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martedì 21 aprile 2020

20,21 aprile 2020 - il gioco dell'oca

In tutti questi anni devo aver percorso il tragitto da casa mia, al paesello, verso Cagliari diverse centinaia di volte, se si calcola che mi è capitato anche tre o quattro volte in una settima. Ogni volta quelle curve sembrano diverse, non so se dipenda dal clima, dall'umore o da quello che penso. A volte anche dalla musica in sottofondo. Eppure questo lunedì, ieri, mi sembrava un itinerario diverso. L'erba ai lati della strada andava sopra il guardrail. Vicino ad una cantoniera della vecchia tratta ferroviaria, che collegava il Sarcidano con la parte sud occidentale, un manufatto che sembra un residuato bellico, senza tetto e appuntellato ai lati per tenere i muri; di punto in bianco ho visto un cane che attraversava tranquillo nella curva a gomito; mi ha costretto ad una frenata, direi neanche brusca vista l'andatura poco veloce, ed a concentrarmi nuovamente sulla guida. Il cane, un meticcio bianco a chiazze nere, ha le sue ragioni, da quasi due mesi quella strada, l'innesto della SS 128, ha visto diminuire drasticamente il numero degli utenti di veicoli, se si eccettuano i camion. Va rilevato che di vetture questi giorni se ne vedono davvero poche, tanto più che ieri una leggera pioggerellina ci ha accompagnato quasi incessantemente tutti la giornata. Il pomeriggio terminata la quantità di piccoli incombenze da sbrigare prossime alla scadenza ho fatto rientro verso casa. Mi ripeterò se dico che la 131 è davvero strana con questo traffico limitato, sembra quasi che sia sovradimensionata rispetto alle esigenze della viabilità. Giusto questo autunno ha avuto il rifacimento del manto stradale che tanti fastidi e ritardi ci ha arrecato, con code interminabili all'ingresso della città. Un lunedì ho avuto un ritardo in ufficio di quasi due ore. La coda di macchine che procedeva lenta e partiva da Monastir, 12 km da Cagliari.
Dicevo, ieri, mattina e sera niente file, pochi veicoli, giusto qualche pattuglia di agenti che procedeva adagio. Questo lockdown ha dunque i suoi lati positivi, il traffico è diminuito tanto. Quando ne parlerò fra vent'anni, se sarò ancora in vita, qualcuno penserà che sto dicendo delle corbellerie. Il senso di un diario è anche questo, cioè memoria storica. Ai lati delle strade si vedono tanti asparagi, prima del coronavirus, tutti ad aspettare le belle giornate per raccoglierli. Gli scorsi anni, nelle nostre campagne, c'erano più cercatori che asparagi, lo dicevamo al bar fra amici e suscitava ilarità perché qualcuno per poter realizzare una quantità dignitosa doveva percorrere alcuni chilometri. Ora, questi giorni, nonostante ce ne siano tanti, non si possono raccogliere. Non c'è un divieto. Il divieto riguarda noi, che non possiamo circolare. Oggi, come ieri, piove. Anche volendo e potendo quando piove gli asparagi non si raccolgono.
Dunque ci stiamo avviando, almeno nella nostra regione, all'obiettivo del covid free. Nei media non si fa che parlare di fase 2 o 3, ma noi siamo sempre bloccati come cani alla catena, se si eccettuano le poche volte che per lavoro posso uscire. Ho come l'impressione di far parte di un gioco dell'oca con una sorta di coazione a ripetere, forse gli errori, i lanci di dadi che portano a quel certo numero senza nsj arrivare alla fine, cioè al tuttiliberi.
Temo che sia tutto un gioco. Non avete ancora capito, stiamo giocando al Gioco Dell'Oca.
Il 4 maggio, tirati i dadi, nella migliore delle ipotesi, si va alla casella 19 (casa o locanda) si paga la posta (sanzione) e si rimane fermi 3 turni.
Ma senza scomodare algoritmi credo che la sorte ci manderà tutti alla 58 (scheletro), si paga la posta e si torna alla casella 1, cioè allo stato del 9 marzo.
Vedremo


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