto mai una gioia se non sporadiche e risibili soddisfazioni. Far ridere è davvero difficile, se non agli sciocchi, il periodo che stiamo affrontando, anche se non si cede alla paura, è davvero preoccupante. Credo avremo un autunno caldo e non so fino a che punto potranno bastare gli ammortizzatori sociali. In questo mare magno sguazzano le associazioni del malaffare che hanno, perchè già da decenni li gestiscono, ampie somme di denaro da imprestare a chi si trova in brutte acque quindi facile preda da assoldare nelle file della mafiosità. Anche in questo credo che si marci a due velocità, così come nel campionato di calcio, quella del nord opulento, quella del sud laddove una "quistione" meridionale è ancora sul tavolo irrisolta. Con la paura, quindi non c'è davvero bisogno di comprarli, i voti sono sempre pronti da attribuire a quella formazione che soffia sulla paura, su questo anche il sud mi pare ci stia cascando visto che alle manifestazioni del leader del nord , chiamato anche ministro della paura, fa un sacco di accoliti e seguaci. Che dire, Jim Morrison forse non aveva sbagliato del tutto. Ma non so se si riferisse a questo tipo di paura.
Credo che in tanti abbiano paura più che di chi viene dall'esterno che dal virus stesso e dalla sua forza di trasmissione, tanto più che ce lo siamo importati noi con il viaggio di affari fi qualche industriale del nord, e questo è provato. Quindi smettiamola con questa paura e pensiamo di gestire problema con quelle poche regole del distanziamento pulizia e protezione individuale. Se no questa paura non finirà. "Meglio una spaventosa fine che uno spavento senza fine" (scritta sul muro, 1977)
È ora di dire basta all Cultura della Paura
... culture of fear
Credo che in tanti abbiano paura più che di chi viene dall'esterno che dal virus stesso e dalla sua forza di trasmissione, tanto più che ce lo siamo importati noi con il viaggio di affari fi qualche industriale del nord, e questo è provato. Quindi smettiamola con questa paura e pensiamo di gestire problema con quelle poche regole del distanziamento pulizia e protezione individuale. Se no questa paura non finirà. "Meglio una spaventosa fine che uno spavento senza fine" (scritta sul muro, 1977)
È ora di dire basta all Cultura della Paura
... culture of fear
venerdì 24 luglio 2020
23, 24 luglio 2020 - graffiti
Tutte le volte che mi capita di fare un viaggio, o pecorrere strade non conosciute, o in città e comuni che non conosco o che non visito da tanto, la prima cosa che noto sono i murales o graffiti, realizzati a seconda della tecnica, spray o pennello. A Cagliari questi ultimi anni è cresciuto tantissimo questo fenomeno, o arte urbana o street art, che ci sta regalando delle bellissime ed interessanti opere dal punto di vista delle immagini dei contenuti e della tecnica. Anche nelle strade, o arterie principali, della nostra Isola di tanto in tanto si intravvedono, in un cavalcavia o in un muro di contenimento o nelle pareti di case di campagna, dei graffiti firmati (taggati) da autori ormai quotati anche a livello internazionale. Giusto l'altro ieri a circa dieci chilometri da Cagliari direzione Sanluri ho intravvisto un nuovo murale, o graffito, del writer Manu Invisible. Lui è uno dei pionieri di questa arte della filosofia hip hop che ha abbracciato un genere chiamato lettering e che si caratterizza per l'uso di un font o di una tag, la firma, ma nel suo caso nello scrivere in maniera artistica e colorata una parola, magari di interesse sociale o di tipo positivo o propositivo. Una delle più note è quello che si trova sotto un cavalcavia con la scritta "Brilla di luce propria" a poca distanza dall'altro "Piccolo come un universo". Ma una delle più famose, riportato anche in serigrafia e tela, è "Resilienza", un termine che sta andando per la maggiore, quasi un tormentone, cioè quella capacità che ha un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Il riferimento a questo periodo di covid19, di questa pandemia, è chiaro, ma ovviamente questo graffito è stato realizzato da diversi anni, quando al limite si parlava di sars ma non in queste proporzioni. Questo autore è noto perchè nessuno conosce il volto, in quanto realizza le opere e si fa vedere in giro con una maschera particolare che ricorda vagamente quella di BatMan. Altro artista che lavora su pareti, che come altri realizza opere con l'intento di regalare emozioni e colore in realtà urbane dove il cemento invade tutto e il verde scarseggia, è Crisa. Nick name di Federico Carta, fratello del cantante pop Marco Carta, noto già da alcuni lustri per le sue opere che ritraggono animali e in particolare delle gigantesche balene con occhi di sembianze umane ma anche per le sue opere, anche su tela o supporti polimaterici, che ritraggono città antenne e occhi che camminano nelle forme più svariate. Dicevo appunto che inizialmente il fenomeno, sopratutto urbano del cagliaritano, del graffitismo è stato caratterizzato da timide espressioni poco artistiche secondo l'idea del bombing o delle tags a poco a poco è stato, poi, sostituito da graffiti multicolorati e soggetti interessanti che riescono a caratterizzare e recuperare aree dove, talvolta, il degrado sociale ha anche bisogno di elementi ed azioni di riscatto e di colore. Nelle Galleria del Sale, cioè quel tragitto che parte dalla zona dello stadio di sant'Elia fino al quartiere La Palma, in particolare i muri che sostengono il canale navigabile che parte, appunto, dalle saline è ricco di graffiti realizzati da ottimi artisti a cui si aggiungono Casciu, noto per i visi barbuti, la FilleBertha, per le sue opere che richiamano visi femminili di bamboline con occhioni. Molti di questi ed altri interessanti autori, come Kofa NinaCastle e Skan, si trovano a Cagliari anche nella zona Terrapieno, vicino al bastione San Remy, una sorta dilaboratorio a cielo aperto. Ma ovviamente i graffiti non si trovano solo nel capoluogo. A San Sperate, paese natale di Pinuccio Sciola, queste nuove forme d'arte si avvicendano ai murales un po' sbiaditi di vari decenni, così pure a Villamar, San Gavino M. Ovviamente anche nelle altre città, Sassari e Oristano, a cui aggiungo l'ormai famosa Orgosolo, non solo terra del ricercato bandito Grazianeddu, dove i graffiti e murales, in particolare, raccontano oltre alle tematiche socio culturali, una storia di resistenza del popolo sardo e della cacciata dei militari da Pratobello a furor di popolo, nel lontano 1969 quando lo Stato decise che in quei territori, comunali, dove nascevano gli armenti degli orgolese dalla notte dei tempi, doveva installarsi un campo permanente di addestramento militare. Dunque questo post, questi spunti, sono necessari per chi viene in Sardegna, ormai Covid Free, con una importante informazione: la Sardegna non è solo mare ma anche sapori colori e graffiti. Ovviamente questo post non ha la minima presunzione di completezza visto che non ho neppure nomitato i tanti comuni, spesso di poche centinaia di abitanti, come Nureci, dove nei giorni di ferragosto si svolte da tanti anni la manifestazione musicale Mama Blues che richiama importanti nomi internazionali. Detto questo, buona visione.
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mercoledì 22 luglio 2020
21 e 22 luglio 2020 - immagini
Quando hai tempo in abbondanza, dopo tutto il tempo passato in lockdown, tanto più se sei in ferie, sollevato dagli incombenti del lavoro agile, le passeggiate di buon mattino ti aiutano ad riordinare le idee. Giusto stamattina passavo nelle stradine del mio paesello e ripassavo a mente le fotografie che, a suo tempo, avevamo fatto in associazione pro loco per allestire una mostra nella struttura di archeologia industriale, fabbrica di tegole e mattoni, in prossimità di una fontana, Funtana de Susu, che risale al periodo punico, appoggiata scavata nella parete calcarea. Ricordo che allora avevamo la necessità di reperire materiale dei primi del secolo, quello scorso dal 900 in poi e, vista la prossimità col ponte della vecchia ferrovia, dove alcune volte al mese vi passa il trenino verde, ci necessitavano diverse fotografie da organizzare per tematiche, fra cui quella del trenino, per noi Sa Caffetera, e alla fine da stampare in una dozzina di banner da appendere alle pareti della fabbrica, o forno. Una, in particolare, riguardava il viaggio in Sardegna di D.H.Lawrence secondo quanto descritto nel suo libro "Mare e Sardegna". Non che se lo meritasse perchè l'autore nel suo resoconto di viaggio bistrattava i miei paesani, descritti come sudici, non conoscendo che quei passeggeri prendevano il trenino per recarsi a lavoro verso le cave di argilla. Fra i vari cartelli di foto si potevano riconoscere portoni di vecchie case del paese, ormai distrutti così come gli archi che sostenevano i grossi portali. Una parte di questi sono stati riadattati o restaurati. Pochi ma ancora imponenti e massicci. Fino agli anni 80-90 era possibile vedere ancora questi archi e cancellate, gli ultimi rimasti, ed io pensando di conservarne quantomeno il ricordo li ho immortalati con una vecchia agfa e mandato a sviluppare il rullino. Alcune di quelle foto scansionate e messe nel pc sono state poi scelte per la mostra. Giusto questo pomeriggio, una coincidenza, i nuovi soci della associazione pro loco, in particolare una neoeletta al consiglio di amministrazione, mi scriveva su whatsapp di chi fosse il cancello in legno, un importante portale a due ante, ritratto in una delle fotografie che facevano parte della mostra; la prima in biancoe nero per sperimentare la presa o il successo fra i paesani. Ovviamente sapevo di cosa parlava e anche della sua domanda. Perché il portale non esiste più ed è stato sostituito con una cancellata a due ante, con ferri ondulati di colore grigio ed attualmente non ancora tinteggiato, dopo vent'anni. Il portone si trova, si trovava allora, fra la casa del suocero e quella di un altro signore che ha costruito la sua casa alla fine degli anni 90. Scrivo questo perchè, come diceva Confucio, ma ripreso da tanti altri che se la sono poi attribuita con piccole sfumature, "un'immagine vale più di mille parole". In questo caso questa immagine è tale da evocare, senza che si descriva o se ne parli, ricordi e sensazioni. In particolare quel portale era, ed è ancora, di accesso ad un ampio cortile che nel ventennio veniva utilizzato per il raduno del sabato visto che il proprietario, diremo quella famiglia, era possidente di terreni e molto vicina, per non dire organica, al regime fascista. Dunque il piazzale veniva utilizzato per parate, in tono minore, di cui conservo delle foto reperite dagli anziani del paese, una che ritrae i figli della lupa e balilla con sorelle mamme e zie in camicetta; ma anche per ascoltare la gara poetica, nel dopoguerra e fino agli ammi 50, perchè raccolta riservata e capace di dare una buona acustica. Potere di una fotografia! Di una immagine. Ovviamente tutte queste riflessioni si possono fare quando si ha tempo a disposizione e mente sgombra. Anche durante le passeggiate, nel silenzio del primo mattino, al fresco, lontano dalla calura di questo mese estivo, il cuore dell'estate. Il tempo libero è importante per fare cose piacevoli ed interessanti e riposare la mente. Non occorre essere ricchi, a cosa serve?! Non invidio i ricchi e facoltosi che non sanno manco quanto hanno nel conto bancario. A me basta poco. Come disse Fernando Pessoa "Guadagnare quanto necessario per il mangiare e il bere, un posto dove abitare, e un po' di spazio per il tempo libero per sognare, scrivere - dormire - che altro posso chiedere agli dèi o sperare dal destino?"
lunedì 20 luglio 2020
19 e 20 luglio 2020 - ferie, eccomi
E poi, senza che neanche te ne rendi conto, arrivano le ferie. Cioè non che ti siano state imposte. Le hai programmate e quella parte intoccabile, di almeno 15 giorni, come dispone il ccnl, te le godi a ristoro delle risorse ed energie psicofisiche perse che diversamente, spezzate, non servono granché. In genere si passano i primi due o tre giorni a organizzare il dolce far niente. In realtà ti ritrovi a pensare di dover fare quelle cose che avevi procrastinato. Tinteggiare un tavolo o una inferriata, ovviamente dopo aver asportato con carta vetrata quella parte della superficie o che con la vernice rimette tutto a lucido perché grippa meglio. Oppure riordinare scaffali e il suo contenuto per verificare il surplus ed inutile da buttare via. O trasferire da un HD all'altro cartelle di mp3 per il backup, che non si sa mai. O indigestione di tivu, ma ti arrendi subito perché è da giorni che i giornalisti non fanno che bombardare gli eustachi con questa storia di "Paesi frugali", un pessimo tormentone.
Ma che dire di quelle gite in posti neanche troppo lontani ma fascinosi magari con concerti. Quest'ultimo lo scarti subito perché il covid19 e le norme sulla sicurezza ne hanno limitate le potenzialità o l'essenza. Questo è quello che ti balena il primo giorno, che scorre via veloce lasciandoti un cerchio alla testa per le riflessioni. Poi, dici, ci penso. Almeno da quale parte iniziare. Intanto hai passato una giornata di ozio, il padre dei vizi, ciondolando da una parte dell'altra in casa in maniera davvero inconcludente. Im tanto un risultato l'hai raggiunto. L'ozio per l'ozio, fine a se stesso, perché l'ozio è anche libertà Cicerone diceva infatti che "Non mi sembra un uomo libero quello che non ozia di tanto in tanto."
In genere dopo due giorni di ozio, non quello estremo, raggiungi il risultato dello svuotamento mentale quando di lunedì credi che sia domenica e quindi non vai a fare spese perché credi che il negozio del vicinato sia chiuso. Questo stadio lo puoi raggiungere al quarto o quinto giorno. Poi te ne restano altri o poco più. Mai disperare sull'uso del tempo. Perché, come dice sempre un caro amico, in ferie non ci si annoia mai, anche perché il tempo è dalla tua parte, o meglio non conta e non devi rendere conto a nessuno. Per questo non pensare che ci si annoi. Non puoi e non devi. In ferie l'imperativo categorico è zero noia. Se sei una persona intelligente ed hai una autostima direi sufficiente sai che non ti può essere fatale e che sopravviverai più forte di prima. Anche perché dopo un breve ritorno a lavoro ti ritrovi intonsa la parte residua di ferie. Come diceva Albert Camus "L’ozio è fatale solo al mediocre." E tu no lo sei. Per ora musica a go go dal jazz al rock, dal punk alla new wave, dal blues a quella etno o afrobeat. Bene.
Buone ferie, ........
Ma che dire di quelle gite in posti neanche troppo lontani ma fascinosi magari con concerti. Quest'ultimo lo scarti subito perché il covid19 e le norme sulla sicurezza ne hanno limitate le potenzialità o l'essenza. Questo è quello che ti balena il primo giorno, che scorre via veloce lasciandoti un cerchio alla testa per le riflessioni. Poi, dici, ci penso. Almeno da quale parte iniziare. Intanto hai passato una giornata di ozio, il padre dei vizi, ciondolando da una parte dell'altra in casa in maniera davvero inconcludente. Im tanto un risultato l'hai raggiunto. L'ozio per l'ozio, fine a se stesso, perché l'ozio è anche libertà Cicerone diceva infatti che "Non mi sembra un uomo libero quello che non ozia di tanto in tanto."
In genere dopo due giorni di ozio, non quello estremo, raggiungi il risultato dello svuotamento mentale quando di lunedì credi che sia domenica e quindi non vai a fare spese perché credi che il negozio del vicinato sia chiuso. Questo stadio lo puoi raggiungere al quarto o quinto giorno. Poi te ne restano altri o poco più. Mai disperare sull'uso del tempo. Perché, come dice sempre un caro amico, in ferie non ci si annoia mai, anche perché il tempo è dalla tua parte, o meglio non conta e non devi rendere conto a nessuno. Per questo non pensare che ci si annoi. Non puoi e non devi. In ferie l'imperativo categorico è zero noia. Se sei una persona intelligente ed hai una autostima direi sufficiente sai che non ti può essere fatale e che sopravviverai più forte di prima. Anche perché dopo un breve ritorno a lavoro ti ritrovi intonsa la parte residua di ferie. Come diceva Albert Camus "L’ozio è fatale solo al mediocre." E tu no lo sei. Per ora musica a go go dal jazz al rock, dal punk alla new wave, dal blues a quella etno o afrobeat. Bene.
Buone ferie, ........
sabato 18 luglio 2020
17 e 18 luglio 2020 - amo la pioggia
Amo la pioggia, lava via le memorie dai marciapiedi della vita (Woody Allen)
Dal primo pomeriggio il sole, a tratti, si è oscurato. Guardi l'app nel cellulare e ti indica che la pioggia potrebbe interessare la parte orientale sarda, le coste. Ascolti il tigì e ti notizia che c'è allerta gialla zona Flumendosa. Visto che ci sei vedi i cerchi e le ellissi delle isobare ma non pare interessino la tua zona, troppo interna e laterale. Che ci sia bassa pressione non ho dubbi. Mi sa, però, che non piove. Nel bel mezzo delle riflessioni meteorologiche ti ricordi che hai i finestrini della tua auto, parcheggiata nel cortile sotto l'albicocco coi finestrini aperti. Con uno scatto felino raggiungi l'abitacolo appena in tempo per chiuderli. Sembra stia arrivando un bel temporale annunciato da goccioloni di pioggia che quando toccano terra si formano queste macchie irregolari che sembrano facce strane alcune a forma di Sardegna. Tempo due minuti e il pavimento del cortile cambia di colore, uniforme. Guardi il cielo è i nuvoloni si sono allontanati. Quelli scuri. A noi per ora ci tocca ancora poco. Che si allontani? Se penso ai grappoli d'uva della spalliera in giardino a cui abbiamo dedicato cure e di recente ampi spruzzi di bordolese, perché la peste nera faceva apparizione la scorsa settimana, non vorrei che questa pioggia fosse malefica. Perché, si sa, poca pioggia "impesta" la vite.
Così, in questa giornata di luglio, con questi pensieri, iniziano le ferie, le mie, quelle estive. Quelle che finalmente arrivano così che abbia più tempo da dedicare a te ai tuoi interessi, al riposo. Vabbè, in questi mesi, dai primi di marzo tempo in più d'avanzo ne abbiamo avuto tutti. Per leggere, passeggiare, ascoltare musica, parlare e mangiare. Perché il lockdown nel bene e nel male a questo ci ha "costretti". Per chi ha avuto spazio per muoversi non è stata così terribile e opprimente come, credo, chi invece in città è stato in appartamenti di 50 mq con la famiglia, alle prese con la didattica a distanza o col lavoro agile. Magari con le tasche vuote. Per me no. In questo sono stato tra i fortunati.
Una prima parte di ferie intonse da fruire, le altre a fine agosto, diversi giorni purtroppo perduti nei fine settimana per le chiusure dell'ufficio. Ma non mi lamento, non potrei, in questo sono un privilegiato rispetto a chi aspetta ancora quote di cassa integrazione, o chi non ha diritto a nessun ammortizzatore sociale. A loro massima solidarietà. Questo covid19 ha devastato l'economia e temo che sarà un autunno caldo. D'altronde anche se l'opposizione strepita non credo che avrebbe avuto altre soluzioni o se ne avrà per superare questa crisi che ci porteremo per anni a venire.
Con queste tristi considerazioni, la pioggia le stimola, chiudo aderendo convinto all'aforisma che è stato l'incipit del post, mi sento di condividerne il senso, sarà che non amo particolarmente l'estate . Amo la pioggia, anche d'estate. E amo questo brano del compianto Ezio Bosso
Dal primo pomeriggio il sole, a tratti, si è oscurato. Guardi l'app nel cellulare e ti indica che la pioggia potrebbe interessare la parte orientale sarda, le coste. Ascolti il tigì e ti notizia che c'è allerta gialla zona Flumendosa. Visto che ci sei vedi i cerchi e le ellissi delle isobare ma non pare interessino la tua zona, troppo interna e laterale. Che ci sia bassa pressione non ho dubbi. Mi sa, però, che non piove. Nel bel mezzo delle riflessioni meteorologiche ti ricordi che hai i finestrini della tua auto, parcheggiata nel cortile sotto l'albicocco coi finestrini aperti. Con uno scatto felino raggiungi l'abitacolo appena in tempo per chiuderli. Sembra stia arrivando un bel temporale annunciato da goccioloni di pioggia che quando toccano terra si formano queste macchie irregolari che sembrano facce strane alcune a forma di Sardegna. Tempo due minuti e il pavimento del cortile cambia di colore, uniforme. Guardi il cielo è i nuvoloni si sono allontanati. Quelli scuri. A noi per ora ci tocca ancora poco. Che si allontani? Se penso ai grappoli d'uva della spalliera in giardino a cui abbiamo dedicato cure e di recente ampi spruzzi di bordolese, perché la peste nera faceva apparizione la scorsa settimana, non vorrei che questa pioggia fosse malefica. Perché, si sa, poca pioggia "impesta" la vite.
Così, in questa giornata di luglio, con questi pensieri, iniziano le ferie, le mie, quelle estive. Quelle che finalmente arrivano così che abbia più tempo da dedicare a te ai tuoi interessi, al riposo. Vabbè, in questi mesi, dai primi di marzo tempo in più d'avanzo ne abbiamo avuto tutti. Per leggere, passeggiare, ascoltare musica, parlare e mangiare. Perché il lockdown nel bene e nel male a questo ci ha "costretti". Per chi ha avuto spazio per muoversi non è stata così terribile e opprimente come, credo, chi invece in città è stato in appartamenti di 50 mq con la famiglia, alle prese con la didattica a distanza o col lavoro agile. Magari con le tasche vuote. Per me no. In questo sono stato tra i fortunati.
Una prima parte di ferie intonse da fruire, le altre a fine agosto, diversi giorni purtroppo perduti nei fine settimana per le chiusure dell'ufficio. Ma non mi lamento, non potrei, in questo sono un privilegiato rispetto a chi aspetta ancora quote di cassa integrazione, o chi non ha diritto a nessun ammortizzatore sociale. A loro massima solidarietà. Questo covid19 ha devastato l'economia e temo che sarà un autunno caldo. D'altronde anche se l'opposizione strepita non credo che avrebbe avuto altre soluzioni o se ne avrà per superare questa crisi che ci porteremo per anni a venire.
Con queste tristi considerazioni, la pioggia le stimola, chiudo aderendo convinto all'aforisma che è stato l'incipit del post, mi sento di condividerne il senso, sarà che non amo particolarmente l'estate . Amo la pioggia, anche d'estate. E amo questo brano del compianto Ezio Bosso
giovedì 16 luglio 2020
15, 16 luglio 2020 - che pizza
Ti rendi conto che, forse, la pandemia almeno da noi è in fase calante solo quando vai con gli amici in pizzeria e ti sembra una serata normale. Se a questo si aggiungono che da ieri tira un bel maestrale, nell'isola è il vento più frequente, ti fa dimenticare che abbiamo superato metà luglio e a Cagliari non ricordo una estate così mite. Altri anni fra afa sole e zanzare dovevi condire il tutto con imprecazioni per far passare i nervi; ovviamente non serve a nulla, ma ti scarica. Intanto i contagi scendono ma non siamo ancora tranquilli. In sardo si dice "sa coa est mala a iscroxai" (la coda è difficoltosa da scuoiare). Nel resto del mondo sento notizie pazzesche, se penso alle risate che si sarà fatto quel tycoon di Trump sulle nostre restrizioni e chiusi in casa. Ora ha un bel da fare e dire per rassicurare i suoi elettori, intanto ai suoi comizi chissà quanti contagiati. Che bei cretini e incoscienti per non dire criminali. Certo ha comunque i suoi mezzi di distrazione di massa come la guerra fredda con la Cina. Occhio però. Quelli sono un miliardo e settecentomilioni. Ragionano in prospettiva e hanno una visione del tempo a lungo termine. Gli yankees non mi pare siano delle aquile. Sono arroganti e prepotenti. Tutto qui.
Vediamo cosa succede nel giro di qualche mese. Novembre non è così lontano e le elezioni americane si avvicinano. Resta sempre, ovviamente, che il popolo è bue e dimentica presto. Ma non dispero. Non tifo per Biden perché in politica estera è uguale agli altri. Però. Ci tengo che il maiale perda, magra soddisfazione, ma non mi dispiacerebbe.
Detto questo, mentre scrivo in macchina che aspetto gli amici, mi avvio al termine di questo breve post. Ho in mente una pizza bianca con peperoni olive e guanciale. Non sono vegetariano, gli ingredienti si sposano bene. Vino rosso quanto basta. Poi devo guidare. Un buon carignano ci sta bene. Prosit. Intanto ho rispolverato Amen dei Baustelle. Sembra adatto al periodo.
《Dice il governo che è passato ormai l'inferno
E ti ho sposato, qui, fra i topi neri e i fiori
Il cranio ti ho mangiato》Antropophagus - Baustelle
Vediamo cosa succede nel giro di qualche mese. Novembre non è così lontano e le elezioni americane si avvicinano. Resta sempre, ovviamente, che il popolo è bue e dimentica presto. Ma non dispero. Non tifo per Biden perché in politica estera è uguale agli altri. Però. Ci tengo che il maiale perda, magra soddisfazione, ma non mi dispiacerebbe.
Detto questo, mentre scrivo in macchina che aspetto gli amici, mi avvio al termine di questo breve post. Ho in mente una pizza bianca con peperoni olive e guanciale. Non sono vegetariano, gli ingredienti si sposano bene. Vino rosso quanto basta. Poi devo guidare. Un buon carignano ci sta bene. Prosit. Intanto ho rispolverato Amen dei Baustelle. Sembra adatto al periodo.
E ti ho sposato, qui, fra i topi neri e i fiori
Il cranio ti ho mangiato》Antropophagus - Baustelle
martedì 14 luglio 2020
13 e 14 luglio 2020 - la retorica mi annoia
《Al principio dei flagelli e quando sono terminati, si fa sempre un po’ di retorica. Nel primo caso l’abitudine non è ancora perduta, e nel secondo è ormai tornata. Soltanto nel momento della sventura ci si abitua alla verità, ossia al silenzio.》
(Albert Camus, La peste)
Non so se l'arte della retorica, ai principi di marzo, si sia smarrita o inabbissata come in un fiume carsico. Oppure se in questa fase 3 di convivenza virale sia ritornata, cosìcome lo è sempre stata dall'antica Roma. Però di questi tempi di iper informazione dove i media tengono banco, dove chi interviene o viene intervistato non vede l'ora di dire la sua, con sfumature e piccole differenze rispetto ai co relatori, vedo che costoro si piacciono a dire quel che pensano su tutto e tutti. Per caso ieri nel dopo tigì mi sono fermato, per qualche minuto, a sentire questi signori che, sebbene della stessa parte politica, marcavano il loro territorio con sfumature che non avevano il senso di dare torto agli altri, ma neppure ragione. Si vede che le carte sono ancora coperte e che qualcuno si sta preparando a fare il salto della quaglia o a sposare il mostro. Certo dopo il ventennio dell'homo Arcorensis ora tutto è possibile. I partiti sono liquefatti, liquidi, leggeri, evanescenti per cui ognuno si fa il partito di cui sarà il leader oppure esce dal gruppo dove è stato eletto per contare di più o far saltare il banco. Gli effetti di di quel signore brianzolo si faranno sentire credo per altri lustri quando probabilmente gli effetti del virus saranno dimenticati o obliterati. Eh si! non c'è peste peggiore dell'uomo stesso. Sono quindi andato a verificare i curricula di questi signori e, rispetto a ciò che dicevano, erano vistose le contraddizioni rispetto a ciò che hanno fatto in passato o detto. Per questo non credo che sia effetto del virus, è che certe abitudini sono dure a morire. Se la retorica resiste anche in situazioni di stato di emergenza vuol dire che non c'è speranza. E allora ti devi rifugiare immergendoti nelle letture con tappeto musicale a basso volume. A un certo punto mi sono pure sintonizzato nella stazione radiofonica dove si trasmetteva inter torino, però Morfeo e sopraggiunto impedendomi di conoscere il risultato, che ho appreso giusto stamattina in rete. Poco male. Tornando a quei signori che mi hanno tediato oltremodo, è chiaro che certuni non sono ancora caduti nella sventura, se no non sarebbero stati li a brigare per un tornaconto elettorale o giù di lì o per un gettone di presenza, non così invece diversamente chi di fronte alla realtà, quella che ti da fare i conti con la crisi, che ti inchioda al silenzio. Che almeno non disturbi la sensibilità e le orecchie di sventurati utenti di quella tivu che paghi, obtorto collo, perché lo ritrovi in bolletta. Non che la musica cambi nelle reti cosiddette private, anzi lì il fetore e il chiasso è più fastidioso, almeno non paghi.
Per ora restiamo in attesa della fine di questo periodo funesto, come l'anno bisesto, nella speranza che fame e morte ci risparmi.
Anno bisesto fame, morte e peste. (Proverbio popolare)
Fanculo al covid19 ma anche a chi si piace a parlare in tivu. Fanculo anche alla retorica che, come disse Pirandello, <<La Retorica, insomma, era come un guardaroba: il guardaroba dell’eloquenza dove i pensieri nudi andavano a vestirsi. E gli abiti, in quel guardaroba, erano già belli e pronti, tagliati tutti sui modelli antichi, o meno adorni, di stoffa umile o mezzana o magnifica, divisi in tante scansie, appesi alle grucce e custoditi dalla guardarobiera che si chiamava convenienza. Questa assegnava gli abiti acconci ai pensieri che si presentavano ignudi>>
(Albert Camus, La peste)
Non so se l'arte della retorica, ai principi di marzo, si sia smarrita o inabbissata come in un fiume carsico. Oppure se in questa fase 3 di convivenza virale sia ritornata, cosìcome lo è sempre stata dall'antica Roma. Però di questi tempi di iper informazione dove i media tengono banco, dove chi interviene o viene intervistato non vede l'ora di dire la sua, con sfumature e piccole differenze rispetto ai co relatori, vedo che costoro si piacciono a dire quel che pensano su tutto e tutti. Per caso ieri nel dopo tigì mi sono fermato, per qualche minuto, a sentire questi signori che, sebbene della stessa parte politica, marcavano il loro territorio con sfumature che non avevano il senso di dare torto agli altri, ma neppure ragione. Si vede che le carte sono ancora coperte e che qualcuno si sta preparando a fare il salto della quaglia o a sposare il mostro. Certo dopo il ventennio dell'homo Arcorensis ora tutto è possibile. I partiti sono liquefatti, liquidi, leggeri, evanescenti per cui ognuno si fa il partito di cui sarà il leader oppure esce dal gruppo dove è stato eletto per contare di più o far saltare il banco. Gli effetti di di quel signore brianzolo si faranno sentire credo per altri lustri quando probabilmente gli effetti del virus saranno dimenticati o obliterati. Eh si! non c'è peste peggiore dell'uomo stesso. Sono quindi andato a verificare i curricula di questi signori e, rispetto a ciò che dicevano, erano vistose le contraddizioni rispetto a ciò che hanno fatto in passato o detto. Per questo non credo che sia effetto del virus, è che certe abitudini sono dure a morire. Se la retorica resiste anche in situazioni di stato di emergenza vuol dire che non c'è speranza. E allora ti devi rifugiare immergendoti nelle letture con tappeto musicale a basso volume. A un certo punto mi sono pure sintonizzato nella stazione radiofonica dove si trasmetteva inter torino, però Morfeo e sopraggiunto impedendomi di conoscere il risultato, che ho appreso giusto stamattina in rete. Poco male. Tornando a quei signori che mi hanno tediato oltremodo, è chiaro che certuni non sono ancora caduti nella sventura, se no non sarebbero stati li a brigare per un tornaconto elettorale o giù di lì o per un gettone di presenza, non così invece diversamente chi di fronte alla realtà, quella che ti da fare i conti con la crisi, che ti inchioda al silenzio. Che almeno non disturbi la sensibilità e le orecchie di sventurati utenti di quella tivu che paghi, obtorto collo, perché lo ritrovi in bolletta. Non che la musica cambi nelle reti cosiddette private, anzi lì il fetore e il chiasso è più fastidioso, almeno non paghi.
Per ora restiamo in attesa della fine di questo periodo funesto, come l'anno bisesto, nella speranza che fame e morte ci risparmi.
Anno bisesto fame, morte e peste. (Proverbio popolare)
Fanculo al covid19 ma anche a chi si piace a parlare in tivu. Fanculo anche alla retorica che, come disse Pirandello, <<La Retorica, insomma, era come un guardaroba: il guardaroba dell’eloquenza dove i pensieri nudi andavano a vestirsi. E gli abiti, in quel guardaroba, erano già belli e pronti, tagliati tutti sui modelli antichi, o meno adorni, di stoffa umile o mezzana o magnifica, divisi in tante scansie, appesi alle grucce e custoditi dalla guardarobiera che si chiamava convenienza. Questa assegnava gli abiti acconci ai pensieri che si presentavano ignudi>>
domenica 12 luglio 2020
11 e 12 luglio 2020 - stato di emergenza
Siamo finiti nella Fase 3 con tutte le scarpe e forse non ci siamo ancora resi conto che almeno per tanto tempo ci resteremo. Sarà una mia impressione ma in questo stato ci resteremo per parecchio. Se avessi giocato una scommessa avrei vinto, quella che ci libereremo della Fase non prima del termine dell'anno. La notte di Capodanno tutti a brindare l'arrivo del nuovo senza le pastoie dello stato di emergenza. Fantasie da colpo di sole, angosce? No, credo siano impressioni che potranno essere suffragate da elementi certi nei prossimi giorni. Tant'è che si parla sempre più insistentemente della proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre. Questa cosa rischia davvero di creare molti mal di pancia e preoccupazioni non solo nelle opposizioni del Paese. Certo ci sarà un passaggio parlamentare ma il pericolo è che la Costituzione inizi un periodo sospensivo dove anche una sola circolare può statuire obblighi divieti o prescrizioni che vanno contro di essa. Penso a tutta l'attività, per esempio, che si svolge nella pubblica amministrazione dove come spesso mi capita di scrivere o sentire si fa una imbarazzante confusione tra Smart working e telelavoro. Se già ora direttori o funzionari fanno entrare nel testo della norma, ovviamente parlo di quella amministrativa secondaria, interpretazioni estensive o fantasiose credo che una serie di errori interpretativi, voluti, diventino prassi assodata. Immagino una vertenzialità alta nei luoghi di lavoro. Ma penso anche che le incertezze prorogate ad libitum per altri mesi non giovino allo stato sociale. Per cui le preoccupazioni esternate dal ministro dell'interno su possibili tensioni sociali autunnali, visto il crescente numero di disoccupati e senza ammortizzatori sociali, credo che già ne vediamo i segnali. Non che la situazione mondiale sia migliore. Se penso alla situazione nel continente americano tutto dove il numero dei contagi e i decessi registrano numeri spaventosi qui da noi ormai sono davvero risibili. Capisco però che un ritorno del virus autunnale potrebbe essere devastante e fuori controllo e da questo anche l'idea di dotarsi di strumenti normativi per farvi fronte come la proroga dello stato di emergenza. Non dimentichiamo però che in quel periodo ci saranno tutte le tornate elettorali amministrative e che le opposizioni scalpitano e soffiano da tempo sul malcontento. Non vorrei che si stesse usando la proroga con quel che consegue per tenere armi in più da parte governativa. Come cittadino chiedo quantomeno certezza del diritto e contorni chiari. Detto questo non mi è sfuggito quello che il governatore sardo e la sua maggioranza ha fatto, tra un fumogeno una esternazione e l'uso dei mezzi di distrazione di massa, sul Piano Paesaggistico Regionale. Nonostante la maratona di emendamenti dell'opposizione, circa 1200, a colpi di scure questi ascari stanno regalando ai palazzinari una formidabile occasione di rovinare le coste sarde riempiendo di cemento in ogni dove. Vergogna, questi traditori del popolo sardo che di richiamano a Lussu non hanno uno straccio di pudore. Ma si sa i sardi sono "pocos locos y malunidos" e in questo caso anche eterodiretti dai fascioleghisti. Chissà che i sardi si rendano conto di chi hanno votato, ma anche quella metà dell'elettorato che non si è recato alle urne credo debbano fare una riflessione. Certo che la scelta su cui mettere la croce nella scheda ha dato anche a me forti dubbi perché in verità ci siamo rotti le palle di votare il meno peggio o contro. Tuttavia con questi ingredienti si fa il brodo. E il risultato è questo. La destra portavoce delle lobbies del cemento e altre schifezze unita sulla tutti. In Sardegna non è che sua diverso, anzi spesso è stata usata come laboratorio politico sperimentale. E, ripeto, il risultato è questo bordo schifoso.
Anche a Cagliari gli elettori hanno ragionato contro o con l'astensione e all'esito dello spoglio ci siamo ritrovati un medievale bigotto sentinello in piedi tutto chiacchiere e distintivo. Per ora abbiamo molto tempo in avanti per riflettere ma all'orizzonte non si vedono prospettive rassicuranti o una compagine progressista che alle prossime elezioni possa ribaltare il risultato e disarcionare questi incompetenti eterodiretti. Si sa "il sonno della ragione genera mostri" e forse il fondo non è stato ancora raggiunto.
Per ora, con queste pillole amare di pessimismo domenicale, tra raffiche di maestrale che soffia e che modella le coste sarde da milioni di anni credo di avervi tediato abbastanza. Alla prossima. Meglio se mi rinfranco l'umore con la musica. Magari con un bel punketino ruspante o rockandroll dei Ramones. Chessò ...
Adios Amigos...
perché non voglio crescere?
I don't wanna grow up?
Può essere
Anche a Cagliari gli elettori hanno ragionato contro o con l'astensione e all'esito dello spoglio ci siamo ritrovati un medievale bigotto sentinello in piedi tutto chiacchiere e distintivo. Per ora abbiamo molto tempo in avanti per riflettere ma all'orizzonte non si vedono prospettive rassicuranti o una compagine progressista che alle prossime elezioni possa ribaltare il risultato e disarcionare questi incompetenti eterodiretti. Si sa "il sonno della ragione genera mostri" e forse il fondo non è stato ancora raggiunto.
Per ora, con queste pillole amare di pessimismo domenicale, tra raffiche di maestrale che soffia e che modella le coste sarde da milioni di anni credo di avervi tediato abbastanza. Alla prossima. Meglio se mi rinfranco l'umore con la musica. Magari con un bel punketino ruspante o rockandroll dei Ramones. Chessò ...
Adios Amigos...
perché non voglio crescere?
I don't wanna grow up?
Può essere
venerdì 10 luglio 2020
9 e 10 luglio 2020 - guardo il mondo dall'oblò
E guardo il mondo dall'oblò mi annoio un po', cantava Gianni Togni quarant'anni fa col brano Luna. Questi giorni di Fase Tre ti sembra davvero di guardare il mondo da quella prospettiva, come chi guarda dai finestrini di una navicella spaziale o da quel fantasmagorico Yellow Submarine dei Beatles che ricorda tanto il mondo fantastico di Alice nel paese delle meraviglie. Sarà il caldo afoso di questo mese, in sardo chiamato Trìbulas, il mese del raccolto, che già dalle 8 del mattino senti il frinire delle cicale. Sarà quel sole che ti infastidisce per i raggi caldi e insopportabili dalla parte in cui guidi al mattino quando vai a Cagliari, perché lo trovi ad est, mentre al ritorno il tardo pomeriggio ad ovest quando cala ma pizzica ancora. Sarà che le zanzare non vanno mai in ferie neppure a natale, figuriamoci d'estate. Sarà che il covid19 ha preso davvero alle palle e che, d'accordo ci stiamo attendendo alle regole, però. Sarà quello che vi va però, davvero, a volte immagino di vedere il mondo dall'oblò e talvolta mi annoio pure. Anche a sentire le amenità di tutti, virologi blasonati compresi. Per non dire dei 60 milioni di nuovi allenatori che di fretta stanno smettendo i panni dei virologi, che poi sono gli stessi per la pandemia. In tutto questo parlare una piccola soddisfazione me la sono presa, apprendere che Bolsonaro è positivo al covid19 ti fa ridere e divertire, parlo di quel presidente fascio che purtroppo governa il Brasile e che i giorni scorsi ha praticamente osteggiato con norme l'uso delle mascherine, ed oggi si ritrova con un un aumento esponenziale giornaliero di contagiati a più zeri. Anche se si dice che "zente mala non nde morit" (la gente cattiva non muore), mi piace pensare che soffrirà e che avrà una bella fifarella di andare da Satanasso. Ben gli sta. Prima di lui c'è già passato Boris Johnson e avete visto il dietro Front clamoroso. In questa situazione di ranghi ridotti mi diverte pure pensare alla caccia a Gratzianeddu Mesina, a cui come ho scritto in un recente post non esprimo solidarietà in quanto conterraneo tantomeno lo considero eroe, ma questa ricerca mi diverte, lo dico come osservatore distratto. Perché pensare che a 80 anni circa fa parlare ancora di sé quando era nel cul de sac dell'oblio, che la tecnologia droni cellulari cazziemazzi cibernetici gli fanno un baffo, sarà infantile, ma mi diverte, e me lo immagino mangiando prosciutto pane e formaggio, magari a pochi passi da casa, alla faccia dei giornalisti che teorizzano fughe in Corsica o in "Su Corru de sa furca", che poi sono gli stessi che se ne strafottono, ormai non più on topic nei giornali, di parlare del boss Matteo Messina Denaro di cui non conoscono manco la faccia mentre continua da latitante di professione a condurre il traffico internazionale del crimine mafioso. Mentre ora è di moda Mesina re del Supramonte. Vorrei annoiarmi perché quello che succede dà noia, ma anche fastidio. Perché i segni che non ne usciremo migliori da questa storia di pandemia ci sono tutti. Anche a sentire che il Dpcm prosegue il suo cammino perché si ha paura del ritorno del coronavirus allo stadio di quegli idi di marzo. Mi annoiano i sostenitori vecchi e nuovi del lockdown. Perché poco ne capivano prima , oggi di meno. Vorrei annoiarmi giusto per pensare ad altro. Ma il rumore di fondo, il noise, è persistente. Sarà la stanchezza? Dicevano i CCCP, in Emilia paranoica, 《è un pò che non mi annoio / aspetto un’emozione / sempre più indefinibile.
Intanto resistiamo. Fanculo covid19
Intanto resistiamo. Fanculo covid19
mercoledì 8 luglio 2020
7,8 luglio 2020 - anima migrante
Diceva Seneca "Chi è impreparato teme anche le piccolezze". Non sono in grado di inserire questo aforisma in un discorso frammento opera o altro, laddove il filosofo stoicista affrontava chissà quale argomento o trattazione. Forse gli è stato attribuito, volente o nolente, come spesso capita che si fra una citazione dotta e che magari risente di diverse traduzioni da una lingua all'altra, mutando talvolta anche di senso quello che originariamente voleva dire chi l'ha proferito. Nella vulgata regionalista ci sono diversi proverbi che ricalcano il senso di questo aforisma, che spesso si rifà alla pavidità della persona o all'indecizione nell'affrontare scelte necessitate o necessarie procrastinandone alle calende greche la scelta. In sardo si dice "ispantamiseros" (spaventa miseri, di animo) quella situazione per cui colto alla sprovvista l'essere umano poco dotato di coraggio e determinazione si abbatte e si spaventa. Così è. Quando devi fare una scelta e sei preparato da tempo metti davanti tutte le opzioni positive o negative, risultati, convenienze, tutto orientato verso un risultato che non ti reca svantaggio oppure ti reca un danno minore. Così penso a chi ha perduto tutto, in seguito ad un conflitto bellico, con la casa distrutta, i propri cari uccisi, le proprie idee invise da chi governa, decide, obtorto collo, di lasciare tutto e, con un colpo di accetta, magari di varcare il mare per andare da un'altra parte, per ricominciare. L'homo sapiens si sposta da millenni quindi non ci deve meravigliare chi, oggi spinto da necessità vitali, primum vivere, decide di andarsene dal proprio Stato o territorio. Alla ricerca di una vita migliore. Poi ti ritrovi a sbarcare nelle coste di una Nazione come l'Italia dove da sempre era la culla dell'accoglienza e dove nell'umanesimo aveva fatto della diversità di genti di popoli la ricchezza e la proiezione verso un mondo migliore. Non dimentichiamoci che Roma, pur nella bestialità dell'impero, conquistati i territori romanizzava i suoi abitanti (certo magari a fil di daga) e li considerava cittadini a tutti gli effetti, i quali pagando tributi e si senticano a casa propria pur a centinaia di kilometri. Oggi mi pare che si sia tornati indietro, per certi versi nel medioevo, dove si mettono in discussione diritti e conquiste sociali acquisite, dove il fanatismo religioso si affronta col proprio fanatismo nel nome di una civiltà che, se non accogli gli altri, tanto più in difficoltà, civiltà non è più in senso assoluto. Quindi partendo da le "piccolezze" posso dire che anche questa pandemia ci ha dimostrato che la vita è densa di difficoltà ed erta di imprevisti. Le piccolezze così come le cose gravi e più imprtanti vanno sempre affrontate, che le cose complicate sono anche la sommatoria di piccole cose. Credo invece che intorno ci siano davvero tante persone chevsi spaventano per poco dando un valore o un'importanza abnorme per "cose" che in relatà sono effimere e transeunte. Ho come l'impressione che se usciremo migliorati comunque ci sarà una parte di persone che continueranno ad essere preda degli "ispantamiseros", cioè di chi ti prefigura un futuro incerto per cui anzichè affrontarlo tutti insieme ci si scaglia addosso agli "ultimi" a chi davvero con coraggio invece ha affrontato pericoli gravi insieme alle piccolezze, saltando il mare su un gommone. Mentre c'è chi in mezzo agli agi aizzato da chi vuole fare bottino di voti alle prossime tornate elettorali addossa la colpa di tutto ciò che accade a chi viene da fuori. Così ti ritrovi a sentire che gli immigrati portano le pestilenze, mentre poi in concreto le agenzie battono la notizia per cui un imprenditore veneto nell'idea che il covid19 non è affar suo, nonostante il contagio nei suoi frequenti spostamenti decide di continuare a lavorare mettendo in serio pericolo i lavoratori della sua azienda, che fa capire come esista prima dell'uomo il profitto. Io credo che questi personaggi non ci debbano essere e che la comunità stessa dovrebbe biasimarli perchè con questi comportamenti si mette fuori dalla comunità. Parafrasando il maestro Morricone recentemente scomparso, questi personaggi "Per un pugno di dollari" offendono l'umanità. Detto questo mi ritiro nel mio quotidiano fatto di piccole cose, anche se talvolta non sono preparato, ma che affronto con serenità.
La colonna sonora odierna è un slbum degli Almamegretta dove le tematiche dell'immigrazione ci sono tutte: Animamigrante
La colonna sonora odierna è un slbum degli Almamegretta dove le tematiche dell'immigrazione ci sono tutte: Animamigrante
lunedì 6 luglio 2020
5 e 6 luglio 2020 - per un pugno di ... note
E chi se lo scorda quel fischio di Alessandro Alessandroni nelle musiche del grande Morricone. In "Per un pugno di dollari" ti entra nelle orecchie e prosegue nella tua testa anche dopo i titoli di coda. Questo era Ennio Morricone. Associava sequenze sguardo sensazioni alla musica. Quando sentivi un pezzo vedevi subito la faccia di Clint Eastwood, col sigaro spento in bocca, o lo sguardo di Claudia Cardinale, o quello di Robert De Niro. Perché Morricone è anche questo, cinema e musica inestricabile ed inscindibile. Cinquecento e più colonne sonore mai banali, studiate nei minimi particolari perché era un perfezionista ma anche sperimentatore. Per no dire di cosa è stato per la musica anche d'autore italiana.
Se ne va, pacato, senza disturbare, come ha scritto nel suo necrologio, superata la novantina. A lui saremo sempre grati per la colonna sonora di momenti anche importanti della nostra vita. Per me è il ricordo dell'infanzia quando si andava al cinema parrocchiale con i bollini del catechismo, una visione di un film ogni 5, dove al buio fischiettando ti immedesimavi nel personaggio western all'italiana dell'altro genio Sergio Leone. Poi si cresce di film sono altri, ma lui è sempre pronto a stupirti con note che ti emozionano come in C'era una volta l'America. E potrei andare all'infinito ricordando le serate invernali quando si guardava la tivu con repliche di film dove le musiche erano sempre due, di Morricone. Ed ora dopo quest'ingombrante lascito emozionale ci lascia alle nostre giornate ormai rituali, con tanta voglia di evadere da questo asfittico periodo pandemico, ma prima di chiudere i lascito con una citazione di Per Un Pugno di Dollari, alla musica pensateci su.
《Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto»
Morricone, che la terra ti sia lieve.
Se ne va, pacato, senza disturbare, come ha scritto nel suo necrologio, superata la novantina. A lui saremo sempre grati per la colonna sonora di momenti anche importanti della nostra vita. Per me è il ricordo dell'infanzia quando si andava al cinema parrocchiale con i bollini del catechismo, una visione di un film ogni 5, dove al buio fischiettando ti immedesimavi nel personaggio western all'italiana dell'altro genio Sergio Leone. Poi si cresce di film sono altri, ma lui è sempre pronto a stupirti con note che ti emozionano come in C'era una volta l'America. E potrei andare all'infinito ricordando le serate invernali quando si guardava la tivu con repliche di film dove le musiche erano sempre due, di Morricone. Ed ora dopo quest'ingombrante lascito emozionale ci lascia alle nostre giornate ormai rituali, con tanta voglia di evadere da questo asfittico periodo pandemico, ma prima di chiudere i lascito con una citazione di Per Un Pugno di Dollari, alla musica pensateci su.
《Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto»
Morricone, che la terra ti sia lieve.
sabato 4 luglio 2020
3 e 4 luglio - Gratzianeddu, la fine di un mito?
Nel post scorso facevo conto della scomparsa dell'orgolese Grazianeddu Mesina ridiventato super latitante dopo che, avanti ieri, si era reso irreperibile alle forze di polizia qualche ora prima che la Cassazione gli confermasse 30 anni di reclusione. Ci ho pensato un po' e mi pareva brutto parlarne però ci sono cose che talvolta ti costringono a prendere posizione anche se talvolta controcorrente. Giusto per esprimere il tuo parere. Senza alcuna pretesa.
Il primo cittadino di Orgosolo, paese del centro della Barbagia, con un piglio istituzionale ma anche con un un atteggiamento che sottende la presa di distanza da quello che, a ragione o a torto, per molti sardi era diventato un mito intervistato da Videolina dice che "Umanamente è una vicenda che dispiace però è giusto che la giustizia faccia il suo corso" poi prosegue dicendo che a Orgosolo in questo periodo di pandemia ci sono problemi ben più importanti da risolvere. Questo è, forse, l'epilogo o l'uscita di scena di questo "mito", esponente di spicco del banditismo sardo del dopoguerra, la sua carriera ebbe inizio a 14 anni arrestato per porto d'armi abusivo, conosciuto per una ventina di rocambolesche fughe dai penitenziari, dieci delle quali portate riuscire, famoso per il suo ruolo di mediatore nel sequestro del piccolo Farouk Kassam.
La figura del bandito ribelle ha per una piccola parte influenzato la cultura cinematografica e musicale, in particolare un gruppo hip hop isolano Sa Razza gli ha interamente dedicato il brano Vero Sardo G. Lo stesso Giangiacomo Feltrinelli nel 1968 cercò di contattarlo per verificare se era possibile una area di indipendentismo sardo con a capo Gratzianeddu. Questo almeno secondo i documenti della Commissione parlamentare di inchiesta stragi.
Nel 2004 riceve la grazia dal Presidente della Repubblica Ciampi. Nessuno poteva immaginare che questo bandito, gentiluomo?, chiamato il re del Supramonte, tutto proiettato verso una nuova vita "onesta", si sarebbe macchiato del reato di traffico internazionale di stupefacenti, che gli è costata la condanna a 30 anni e la cancellazione della grazia. La Cassazione ha decretato che la condanna è giusta e che quindi dovrà scontare la pena nelle patrie galere fino a al compimento di 108 anni. In pratica come disse lo stesso Mesina, una condanna al carcere perpetuo. Non ho mai capito l'interesse di tanti giovani che lo hanno seguito come un mito, certo è che secondo la morale di chi crede in quei valori umani di libertà indipendenza et similia trovarsi difronte il proprio mito che traffica droga non deve essere stato bello da mandare giù.
In ogni caso, nel bene e nel male, Gratzianeddu ha consentito di far conoscere, anche a livello internazionale, il suo paese natale che per fortuna ora è conosciuto più per i murales il territorio del Supramonte, il costume coloratissimo, i gruppi a Tenores e la cucina piuttosto che per lui , il mito superlatitante.
Detto questo spero che se davvero dobbiamo parlare di miti o personaggi positivi la Sardegna ne ha in quantità e qualità, a partire da Antonio Gramsci, Emilio Lussu, per proseguire con Grazia Deledda premio Nobel per la letteratura, lo scultore Francesco Ciusa, gli artisti Maria Lai di Ulassai, Antine Nivola di Orani, Pinuccio Sciola di San Sperate, ancora Salvatore Satta giurista e padre del codice di procedura civile, i poeti Sebastiano Satta e Peppino Mereu, il jazzista di fama internazionale Paolo Fresu. E potrei continuare ancora. Per questo non capisco questo piglio infantile di chi esalta figure come Mesina dinenticandosi che la mostra terra ha prodotto personaggi davvero autentici puri che avrebbero meritato maggiore considerazione. Forse la scuola non ha fatto tutto quello che doveva e poteva. Che dire, chissà che si consegni nel breve termine alla giustizia e che si rassegni al tempo che passa. Ma c'è comunque speranza che venga archiviato questo falso mito che probabilmente non merita lo spazio che i media anche oggi gli dedicano. Si sa però che in tempi di covid19 le notizie languono e che i fatti di cronaca, che un tempo aumentavano la vendita dei quotidiani, tirano ed attirano più di altri.
A menzus bìere
Il primo cittadino di Orgosolo, paese del centro della Barbagia, con un piglio istituzionale ma anche con un un atteggiamento che sottende la presa di distanza da quello che, a ragione o a torto, per molti sardi era diventato un mito intervistato da Videolina dice che "Umanamente è una vicenda che dispiace però è giusto che la giustizia faccia il suo corso" poi prosegue dicendo che a Orgosolo in questo periodo di pandemia ci sono problemi ben più importanti da risolvere. Questo è, forse, l'epilogo o l'uscita di scena di questo "mito", esponente di spicco del banditismo sardo del dopoguerra, la sua carriera ebbe inizio a 14 anni arrestato per porto d'armi abusivo, conosciuto per una ventina di rocambolesche fughe dai penitenziari, dieci delle quali portate riuscire, famoso per il suo ruolo di mediatore nel sequestro del piccolo Farouk Kassam.
La figura del bandito ribelle ha per una piccola parte influenzato la cultura cinematografica e musicale, in particolare un gruppo hip hop isolano Sa Razza gli ha interamente dedicato il brano Vero Sardo G. Lo stesso Giangiacomo Feltrinelli nel 1968 cercò di contattarlo per verificare se era possibile una area di indipendentismo sardo con a capo Gratzianeddu. Questo almeno secondo i documenti della Commissione parlamentare di inchiesta stragi.
Nel 2004 riceve la grazia dal Presidente della Repubblica Ciampi. Nessuno poteva immaginare che questo bandito, gentiluomo?, chiamato il re del Supramonte, tutto proiettato verso una nuova vita "onesta", si sarebbe macchiato del reato di traffico internazionale di stupefacenti, che gli è costata la condanna a 30 anni e la cancellazione della grazia. La Cassazione ha decretato che la condanna è giusta e che quindi dovrà scontare la pena nelle patrie galere fino a al compimento di 108 anni. In pratica come disse lo stesso Mesina, una condanna al carcere perpetuo. Non ho mai capito l'interesse di tanti giovani che lo hanno seguito come un mito, certo è che secondo la morale di chi crede in quei valori umani di libertà indipendenza et similia trovarsi difronte il proprio mito che traffica droga non deve essere stato bello da mandare giù.
In ogni caso, nel bene e nel male, Gratzianeddu ha consentito di far conoscere, anche a livello internazionale, il suo paese natale che per fortuna ora è conosciuto più per i murales il territorio del Supramonte, il costume coloratissimo, i gruppi a Tenores e la cucina piuttosto che per lui , il mito superlatitante.
Detto questo spero che se davvero dobbiamo parlare di miti o personaggi positivi la Sardegna ne ha in quantità e qualità, a partire da Antonio Gramsci, Emilio Lussu, per proseguire con Grazia Deledda premio Nobel per la letteratura, lo scultore Francesco Ciusa, gli artisti Maria Lai di Ulassai, Antine Nivola di Orani, Pinuccio Sciola di San Sperate, ancora Salvatore Satta giurista e padre del codice di procedura civile, i poeti Sebastiano Satta e Peppino Mereu, il jazzista di fama internazionale Paolo Fresu. E potrei continuare ancora. Per questo non capisco questo piglio infantile di chi esalta figure come Mesina dinenticandosi che la mostra terra ha prodotto personaggi davvero autentici puri che avrebbero meritato maggiore considerazione. Forse la scuola non ha fatto tutto quello che doveva e poteva. Che dire, chissà che si consegni nel breve termine alla giustizia e che si rassegni al tempo che passa. Ma c'è comunque speranza che venga archiviato questo falso mito che probabilmente non merita lo spazio che i media anche oggi gli dedicano. Si sa però che in tempi di covid19 le notizie languono e che i fatti di cronaca, che un tempo aumentavano la vendita dei quotidiani, tirano ed attirano più di altri.
A menzus bìere
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giovedì 2 luglio 2020
1 e 2 luglio 2020 - ma l'America è lontana
E siamo a luglio, trìbulas o mesi de trèulas a seconda della parlata locale, cioè il mese della trebbiatura, del raccolto. Il mese caldo per eccellenza , caldo che questi due giorni non si è fatto attendere, con punte di 42 gradi. Mese vacanziero per eccellenza. In genere io prendo le ferie, nella seconda quindicina. Cantava Riccardo del Turco alla fine degli anni sessanta, che ormai prova da secolo scorso, "Ma perché non torni è luglio da tre giorni e ancora non sei qui; vieni, da me c'è tanto sole ma ho tanto freddo al cuore se tu non sei con me." Credo parlasse del sole di luglio che da noi spacca.
A quanto pare da ieri primo luglio si riapre ai voli internazionali tranne a quelli provenienti dall'America, leggasi U.S.A. e Brasile, per citarne due perché a rischio covid19. Ieri è accaduto che qualcuno, parlo di un aereo privato con dieci passeggeri turisti, all'arrivo ad Elmas non sua stato consentito di far atterrare i passeggeri. Tra questi anche una sarda che lamentava il trattamento come fossero degli untori. Sorvoliamo sulla conterranea che intervistata parlava di rassicurazioni sulla possibilità di poter agevolmente sbarcare e il suo rammarico per l'esito. I cinque americani hanno fatto dietro front. I sardi sbarcati sono obbligati alla quarantena per 14 giorni. Riguardo ai turisti yankee voglio dire una cosa. Giusto per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ecco. Il loro boss, il tycoon Trump, ma prima di lui anche gli altri, sono abituati a girare il mondo in casa d'altri con qualsiasi scusa o pretesto, spesso con la questione che devono esportare la democrazia, in concreto lasciano macerie e caos, vedi Libia e medio oriente. O i governi fantocci che hanno sostenuto in America Latina. Per non dire che in Italia, cioè in Sardegna, con la questione che ci hanno liberato dai tedeschi, non se ne sono più andati. La loro presenza in Sardegna con le basi militari è ormai insostenibile da decenni. L'ottanta per cento della presenza militare dell'Italia è concentrata nella nostra isola. A frugare bene non c'è traccia di un provvedimento normativo del regalo fatto da Andreotti agli yankees. Giusto per la posizione centrale occupata dalla Sardegna nel mediterraneo e la guerra fredda, da far pagare a noi, con l'invasore di turno. Questi americani!
Ora si lamentano che arrivati col loro aereo non possono prendere il sole. Nell'isola del sole. Quella in cui scorrazzano coi mezzi militari e simili. Veicoli e veicoli a destra e manca. Perché be' beneficia il commercio
Ma va. Hanno i loro spacci. Fanculo. Le norme si rispettano o sono legibus solutus? A quanto pare si. Se avete buona memoria come è andata a finire la strage del Cermis dove i militari americani stavano giocando a zigzagare nella pista sciistica come stessero girando Top Gun. In pratica il 3 febbraio 1998 un aereo militare statunitense Grumman EA-6B Prowler della United States Marine Corps, volando a una quota inferiore a quanto concesso e in violazione dei regolamenti, tranciò il cavo della funivia del Cermis, facendo precipitare la cabina e provocando la morte dei venti occupanti. È seguita un'inchiesta. Risultato, l'assoluzione dei piloti da parte dei giudici USA. Questo giusto per ricordare qualcosa che ormai è stato ingoiato dall'imbuto dell'oblio. Perché? meglio dimenticare le marachelle dei nostri amici storici. Tornano sempre utili ai nostri governi.
Già questi americani che sono all'altra parte del globo ma sempre in mezzo ai piedi.
《Ma l'America è lontana / Dall'altra parte della luna...》 cantava Lucio Dalla in Anna e Marco. Coi loro potenti mezzi non hanno bisogno di aerei di linea popolari. Viaggiano coi loro mezzi. Pazienza dovranno attendere a quando non faranno parte della lista nera del covid19. La nemesi storica per oggi ha segnato un punto contro. Loro che di liste se ne intendono. Le liste degli Stati canaglia e la mania dei muri da innalzare, per esempio al confine col Messico, magari oggi sostenuta anche con la scusa del contagio. Invece le notizie ufficiali ci dicono che negli Stati Uniti sono stati registrati 128.028 decessi per quasi 2,7 milioni di casi, ieri, in un solo giorno 52 mila contagiati. E questi cinque a cui è stato impedito di sbarcare sono esterrefatti. Pensa te. Quel buffone di Trump di era fatto un sacco di risate all'idea di chiudere la gente in casa come da noi. Magari con dosi massicce di gargarismi di varechina. Con grande imbarazzo del virologa Fauci di fama internazionale. Lo so. Piccole soddisfazioni. Ragionamenti e ricordi che fai bella SS 131 andata e ritorno da Cagliari. Con 40 gradi all'ombra e di tanto in tanto il fumo di un un' ncendio. Bastardi piromani. Ma di questo ne ho già parlato.
Notizia degli ultimi minuti, alle ore 20 la Cassazione ha confermato la sentenza di 30 per Grazianeddu Mesina. Irreperibile già dal pomeriggio. Di nuovo uccel di bosco.
A si biri
A quanto pare da ieri primo luglio si riapre ai voli internazionali tranne a quelli provenienti dall'America, leggasi U.S.A. e Brasile, per citarne due perché a rischio covid19. Ieri è accaduto che qualcuno, parlo di un aereo privato con dieci passeggeri turisti, all'arrivo ad Elmas non sua stato consentito di far atterrare i passeggeri. Tra questi anche una sarda che lamentava il trattamento come fossero degli untori. Sorvoliamo sulla conterranea che intervistata parlava di rassicurazioni sulla possibilità di poter agevolmente sbarcare e il suo rammarico per l'esito. I cinque americani hanno fatto dietro front. I sardi sbarcati sono obbligati alla quarantena per 14 giorni. Riguardo ai turisti yankee voglio dire una cosa. Giusto per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ecco. Il loro boss, il tycoon Trump, ma prima di lui anche gli altri, sono abituati a girare il mondo in casa d'altri con qualsiasi scusa o pretesto, spesso con la questione che devono esportare la democrazia, in concreto lasciano macerie e caos, vedi Libia e medio oriente. O i governi fantocci che hanno sostenuto in America Latina. Per non dire che in Italia, cioè in Sardegna, con la questione che ci hanno liberato dai tedeschi, non se ne sono più andati. La loro presenza in Sardegna con le basi militari è ormai insostenibile da decenni. L'ottanta per cento della presenza militare dell'Italia è concentrata nella nostra isola. A frugare bene non c'è traccia di un provvedimento normativo del regalo fatto da Andreotti agli yankees. Giusto per la posizione centrale occupata dalla Sardegna nel mediterraneo e la guerra fredda, da far pagare a noi, con l'invasore di turno. Questi americani!
Ora si lamentano che arrivati col loro aereo non possono prendere il sole. Nell'isola del sole. Quella in cui scorrazzano coi mezzi militari e simili. Veicoli e veicoli a destra e manca. Perché be' beneficia il commercio
Ma va. Hanno i loro spacci. Fanculo. Le norme si rispettano o sono legibus solutus? A quanto pare si. Se avete buona memoria come è andata a finire la strage del Cermis dove i militari americani stavano giocando a zigzagare nella pista sciistica come stessero girando Top Gun. In pratica il 3 febbraio 1998 un aereo militare statunitense Grumman EA-6B Prowler della United States Marine Corps, volando a una quota inferiore a quanto concesso e in violazione dei regolamenti, tranciò il cavo della funivia del Cermis, facendo precipitare la cabina e provocando la morte dei venti occupanti. È seguita un'inchiesta. Risultato, l'assoluzione dei piloti da parte dei giudici USA. Questo giusto per ricordare qualcosa che ormai è stato ingoiato dall'imbuto dell'oblio. Perché? meglio dimenticare le marachelle dei nostri amici storici. Tornano sempre utili ai nostri governi.
Già questi americani che sono all'altra parte del globo ma sempre in mezzo ai piedi.
《Ma l'America è lontana / Dall'altra parte della luna...》 cantava Lucio Dalla in Anna e Marco. Coi loro potenti mezzi non hanno bisogno di aerei di linea popolari. Viaggiano coi loro mezzi. Pazienza dovranno attendere a quando non faranno parte della lista nera del covid19. La nemesi storica per oggi ha segnato un punto contro. Loro che di liste se ne intendono. Le liste degli Stati canaglia e la mania dei muri da innalzare, per esempio al confine col Messico, magari oggi sostenuta anche con la scusa del contagio. Invece le notizie ufficiali ci dicono che negli Stati Uniti sono stati registrati 128.028 decessi per quasi 2,7 milioni di casi, ieri, in un solo giorno 52 mila contagiati. E questi cinque a cui è stato impedito di sbarcare sono esterrefatti. Pensa te. Quel buffone di Trump di era fatto un sacco di risate all'idea di chiudere la gente in casa come da noi. Magari con dosi massicce di gargarismi di varechina. Con grande imbarazzo del virologa Fauci di fama internazionale. Lo so. Piccole soddisfazioni. Ragionamenti e ricordi che fai bella SS 131 andata e ritorno da Cagliari. Con 40 gradi all'ombra e di tanto in tanto il fumo di un un' ncendio. Bastardi piromani. Ma di questo ne ho già parlato.
Notizia degli ultimi minuti, alle ore 20 la Cassazione ha confermato la sentenza di 30 per Grazianeddu Mesina. Irreperibile già dal pomeriggio. Di nuovo uccel di bosco.
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martedì 30 giugno 2020
29 e 30 giugno - scrivere per viaggiare
Quando si ha tempo si scrive. Se si ha voglia. Se si ha qualcosa da dire. Se chi scrive lo ritiene necessario, intanto a se stesso. Gli altri poi, se vogliono leggono. Oppure, come ho già scritto, a futura memoria. Con qualsiasi mezzo. Immagino chi, in altri tempi, ma anche di recente, in una parte del globo che pensiamo lontano ma che in realtà coi mezzi potenti di trasporto distano a un'ora d'aereo, immagino appunto chi recluso abbia con forza reclamato penna e carta su cui scrivere. Anche un pezzo di carta scolorita, la parte posteriore di un manifesto strappato, o di cartone, con un mozzicone di lapis. Una volta avuto gli strumenti ha iniziato un viaggio di fantasia. Intanto prendere nota di quanto accade, ovviamente l'idea di fuga, oppure scrivere teorizzare perché gli altri leggano. Secondo me per evadere. Dalla restrizione. Viaggiando. Un po' come diceva Pessoa in Viaggiare! Perdere paesi! "Viaggiare così è viaggio. Ma lo faccio e non ho di mio/più del sogno del passaggio./Il resto è solo terra e cielo."
Se penso alla bibliografia di chi ha vissuto recluso o su chi è stato in quella condizione. Bene nella Fase-Uno dopo un primo periodo frastornato credo che in tanti abbiano iniziato a scrivere con mezzi agili e potenti. Senza preoccuparsi di averne gli strumenti perché tutti a portata di mano. Lo so stiamo parlando di due forme diverse di reclusione di chiusura di restrizione. Eppure l'approccio può essere stato di chi chiuso fra mura, di casa?, obbligato a starci abbia sentito il bisogno di scrivere e lo abbia fatto. Chissà fra vent'anni potremo leggere con distacco e un po' di divertimento alcune pagine, in rete o su carta, di chi sommamente preoccupato del proprio destino, barricato in casa ha scritto. O ha disegnato. Siamo in un epoca in cui la condivisione dei saperi è ampiamente diffusa ma anche quello in cui si assiste ad una ipertrofica informazione, vera o falsa, che ci ottunde la ragione. Troppi social troppe chiacchiere. Agli inizi del millennio, diciamo prima anni del duemila, i blog parevano delle autostrade percorse da tutti. Con incontri-scontri anche tra idee e anime diverse. Si scriveva il post. Chi ti seguiva, e non solo, poteva commentare, si replicava, e nel frattempo si scriveva un altro post. Tutto con la pacatezza la tranquillità e il tempo che, l'autore del blog, voleva o poteva dedicare. L'avvento dei social come fb ha spazzato via questo strumento, decretando la fine fi piattaforme importanti e ampiamente frequentate come splinder. Torniamo ad oggi. In questa fase che potremo definire attendista stiamo condividendo col covid19 in attesa della pozione che vi salverà cercando di rubare del tempo all'avversario, talvolta facendo finta che non esiste nella speranza di tornare alle nostre occupazioni in perfetta normalità. Tutto intorno però siamo in pandemia, con dieci milioni di contagi. Ci dicono che in autunno potrebbe tornare come agli idi di marzo. O anche no. Perché nel frattempo ai terrapiattisti si è unita una folta schiera di virologi d'occasione che dubitano che la peste vi sia. Intanto dicevo si va avanti anche scrivendo per ammazzare il tempo nel riordino delle idee.
Le convinzioni vere o false nel frattempo dilagano così come le male abitudini di tenere i dispositivi appresso come orpelli, magari griffati, o che si abbinano al colore dei capelli o del vestito. In una trasmissione ho visto che i truccatori disagiati ecc. si stanno attrezzando per far risaltare gli sguardo, gli occhi, quella parte visibile a tutti.
Da un momento all'altro mi aspetto una sfilata di moda si questo argomento, forse c'è già stata. Giusto per caratterizzare il periodo
Quindi tempo per scrivere e per bere. Anche se i bar e birrerie non vivono un periodo d'oro, anzi, non li pare che ci dia stata una diminuzione del consumo di bevande alcoliche. Si è forse imparato a bere meglio e di qualità, spendendo meno, in particolare con gli acquisti in rete. Nei paesi, i piccoli centri soprattutto, il bar è un punto di incontro fra conoscenti amico e paesani. Credo che così come Camus descriveva la città di Orano ne La Peste non credo che diversa di tanto da quanto accade oggi.
“A dir la verità si beveva molto. Un caffè aveva inalberato la scritta “il vino probo uccide il morbo”, l’idea, di per sé naturale nel pubblico, che l’alcool preservava dalle malattie infettive, si rafforzò nell’opinione generale.”
Prosit a tutti.
Se penso alla bibliografia di chi ha vissuto recluso o su chi è stato in quella condizione. Bene nella Fase-Uno dopo un primo periodo frastornato credo che in tanti abbiano iniziato a scrivere con mezzi agili e potenti. Senza preoccuparsi di averne gli strumenti perché tutti a portata di mano. Lo so stiamo parlando di due forme diverse di reclusione di chiusura di restrizione. Eppure l'approccio può essere stato di chi chiuso fra mura, di casa?, obbligato a starci abbia sentito il bisogno di scrivere e lo abbia fatto. Chissà fra vent'anni potremo leggere con distacco e un po' di divertimento alcune pagine, in rete o su carta, di chi sommamente preoccupato del proprio destino, barricato in casa ha scritto. O ha disegnato. Siamo in un epoca in cui la condivisione dei saperi è ampiamente diffusa ma anche quello in cui si assiste ad una ipertrofica informazione, vera o falsa, che ci ottunde la ragione. Troppi social troppe chiacchiere. Agli inizi del millennio, diciamo prima anni del duemila, i blog parevano delle autostrade percorse da tutti. Con incontri-scontri anche tra idee e anime diverse. Si scriveva il post. Chi ti seguiva, e non solo, poteva commentare, si replicava, e nel frattempo si scriveva un altro post. Tutto con la pacatezza la tranquillità e il tempo che, l'autore del blog, voleva o poteva dedicare. L'avvento dei social come fb ha spazzato via questo strumento, decretando la fine fi piattaforme importanti e ampiamente frequentate come splinder. Torniamo ad oggi. In questa fase che potremo definire attendista stiamo condividendo col covid19 in attesa della pozione che vi salverà cercando di rubare del tempo all'avversario, talvolta facendo finta che non esiste nella speranza di tornare alle nostre occupazioni in perfetta normalità. Tutto intorno però siamo in pandemia, con dieci milioni di contagi. Ci dicono che in autunno potrebbe tornare come agli idi di marzo. O anche no. Perché nel frattempo ai terrapiattisti si è unita una folta schiera di virologi d'occasione che dubitano che la peste vi sia. Intanto dicevo si va avanti anche scrivendo per ammazzare il tempo nel riordino delle idee.
Le convinzioni vere o false nel frattempo dilagano così come le male abitudini di tenere i dispositivi appresso come orpelli, magari griffati, o che si abbinano al colore dei capelli o del vestito. In una trasmissione ho visto che i truccatori disagiati ecc. si stanno attrezzando per far risaltare gli sguardo, gli occhi, quella parte visibile a tutti.
Da un momento all'altro mi aspetto una sfilata di moda si questo argomento, forse c'è già stata. Giusto per caratterizzare il periodo
Quindi tempo per scrivere e per bere. Anche se i bar e birrerie non vivono un periodo d'oro, anzi, non li pare che ci dia stata una diminuzione del consumo di bevande alcoliche. Si è forse imparato a bere meglio e di qualità, spendendo meno, in particolare con gli acquisti in rete. Nei paesi, i piccoli centri soprattutto, il bar è un punto di incontro fra conoscenti amico e paesani. Credo che così come Camus descriveva la città di Orano ne La Peste non credo che diversa di tanto da quanto accade oggi.
“A dir la verità si beveva molto. Un caffè aveva inalberato la scritta “il vino probo uccide il morbo”, l’idea, di per sé naturale nel pubblico, che l’alcool preservava dalle malattie infettive, si rafforzò nell’opinione generale.”
Prosit a tutti.
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domenica 28 giugno 2020
27 e 28 giugno 2020 - l'oblio nel Covid
Ho sempre sostenuto che è preferibile l'inverno all'estate. Contro il freddo ti puoi riparare, coprire, riscaldarti. D'estate no. Hai voglia di svestirti, farti doccie, bere acqua, andare al mare. Dovresti stare sempre al riparo con il condizionatore acceso. Niente di più sbagliato e falso. Dovresti vivere come in una campana di vetro, o stare a casa, lasciarla solo per andare a lavoro, ovviamente climatizzato, per evitare le avversità climatiche, ma non tutti lo possono fare. Dunque devi sopportare il caldo e l'afa. Non puoi stare sempre al chiuso. Con la paura del caldo o di quegli insetti noiosi e fastidiosi come le zanzare. Tutte queste considerazioni le puoi, le potevi fare, prima del covid19. Ora tutto questo, credo almeno per un po' di tempo, debba essere archiviato, diciamo messo in secondo piano. Quello che ora conta, di più, è la convivenza con qualcosa che non si sente, non si vede, non lo si percepisce, non condiziona i tuoi sogni, non punge, non ti fa sudare. Il virus c'è con noi, insieme a noi, ovvero potrebbe esserci ma non puoi difenderti. Non ti rendi conto di averlo accanto, come quella signora cn la falce che non si palesa. Questa è la fase della convivenza, almeno in Europa. Nel resto del mondo, America Latina e India, per citare i più importanti numericamente, non hanno ancora raggiunto il "picco" massimo e neppure si sa quando arriverà. Per ora, complessivamente, si parla nel pianeta di 10 milioni di infettati. Eppure da noi sembra essere trascorso tanto tempo dalle paranoie o allarmismi mediatici e tutta quella serie di precauzioni che comunque ci hanno consentito di superare la fase critica. Invece si tratta di un mese, neppure, ma si sa , si dimentica presto, lo dico sopratutto per le nuove generazioni che purtroppo vedo sempre più numerosi senza alcuna protezione e sembra che se ne infischino del contagio, si direbbe da noi in limba secondo una forma di "balentia", di sfida, contro questo nemico che non si vede ma che è, ed è stato, micidiale. Sopratutto questi giorni di calura li vedi in piccoli gruppi che parlano giocano e scherzano senza distanziamenti, senza la preoccupazione delle lezioni o degli esami perchè ora tutto è finito. Come se questa porcheria non potesse riesplodere anche grazie a questi comportamenti scorretti. Che ci si dimentichi presto di cosa è e di cosa è stato il coronavirus, da noi, te ne rendi conto dalle trasmissioni televisive, quei contenitori spazzatura, dove pare di vedere repliche dello scorso anno. L'oblio pare stia ammantando tutto. Anche da parte di chi usa parole d'ordine reazionarie poi sono i primi ad infrangere vistosamente le regole, tanto più se sono politici scafati e qualcuno di questi ha pure ricoperto cariche istituzionali di rilievo. I talk show non cambiano verso, anzi, accelerano verso quel tipo di target pre covid. Chiacchera politica, critiche fine a se stesso, fake news a go go. In tutta questa "normalità" ritorna prepotentemente alla ribalta, per pochi giorni, fino al dimenticatoio anche esso normale e scontato nei media, di quanto è successo cinquanta anni fa, il 27 giugno 1980, nei cieli di Ustica. Una delle pagine oscure, ed oscurate, della nostra recente storia. L'abbattimento da parte di un aereo mai identificato in uno scenario di guerra, secondo il governo italiano, un attentato terroristico, secondo l'AAIB, ma anche un incidente aereo. Quel che di certo, reale e concreto, resta è che un aereo dell'Itavia partito da Bologna e diretto a Palermo viene colpito nei cieli fra Ponza e Ustica con l'uccisione di tutti gli 81 passeggeri. Fra omissioni depistaggi e quantaltro dopo mezzo secolo ancora nulla di chiaro. Come tante altre storie italiane oscurate dai servizi segreti che coprono collusioni e compromissioni di fette delo Stato in stragi che non hanno autori nè mandanti. Alcuni di questi fatti legati alla strategia della tensione con complotti internazionali, magari per deviare o spostare fette di elettorato da una parte all'altra della barricata. Ma questi fatti non di dimenticano e non di possono scordare. Non si può dimenticare neanche in questo periodo pandemico, l'ideale per portarci all'oblio di fatti gravi. Chi tiene buona memoria sono certamente i parenti delle vittime ancora alla ricerca della verità e dei colpevoli.
A questo proposito, ogni volta che arriviamo a qualche tragico anniversario mi vengono in mente i versi del brano "Fight da Faida" di Frankie Hi Nrg Mc, pseudonimo di Francesco Di Gesù, che tratta proprio di questo periodo buio, e non solo, della Repubblica.
《Potere che soggioga
Potere della droga
Potere di uno Stato
Che di tutto se ne frega:
Strage di Bologna Ustica Gladio
Cumuli di scheletri ammassati in un armadio》
A questo proposito, ogni volta che arriviamo a qualche tragico anniversario mi vengono in mente i versi del brano "Fight da Faida" di Frankie Hi Nrg Mc, pseudonimo di Francesco Di Gesù, che tratta proprio di questo periodo buio, e non solo, della Repubblica.
《Potere che soggioga
Potere della droga
Potere di uno Stato
Che di tutto se ne frega:
Strage di Bologna Ustica Gladio
Cumuli di scheletri ammassati in un armadio》
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venerdì 26 giugno 2020
25,26 giugno 2020 - al fuoco!
Che si stia tornando alla normalità, o che si voglia, si capisce dal numero dei reati che stanno aumentando o da quei fatti di cui poco si sentiva o si leggeva. Chiaro è che a partire da marzo la notizia principale, a tenere tutta la scena, è sempre stata la pandemia. Tutte le altre in un angolo. Giusto oggi, per dire delle notizie che parevano scomparse, leggevo che a pochi chilometri dal mio paese è dovuto intervenire il corpo forestale e dei vigili del fuoco per domare un incendio che ha procurato un disastro ambientale per cui 35 ettari di territorio, tra grano e macchia mediterranea, sono andati a fuoco lambendo persino il parco eolico in prossimità di Nurri. In Sardegna la questione, anzi il problema, degli incendi per tanti anni è sempre stata la prima notizia di apertura dei tg locali. Gli interessi sono tanti. Ridurre tutto a una questione di beghe tra vicini di pascolo oppure, come si è sostenuto per troppi anni, nel mondo rurale, una abitudine dei pastori sardi per avere poi un pascolo migliore, "per migliorare o fertilizzare il cotico erboso" come si legge nel sito sardegnaforeste, mi pare che ormai ci credano davvero in pochi. In pochissimi casi si tratta di autocombustione. Francamente mi è capitato solo una volta di vedere in prossimità di una discarica un inizio di un piccolo incendo scaturito verosimilmente o da cocci di vetro che col caldo torrido ed il sole forte delle ore pomeridiane, o ancora in mezzo dal letame. Quel piccolo incendio si è potuto spegnere usando un arbusto adottato alla bisogna come una scopa. Per il resto, anche se non ho a disposizione statistiche o studi sul campo, per quello che ho letto nei decenni addietro posso affermare che in Sardegna gli incendi sono praticamente di natura dolosa e colposa. Certo la condizione dei terreni pieni di sterpaglie e il caldo torrido di alcune giornate sono un innesco formidabile se a questi si aggiunge il forte vento di maestrale che spesso soffia per una settimana. Fra le cause, oltre che dolose, ha una importanza centrale anche quelle colpose, in questi giorni particolari descritti, secondo un rapporto del CNR, si può verificare a seguito dell'uso di apparecchi meccanici, a fiamma o elettrici, incustodia de fuoco da parte dei campeggiatori, carenza di manutenzione di elettrodotti, scarsa cura del terreno, getto di fiammifferi o mozziconi di sigarette accesi dalle auto. Al di là di questioni legate a conflitti o vendette private, Gli interessi sono molteplici compositi e variegati che vanno dagli interessi turistici o di speculazione edilizia, lo so è paradossale, di chi vuole costruire in territori deputati all'agricoltura o al pascolo. Ma addirittura si parla del business di chi spegne gli incendi, in alcuni casi in seguito a licenziamenti nei cantieri forestali o squadre antincendio. Girano, quindi,intorno agli incendi un sacco di soldi.
Nella Carta de Logu sono cinque i capitoli dedicati alla normativa sugli incendi. Tra le sanzioni era annoverato oltre l'ammenda, la pena di morte o il taglio della mano destra, tale era la riprovazione sociale e morale. Su quello che può accadere in una comunità dopo un incendio non si può misurare o descrivere. Intanto parte di quello che si è portato via il fuoco fa parte della tua memoria e dei tuoi ricorsi da bambino. Per dire che sotto una pianta ti sei riposato o hai mangiato o campeggiato con gli amici oppure sono sbociati degli amori ma anche la morfologia stessa del territorio. Tutto oltre che dal punto di vista del danno ambientale si ripercuote in un danno emozionale. alcuni anni fa, proprio nei primi giorni di agosto, le fiamme sono arrivate a lambire le case dell'abitato del mio paese mandando in fumo duemla ettari di bosco, un bosco di lecci giovani, per la maggior parte, perchè negli stessi territori si era sviluppato un incendio con le stesse proporzioni quasi mezzo secolo fa. Ricordo l'angoscia e la paura di quel giorno e nei giorni a venire, mentre tutta la popolazione si era unita alle squadre antincendio per pattugliare alcune zone al fine di evitare il riprendere del fuoco. Ma ancora più triste, e questo credo che me lo porterò dietro per sempre, è stato vedere l'uliveto della mia famiglia arso per metà nei primi giorni di giugno di tre anni fa. Ognuno di noi può raccontare storie e stati d'animo e ricordi, tristi, di cosa resta dopo un incendio. La rabbia che ti resta dentro è terribile. Se penso che sono contrario alla pena capitale, appena ho letto le pene della Carta de Logu per un attimo le ho ritenute poco severe, tanta è la rabbia che hai dentro dopo aver partecipato allo spegnimento di un incendio nei luoghi della tua vita, dellatua infanzia. Poi ovviamente ritorna l'idea fedele al pensiero di Beccaria. Tuttavia credo che anche quando riescono ad acciuffare i piromani si faccia davvero poco in termini sanzionatori. Credo che il lavoro sia immane e che vada fatto sopratutto a partire dalle scuola primaria investendo sulla cultura e sulla sensibilizzazione delle giovani e future generazioni. Se penso a quello che è accaduto in Amazzonia dove il governo Bolsonaro ragiona solo in termini economici se non razziali, cioè espellere la popolazione nativa, per cui solo nel mese di agosto scorso sono stati 30 mila i roghi registrati, fanno davvero pensare che ci sia un piano criminale, mentre a detta di Biolsonaro sarebbero le organizzazioni ambientaliste per far ricadere la colpa su di lui e diffamarlo. Si potrebbe scrivere ancora tanto ma, come mio solito, inizio un post per dire una cosa e la finisco con pensare ad altro. Fra cui la musica, perchè anche queste questioni hanno una loro colonna sonora. Un brano del Tenores di Neoneli è giusto e preciso per questo post. Si tratta di "Su ballu 'e su fogu", dove si indica una cura per i piromani:
《Los devian cundennarea brusiare lentamente,
subra su crabone ardente,
finas a si ch'istudare,
in manera chi proàrepotan cussu bellu giogu,
in manera chi in su fogu
lassen sa piromania.》
SU BALLU 'E SU FOGU
In s'ierru s'astraòretotu cantu at ruinadu
sa pastura nd'at sicadu
at distrutu su laòre,cussu nordicu rigore
at batidu annada mala,
e arrivan da ogn'ala
lamentos de carestìa.
In s'istìu est arrivadasa desertica sicagna,
mancu s'aria de muntagna
podet esser respirada,
e sa zente est ispantada
de ider cussu sicore,
cun totu custu calore
parimus in Algerìa.
Epuru b'at zente indignachi a su male azunghet male,
cun d'un'ira criminale
at brusiadu sa Sardigna,
razza perfida, maligna,
sa chisina at semenadu,
in Barbagia, in Barigadu,
Nurra, Sulcis, Baronìa.
Impunidos sos balentessa natura sun bochinde,
a desertu reduinde,
suni tancas e padentes,
cussos crobos puzzolentes,
cheren totu avvelenare,
los devimus isolare
che canes peri sa ia.
Los devian cundennarea brusiare lentamente,
subra su crabone ardente,
finas a si ch'istudare,
in manera chi proàrepotan cussu bellu giogu,
in manera chi in su fogu
lassen sa piromania.
Como azis totu brusiadue tantas vidas distrutu,
como chi azis allutu
su irde chi fit restadu,
ite azis balanzadu
ischifosos assassinos ?
Miserabiles cainos,
morzedas in agonìa !
Poberitos innozentes,miserina cussa sorte
ohi, ite cudrele morte
sos cudreles bos han dadu,
in piantu hana lassadu
isposas, mamas e fizos,
a pagare sos fastizos
de cussa zega manìa.
De su rimorsu in su lettunon potana reposare,
e in cella a frazigare,
los lassene a abba e pane,
arrabbiados chei su cane
chi sian de su dolore,
infines unu puntore
chi nd'isperdat sa zenìa.
Sardigna, terra brusiada,terra 'e fogu e de afannos,
non permitas custos dannos,
lassa istare su sufrire,
impresse faghe fuìredisonestos e foghistas,
chi t'an semper, egoistas,
ispulpadu sende bìa.
Tonino Cau -luglio 83
Nella Carta de Logu sono cinque i capitoli dedicati alla normativa sugli incendi. Tra le sanzioni era annoverato oltre l'ammenda, la pena di morte o il taglio della mano destra, tale era la riprovazione sociale e morale. Su quello che può accadere in una comunità dopo un incendio non si può misurare o descrivere. Intanto parte di quello che si è portato via il fuoco fa parte della tua memoria e dei tuoi ricorsi da bambino. Per dire che sotto una pianta ti sei riposato o hai mangiato o campeggiato con gli amici oppure sono sbociati degli amori ma anche la morfologia stessa del territorio. Tutto oltre che dal punto di vista del danno ambientale si ripercuote in un danno emozionale. alcuni anni fa, proprio nei primi giorni di agosto, le fiamme sono arrivate a lambire le case dell'abitato del mio paese mandando in fumo duemla ettari di bosco, un bosco di lecci giovani, per la maggior parte, perchè negli stessi territori si era sviluppato un incendio con le stesse proporzioni quasi mezzo secolo fa. Ricordo l'angoscia e la paura di quel giorno e nei giorni a venire, mentre tutta la popolazione si era unita alle squadre antincendio per pattugliare alcune zone al fine di evitare il riprendere del fuoco. Ma ancora più triste, e questo credo che me lo porterò dietro per sempre, è stato vedere l'uliveto della mia famiglia arso per metà nei primi giorni di giugno di tre anni fa. Ognuno di noi può raccontare storie e stati d'animo e ricordi, tristi, di cosa resta dopo un incendio. La rabbia che ti resta dentro è terribile. Se penso che sono contrario alla pena capitale, appena ho letto le pene della Carta de Logu per un attimo le ho ritenute poco severe, tanta è la rabbia che hai dentro dopo aver partecipato allo spegnimento di un incendio nei luoghi della tua vita, dellatua infanzia. Poi ovviamente ritorna l'idea fedele al pensiero di Beccaria. Tuttavia credo che anche quando riescono ad acciuffare i piromani si faccia davvero poco in termini sanzionatori. Credo che il lavoro sia immane e che vada fatto sopratutto a partire dalle scuola primaria investendo sulla cultura e sulla sensibilizzazione delle giovani e future generazioni. Se penso a quello che è accaduto in Amazzonia dove il governo Bolsonaro ragiona solo in termini economici se non razziali, cioè espellere la popolazione nativa, per cui solo nel mese di agosto scorso sono stati 30 mila i roghi registrati, fanno davvero pensare che ci sia un piano criminale, mentre a detta di Biolsonaro sarebbero le organizzazioni ambientaliste per far ricadere la colpa su di lui e diffamarlo. Si potrebbe scrivere ancora tanto ma, come mio solito, inizio un post per dire una cosa e la finisco con pensare ad altro. Fra cui la musica, perchè anche queste questioni hanno una loro colonna sonora. Un brano del Tenores di Neoneli è giusto e preciso per questo post. Si tratta di "Su ballu 'e su fogu", dove si indica una cura per i piromani:
《Los devian cundennarea brusiare lentamente,
subra su crabone ardente,
finas a si ch'istudare,
in manera chi proàrepotan cussu bellu giogu,
in manera chi in su fogu
lassen sa piromania.》
SU BALLU 'E SU FOGU
In s'ierru s'astraòretotu cantu at ruinadu
sa pastura nd'at sicadu
at distrutu su laòre,cussu nordicu rigore
at batidu annada mala,
e arrivan da ogn'ala
lamentos de carestìa.
In s'istìu est arrivadasa desertica sicagna,
mancu s'aria de muntagna
podet esser respirada,
e sa zente est ispantada
de ider cussu sicore,
cun totu custu calore
parimus in Algerìa.
Epuru b'at zente indignachi a su male azunghet male,
cun d'un'ira criminale
at brusiadu sa Sardigna,
razza perfida, maligna,
sa chisina at semenadu,
in Barbagia, in Barigadu,
Nurra, Sulcis, Baronìa.
Impunidos sos balentessa natura sun bochinde,
a desertu reduinde,
suni tancas e padentes,
cussos crobos puzzolentes,
cheren totu avvelenare,
los devimus isolare
che canes peri sa ia.
Los devian cundennarea brusiare lentamente,
subra su crabone ardente,
finas a si ch'istudare,
in manera chi proàrepotan cussu bellu giogu,
in manera chi in su fogu
lassen sa piromania.
Como azis totu brusiadue tantas vidas distrutu,
como chi azis allutu
su irde chi fit restadu,
ite azis balanzadu
ischifosos assassinos ?
Miserabiles cainos,
morzedas in agonìa !
Poberitos innozentes,miserina cussa sorte
ohi, ite cudrele morte
sos cudreles bos han dadu,
in piantu hana lassadu
isposas, mamas e fizos,
a pagare sos fastizos
de cussa zega manìa.
De su rimorsu in su lettunon potana reposare,
e in cella a frazigare,
los lassene a abba e pane,
arrabbiados chei su cane
chi sian de su dolore,
infines unu puntore
chi nd'isperdat sa zenìa.
Sardigna, terra brusiada,terra 'e fogu e de afannos,
non permitas custos dannos,
lassa istare su sufrire,
impresse faghe fuìredisonestos e foghistas,
chi t'an semper, egoistas,
ispulpadu sende bìa.
Tonino Cau -luglio 83
mercoledì 24 giugno 2020
23,24 giugno 2020 - bad dream
Se ti trovi a viaggiare verso il capoluogo e non pensi a quello che è accaduto da marzo in poi, ti sembra di aver vissuto dentro una bolla come nel film The Truman Show. Il traffico sembra aumentato, quasi di botto, a qualsiasi ora un via vai di macchine e mezzi. Meno male che siamo in Sardegna e che la popolazione è di 1,6 milioni, distribuita nel territorio ma, per la maggior parte dei 377 comuni mi pare di ricordare, per la metà circa su Cagliari e hinterland il resto non superano i 1.500 abitanti, eccezion fatta per quelli a capo della provincia, e qualcun altro intorno ai diecimila abitanti. Dunque, dicevo, viaggi nella arteria principale, la SS 131, ed il via vai del traffico, in diverse ore della giornata ti impressiona. Certo, direte, ci hanno rinchiuso nelle nostre case durante il lockdown forzato e un sacco di cose sono rimaste ferme o inconcluse. Non solo, ma anche negli uffici si riprende a poco a poco in presenza. A questo proposito leggevo stamane sul quotidiano locale che molti baristi rischiano la chiusura in quanto la loro clientela, prima del covid19, era formata, per lo più, da dipendenti della P.A. o dei servizi del terziario. Ma questi sono stati costretti a seguitare il lavoro, come ho più volte sottolineato nei presedenti post, in modalità lavoro agile, in realtà si tratta di telelavoro, perchè tutti costretti a svolgere l'attività da casa propria con aggravio sui propri mezzi in quanto connessione e device per la gran parte non sono stati forniti dal datore di lavoro. Mi duole rimarcare che se negli scorsi decenni ci si lamentava per il datore di lavoro privato, per cui diritti e stipendi erano ridotti rispetto al pubblico, ora ci ritroviamo che nella P.A., lo dico a ragion veduta, il peggior datore nazionale di lavoro è lo Stato che utilizza ancora oggi e più che nel privato, lavoratori precari e in tutte quelle forme di lavoro parasubordinato che appunto difetta sui diritti e sulla paga. Dunque, chiusa parentesi, queste lavoratrici e lavoratori da un lato non stanno andando al bar perchè ancora in tanti sono in telelavoro e gli altri si sono disabituati, ma anche per paura del contagio, a recarsi la mattina nel bar di fiducia per consumare un capuccino una pasta e una mezza d'acqua. Ritorniamo a noi. Non so se qualche sindaco, per esempio quello di Milano, che nonostante le scuse postume disse che in vacanza da noi non ci sarebbe venuto in seguito alla diatriba col governatore isolano, facendo zapping in tv, giusto ieri, diceva che era ora di tornare a lavorare negli uffici con un tono che sottendeva, non lo dico per dietrologia, l'idea per cui chi ha lavorato e continuia a farlo a casa propria sia in vacanza e il telelavoro sia una sorta di hobby con quello della cura delle piante, cucinare, fare le passeggiate. Non so se inveire contro questo signore; ricordo che durante la campagna elettorale in tanti che si dichiaravano di sinistra dissero che non l'avrebbero votato perchè a destra. Con queste ultime uscite credo che i contorni ed il perimetro del suo pensiero si possa davveero far rientrare in quella parte politica. In questa categoria di vacanzieri in casa rientrano a pieno titolo i lavoratori della scuola. parlo dei docenti catapultati in questa maldestra ed arraffazzonata didattica a distanza e quelli che mandano avanti le questioni amministrative in telelavoro, mascherato con un termine inglese, smart working, ma che in realtà poco ha a che vedere. Io credo che questo esercito di pseudovacanzieri, almeno neella testa di elementi come questo sindaco o nei discorsi da bettola, non veda l'ora di tornare nelle scrivanie o cattedre per svolgere appieno il loro lavoro. Secondo le linee guida del Ministero si dovrebbe ricominciare l'anno scolastico dando ampia discrezionalità ai dirigenti scolastici. Non mi pare dica nulla sul numero del personale da impiegare, sul numero degli alunni da inserire in classe e su tutta una gamma di questioni che attengono alla sicurezza. Giusto oggi sentivo alla TGR un dirigente scolastico che al di là delle frasi d'occasione per il ruolo che riveste, non è però riuscito a mascherare la preoccupazione su come affrontare l'anno prossimo che dovrebbe partire dal 14 settembre, quasi che fosse un esame gravoso da affrontare. Si, gli esami non finiscono mai, e non parlo solo del diploma o dell'università. Parlo ovviamente degli esami sullo stato delle cose presenti da gestire in una situazione, ripeto, opaca poco chiara e con linee nazionali che talvolta paiono le centurie di Nostradamus. Questo per quanto riguarda la parte dirigenziale. E che dire dell'esame che hanno fatto i docenti in d.a.d. e il resto del personale con una normativa fluviale e secondaria che di rimando in rimando da circolare a circolare hanno svuotato i contratti dei diritti basilari perchè chi deve indicare le direttive va a sentimento per non dire che abusa del proprio ruolo. Non so se ci dovesse essere una ripresa dei contagi in autunno e quindi un ritorno alla modalità on line si possa seguitare senza regole certe. Credo ed ho paura che stia per montare una vertenzialità, tra dipendenti e dirigenti, che investirebbe la scuola ed i ministeri. Io credo che la misura per certi versi sia colma, ne dico giusto una per esempio, sta accadendo che stiano mettendo in ferie d'uffico i dipendenti della scuola. Non so se questo stia accadendo anche negli altri comparti. Chiusa, per ora, questa annosa questione posso dire che arrivare a pochi giorni da luglio senza che la calura estiva sia opprimente fa ben sperare per il resto dell'estate. In passato è accaduto che , parlo ovviamente della parte cagliaritana, l'estate torrida abbia fatto inizio già dal primo maggio, festa del lavoro ma anche di sant'Efisio, il caldo e la presenza delle zanzare non ci abbia abbandonato fino ad ottobre. Il caldo non lo sopporto, forse sarei dovuto nascere in Norvegia, anche se a sentire le ultime notizie anche lì il caldo preoccupa. In ogni caso l'estate non dura sei mesi come da noi. Il paradosso dei sardi, che lavorano, è vivere in una terra deputata alle vacanze per cui devi affrontare solo il peggio del periodo, l'afa. Non so se quanto ho scritto sia il risultato di colpi di sole presi stamane in città ma potrebe anche essere tutto incubo per cui il coronavirus non è mai apparso e io sto semplicemente in preda a un bad dream, un brutto sogno. Chi vivrà vedrà. Per ora preferisco un bel sogno, Nice dream, magari con le note dei Radiohead
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